MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

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Pubblicato il 24/09/2023

Festa di Santa Maria della Mercede

     

A Colei che benefica senza sosta, visibilmente o meno, e procura infinite Grazie a coloro che sanno chiederle con vera, semplice ma incrollabile fede, dedichiamo con riconoscenza infinita, la pagine valtortiane pertinenti che La celebrano ed esaltano. Buona lettura e santa Festa!

   Ave Maria della Mercede, noi ci affidiamo per sempre a Te!

 Dai 'Quaderni' di Maria Valtorta, 2 agosto 1944

   Mentre faccio, dopo il ringraziamento della S. Comunione, le mie preghiere quotidiane, mi sento quella scossa, dirò così, quella sensazione speciale che provo quando Gesù mi vuole benedire con una sua grazia.
   Non riuscirò mai a spiegare bene questo fenomeno. È come un avvertimento che riceva tutto il mio io. Va all'anima, ma anche la materia lo sente. L'anima con una pace e una gioia subitanea e soprannaturale, che ancora non sa avere un nome ma che c'è; e il corpo con una specie di brivido che è nello stesso tempo calore e sensazione di benessere. Poi mi viene una specie di sonnolenza fisica, per cui desidero raccogliermi nel silenzio e nella solitudine e abbandonarmi sui guanciali come per sonno. Ma in realtà la mente e le facoltà spirituali sono più deste che mai e vedono e odono e godono vivendo intensamente. Si diminuiscono soltanto le forze fisiche come per languore o svenimento. Ma è una grande gioia!…
   Stamane sono sprofondata, e la vedo mentre scrivo, in cumuli di neve paradisiaca, come fossi su nevai sterminati e candidissimi contro l'azzurro più terso. La neve è data da falangi senza numero di angeli: perle vive trasvolanti sullo zaffiro del cielo. Angeli, angeli, angeli: luce e armonia. Luci rispetto alle quali sono opache e sporchi le perle più candide e i diamanti più tersi, armonie rispetto alle quali è discordante strepito il canto più perfetto e dolce della Terra.
   Cerchi festanti di luce nivea, cerchi intorno alla ancora più candida e splendida luce della beatissima Madre di Dio. Una luce così sfolgorante che vedo il volto di Maria e le sue mani come fossero dei soli irradianti raggi che sono quasi insostenibili all'occhio, così che il suo amato volto e le care mani congiunte in preghiera mi sono visibili a fatica dietro al velo di luce che da essi si irradia e che li circonda di un alone, di un impalpabile schermo di gloriosa luminosità. Ma pure, socchiudendo gli occhi dell'anima davanti a tanto fulgore, percepisco il sorriso beato di Maria, il suo dolce sguardo, umile e casto, amoroso tanto, degli occhi volti verso il basso, verso la povera Terra e la povera Maria che sono io, semivelati dalle ciglia. Uno sguardo di vergine umile e pudica, felice della sua festa ma non orgogliosa d'essa. Par che ripeta col suo atto il "Magnificat"1 che, se è riconoscimento dei doni di Dio a Lei, è soprattutto lode a Dio.
   Non vedo altro fuorché gli angeli festanti e la Mamma e Regina ritta sul suo splendido sostegno (luce, null'altro che luce che sale a fasciarla di luce) bellissima nel suo abito di perle rese stoffa, rese luce che è più forte di quella che la fascia, e nel suo viso, nelle sue mani che superano ogni luminosità tanto sono fulgenti.
   Che raggiare quello della Madre nostra! Ne ho l'anima fatta candida e fresca come fossi, come ho detto in principio, su sterminati nevai e non vedessi che immacolata neve contro un cielo terso e sotto un sole schietto.
 Oh! Paradiso!…

   Ore l2. Capo 44° (se leggo bene) di Ezechiele.

   Dice Gesù:
   «L'Inviolata giubilante in Cielo, l'Arca chiusa in cui nulla e nessuno poté metter mano perché là dove è entrato Dio non è lecito entri uomo, o ciò che è annesso all'uomo colpevole in Adamo, tu l'hai vista. Per Lei la fine della vita fu Vita gloriosa e immediata, perché chi aveva portato il Vivente non poteva conoscere morte, e chi non fu profanata da umanità non poteva conoscere profanazione di sepolcro. Ma la grande Regina, che rapisce nella gioia dell'estasi gli angeli, ti dà un altro insegnamento.
   "Il principe stesso si metterà a sedere davanti ad essa per mangiare il suo pane davanti al Signore", è detto2.
   Nessuno, per grande che sia, può venire nel mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.
   Io l'ho accumunata alla mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da Lui creata. Ma la sua maternità e il suo dolore di Corredentrice la fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga fede, speranza, carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.
   O Madre mia! Per il Pontefice e per l'ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l'Eucarestia attende di essere data a chi crede. Tutte le grazie passano attraverso il tuo Corpo inviolato, attraverso il tuo Cuore immacolato. E misteri e verità, e sacramenti e doni, vengono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a te, davanti a te. Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall'uomo e l'umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all'uomo e dai l'uomo a Dio, istruendolo col tuo sorriso e col tuo amore.
   Mio piccolo Giovanni, vieni sempre a Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si aprì né s'aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge, e tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l'Amore tenendovi fra le sue braccia di Madre.
   Vai, Giovanni, alla tua Maestra che ti ama.
   Questo, poi, per un'altra categoria di persone che non sanno essere dei "piccoli Giovanni" né voci di Cristo.
   "I leviti3 che si allontanarono da Me nello smarrimento dei figli di Israele… saranno custodi e portieri della casa… Invece i sacerdoti e i leviti figli di Sadoc… si accosteranno a Me e staranno alla mia presenza… La loro eredità sono Io".
   Non succede solo per i sacerdoti nel senso letterale della parola. Prendiamolo in significato più vasto: credenti, o cristiani, se più piace.
 Colui che crede serve Dio. Col Battesimo e la Confermazione vi siete impegnati a ciò. Con la fedeltà alle cerimonie volete dire a Dio, a voi, e al mondo, che volete servire Dio. Siete dunque, senza consacrazione, dei piccoli sacerdoti del vostro Dio. Dovreste esserlo perché Io vi chiamo tutti intorno a Me per amarmi e servirmi in questa vita e nella futura.
   Ma che avviene, dunque, allora? Perché vediamo dall'alto dei Cieli troppi leviti che nello smarrimento del mondo si allontanano da Me dietro a idoli che, se sono vergogna a ogni uomo che la Grazia ha fatto figlio di Dio, sono vergogna somma e profanazione per un consacrato? Perché vi sono altre religioni e altre cerimonie che non sono le mie per costoro? Perché hanno fatto dell'egoismo, del senso, del denaro, dell'ambizione le loro religioni? Perché servono la menzogna non avendo che una veste e non un'anima sacerdotale?
   E perché Io devo eleggere fra i figli di Sadoc coloro che sostituiscono le voci divenute mute e le lucerne spente? Per pietà del mondo. Sì. Per pietà.
   Ma guai a coloro che devo respingere al ruolo di custodi della mia Casa, non più di custodi! In ogni secolo vi furono gli eletti a sostituirli. Venuti da ogni professione e rango sociali. Portati dal turbine d'amore, salirono ben alti a purificarsi nel Fuoco e ad istruirsi con le voci della Fiamma divina. Hanno guardato un attimo Dio: con sincera, buona volontà di vederlo. E la visione li ha consacrati al suo servizio.
   Ed ecco che Io dico: "Essi staranno per la loro fedeltà alla mia presenza, i loro doni mi saranno graditi, Io li istruirò nella Verità, Io sarò la loro eredità".
   Oh! venite, o miei benedetti! Venite, voi a cui è stata rivelata la Verità non per opera di uomo ma per volere di Dio a premio del vostro amore fedele, voi a cui si può dire come dissi a Simone4: "Beati voi, perché non la carne né il sangue, ma il Padre mio che è nei Cieli vi ha dato di conoscere la Sapienza e conoscere il Cristo". Statemi sul cuore. Esso è pieno di ammaestramenti per voi e di amore infinito.»
   Gesù aggiunge: «Ho voluto farti un commento atto alle festività di oggi: S. Maria degli Angeli e S. A. M.5 de Liguori.»


   Magnificat, che è riportato in Luca 1, 46-55.
            
   2 è detto in Ezechiele 44, 3. Accanto ad Ore 12 la scrittrice annota: Capo 44° (se leggo bene) di Ezechiele. Infatti la scrittrice spesso sbagliava a leggere i numeri romani, come erano quelli dei capitoli nella Bibbia che lei usava.
            
   3 I leviti… è citazione da Ezechiele 44, 10-28.
            
   4 come dissi a Simone, in Matteo 16, 17.
            
   5 S.A.M. de Liguori sta per Sant'Alfonso Maria de Liguori, fondatore dei Redentoristi, dottore della Chiesa (1696-1787).

    27 giugno 1943

    Dice Gesù: 
   «L’occhio umano non può fissare il sole, mentre può guardare la luna. L’occhio dell’anima non può fissare la perfezione di Dio quale essa è. Ma può guardare la perfezione di Maria. Maria è come la luna rispetto al sole. Ne è illuminata e riflette su voi la luce che l’ha illuminata, ma addolcendola di quei mistici vapori che la rendono sopportabile alla limitata vostra natura. È per questo che Io ve la propongo da secoli come modello per voi tutti che ho voluto miei fratelli appunto in Maria.
   È la Madre. Che dolcezza per i figli guardare la madre! Ve l’ho data per questo, perché poteste avere una dolce Maestà la cui splendidezza fosse sufficiente a rapirvi, ma non ad abbacinarvi. Solo ad anime speciali, che ho scelto per motivi insindacabili, ho mostrato Me stesso, nel mio fulgore di Dio-Uomo, di Intelligenza e Perfezione assoluta. Ma insieme a quel dono ne ho dovuto dare1 un altro che le rendesse capaci di sopportare la mia conoscenza senza rimanerne annichilite2.
   Mentre Maria la potete tutti guardare. Non perché Ella sia simile a voi. Oh! no!
   La sua purezza è tanto alta che Io, suo Figlio e Dio, la tratto con venerazione. La sua perfezione è tale che l’intero Paradiso s’inchina al suo trono sul quale scende l’eterno sorriso e l’eterno splendore della Nostra Trinità. Ma questo splendore, che la compenetra e indìa più d’ogni altra creatura, è soffuso dai veli candidissimi della sua carne immacolata, per cui Ella raggia come una stella, raccogliendo tutta la luce di Dio e diffondendola come una luminosità soave su tutte le creature.
   E poi Ella vi è in eterno Madre. E della Madre ha tutte le pietà che vi scusano, che intercedono, che ammaestrano pazientemente. Grande è la gioia di Maria quando può dire a chi l’ama: "Ama mio Figlio". Grande è la mia gioia quando posso dire a chi mi ama: "Ama mia Madre". E grandissima è la nostra gioia quando vediamo che staccandosi dai miei piedi uno di voi va a Maria, o staccandosi dal grembo di Maria uno di voi viene verso di Me. Perché la Madre giubila di dare altri innamorati al Figlio, e il Figlio giubila di vedere amata da altri la Madre. La nostra gloria non cerca di sopraffarsi ma si completa nella gloria dell’altro.
   Perciò ti dico: "Ama Maria. Ti do a Lei che ti ama e che ti illuminerà unicamente con la soavità del suo sorriso".»

   dare risulta corretto, per errore, in darne 

   2 annichilite è nostra correzione da annichiliti

18 settembre 1943

   Dice Gesù: 
   «Ho detto ieri: "Il destino ve lo fate voi". Ora aggiungo: Il destino ve lo fate voi. Ma quando uno
fa la Volontà che il Padre gli propone è sicuro di farsi un destino di luce, mentre quando uno si chiude le orecchie e gli occhi per non sentire e non vedere la Volontà del Padre e chiude l’anima all’amore che porta all’ubbidienza, seguendo non la voce dello spirito, ma quella della carne e del sangue, attizzati da Satana, quest’uno si crea un destino di tenebre la cui fine è la morte dello spirito.
   Ora, se rifletti come nella vostra vita colui che ama - sia figlio, fratello, sposo, allievo, inferiore, sia chi sia - cerca sempre di accontentare l’amato, puoi intuire agevolmente come coloro che amano molto Dio seguano i desideri di Dio, quali essi siano; coloro che lo amano poco li seguano meno e seguono solo quei desideri che costano ad essi non troppa fatica; infine coloro che non lo amano affatto non lo seguono affatto nei desideri della sua santa Volontà, ma anzi si ribellano gettandosi sul sentiero che porta agli antipodi della mèta che Dio consiglia e si allontanano dal Padre bestemmiandolo.
   Si potrebbe concludere perciò, senza tema di errare, che la misura con cui una creatura ama il suo Creatore è data dalla misura con cui essa sa ubbidire ai desideri del suo Signore e Padre. Mentisce colui che dice di amare Iddio e poi non sa seguire la sua Voce che gli parla con amore per condurlo nella sua dimora.
   E chi vuole ingannare con la sua menzogna? Dio? Dio non si inganna. Le vostre parole hanno il vero significato che hanno, e non quello che voi ad esse date, e quel significato vero Dio lo comprende. Ora se voi dite d’amare il Signore e poi gli rifiutate l’ubbidienza, che è una delle prove basilari dell’amore, Egli non può che chiamarvi ipocriti e mentitori e trattarvi per tali.
   Volete forse ingannare Satana, usufruendo dei comodi accomodamenti di coscienza che vi suggerisce e nello stesso tempo significargli che voi volete godere in questa vita, ma godere anche nell’altra vita, barcamenando fra Dio e Satana, fra Cielo e Inferno? O stolti! L’Astuto non si inganna e, meno paziente di Dio, esige immediato compenso e occorre pagarlo subito, perché egli non accorda dilazione. E in verità vi dico che il suo giogo non è ala, ma è pesante macigno che schiaccia e sprofonda nel fango e nel buio.
   Volete forse ingannare voi stessi dicendovi che non è che una necessità della terra quellache vi spinge a fare la vostra volontà ma che, in fondo, voi vorreste fare quella di Dio perché la preferite? Ipocriti, ipocriti ipocriti.
In voi è un giudice che non conosce sonno, ed è il vostro spirito. Anche se voi lo ferite a morte e lo condannate a perire, esso grida in voi, finché siete di questa terra, grida le sue ansie di Cielo. Voi lo gravate e imbavagliate per renderlo immobile e muto, ma esso si agita fin a liberarsi del vostro bavaglio e getta il suo grido nel silenzio desolato del vostro cuore. E, come il grido del mio Precursore, è tanto tormentosa per voi quella voce, che cercate di spegnerla per sempre. Non ci riuscirete mai. Finché vivrete la udrete e nell’al di là griderà più forte rimproverandovi il vostro delitto di omicidi della vostra anima.
   La chiave di certe aberrazioni umane che crescono sempre più e portano l’individuo a mostruose delinquenze, è in questa voce della coscienza che voi cercate attutire con nuovi balzi di ferocia, così come l’intossicato cerca di dimenticare la sua voluta sventura attossicandosi sempre più, fino all’ebetimento.
Siate dei figli, creature mie. Amate, amate il nostro buon Padre che è nei Cieli. Amatelo per quanto potete. Facile vi sarà, allora, seguire la sua benedetta Volontà e farvi un destino di gloria eterna.
   Io, che l’ho amato alla perfezione, l’ho accontentato sino al sacrificio della mia divinità che per trentatré anni si è esiliata dai Cieli e della mia vita distrutta col più atroce martirio di carne, di mente, di cuore, di spirito.
   Mia Madre, che fu seconda a Me nel saper amare e che amò con tutta la perfezione possibile alla creatura - perché, sia detto per incidenza e a risposta ad una obbiezione che t’è stata fatta, perché Maria possedeva la pienezza di ogni virtù e attributo, sempre e naturalmente come creatura perfetta ma sempre creatura umana. Avendo in sé la pienezza della Grazia, ossia possedendo Dio come Lei sola lo ha posseduto, è ovvio che la sua perfezione raggiungesse altezze soltanto inferiori a quelle di Dio. - Ebbene, Maria, che fu seconda a Me nel saper amare, ha aderito alla Volontà di Dio sino al sacrificio della sua vocazione, che era di dedicarsi unicamente alle contemplazioni di Dio, e del suo cuore che le fu chiesto da Dio per essere stritolato.
   La divina Maternità di Maria è la prova viva della sua adesione alla Volontà di Dio. Io, il Figlio che non ha levato alla Madre il suo candore di giglio inviolato, sono la testimonianza della condiscendenza di Maria ai voleri di Dio.
   Ella ha sfidato l’opinione del mondo, il giudizio dello sposo, oltre che abbracciato il suo patibolo di Madre del Redentore, senza esitare. Garantita che Dio non respingeva il dono del suo candore, disse il più alto "fiat" detto da labbra mortali e non ebbe timori: la sua forza era Dio e a Lui Ella fidava il suo onore, il suo futuro, tutto, senza riserve. 
   Ecco i vostri modelli: Io e Maria. Seguiteci e vi farete un destino quale Iddio desidera per ogni sua creatura. Seguiteci e possederete la Pace, perché possederete Dio che è Pace e sentirete il benessere del vostro spirito.
   Le beatitudini che ho proclamato le avete già da questa terra se fate la Volontà del Padre vostro. Poi, nel Cielo, esse saranno settanta volte più grandi perché nulla ostacolerà, allora, il vostro fondersi in Dio.»


19 ottobre 1947 

 

Dopo essere stata tutto ieri con la visione della zona romana che dalla basilica di S. Paolo va verso la campagna che va verso sud rispetto a Roma, zona sulla quale vidi cader delle rose il 5 maggio u.s., avendo alla mia sinistra la Via Appia, una delle poche località di Roma che ricordo bene per averla vista nella mia unica sosta1 di tre giorni a Roma nel 1920 (ottobre) andando a visitare la tomba di S. Paolo, e a destra il Tevere che va verso il mare — e non so perché per tutto un giorno io debba aver avuto presente questa zona di campagna romana — come viene la notte viene anche Maria Ss. a bearmi… E fin qui nulla di così straordinario da farmi scrivere queste parole.
   Ma dopo che mi ero saturata della gioia di veder Maria, ecco apparire l'arcangelo S. Michele, sempre così imponentemente, direi quasi paurosamente bello, con la sua spada lampeggiante nella destra. E qui cessa la visione per me sola e diviene comunicazione universale.
   L'Arcangelo, indicando Maria Ss. tutta bella nella sua umiltà verginale – non si può descrivere la sua grazia di eterna Fan­ciulla… – grida: "Opponete l'arme che è 'Maria' al gran Serpente che avanza!". Che voce potente! Scrolla l'atmosfera come il rumore di un fulmine armonico. Maria Ss. china la testa guardando con infinita pietà la Terra… E l'Arcangelo grida tre volte il potente grido. È molto severo e imperioso l'Arcangelo difensore… Dopo il terzo grido e una pausa che lo segue, si prostra davanti a Maria venerandola dicendo: "Tu sola difesa! Tu sola vittoriosa! Tu sola speranza di salute contro il satanico veleno. Madre di Colui che non ha uguali, io ti saluto, mia Regina".
   È ancora prostrato quando, portando seco una luce rispetto alla quale il fulgore di S. Michele è tenue, scende volando ratto dai Cieli sulla Terra l'Arcangelo S. Gabriele. Tiene fra le mani un turibolo d'oro fumante di incensi. Biondeggia e biancheggia nei capelli e nelle vesti del suo aspetto, spirituale anche se, per essere visibile alla mia umanità, lo appesantisce con aspetto umano. La sua figura sprigiona luce, la gioiosa luce del Paradiso. Cantando – perché la voce di S. Gabriele è un canto soavissimo, indescrivibile – vola intorno a Maria incensandola col suo incenso, dicendo:
"Ave Maria! Regina degli Angeli, salute degli uomini, amore di Dio Uno e Trino! Dopo Dio, chi come te, Maria? Salve, Regina gloriosissima in Cielo, medicina a tutte le malattie che uccidono gli spiriti e spengono Fede, Speranza, Carità negli uomini. Ave, Maria!".

   Che notte beata! Resto lungamente contemplando la Vergine gloriosa e i due splendenti e così diversi Arcangeli, sinché un placido sonno (dopo tante notti di spasimi acuti) mi prende e dura sino a mattina quando mi ridesto, e tutto mi ritorna fresco alla mente, e il cuore è colmo della gioia come quando vedevo.
   Però, alla mia interna gioia spirituale si mescola un pensiero angoscioso, le parole di S. Michele: "Opponete l'arme che è 'Maria' al gran Serpente che avanza". Parole che si ricollegano a molte altre… E che mi fanno paura per la Chiesa di Roma e per noi, poveri e così deboli cristiani del 20° secolo.
   Per dare un riferimento il più possibile esatto sulla località nella quale, alta fra cielo e terra, vedevo svolgersi la visione della venerazione angelica alla B. V. Maria, dirò che la tomba di Cecilia Metella era alle mie spalle, ossia dietro me, alla sinistra (io volgevo le spalle a Roma), a nord-est del luogo, mentre alla mia destra vedevo andare, pigro verso il mare, il Tevere.
   Oggi è il terzo giorno che, dopo aver pregato la B. V. delle Tre Fontane, ho avuto la grazia fisica che imploravo.

   sosta, cui accenna all'inizio del capitolo "In Calabria" nella parte terza dell'Autobiografia.