MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

A A A

News


Pubblicato il 10/04/2024

Quarto giorno della Novena a Santa Bernadette Soubirous con riferimenti alle Opere di Maria Valtorta

     

   QUARTO GIORNO

   SOFFERENZA

   'La croce può sostituire tutto, ma nulla può sostituire la Croce'. (S. Bernadette S.)

   La salute di Bernadette fu sempre precaria: l’asma, di cui soffriva sin da bambina, non le dava tregua; soffriva di reumatismi articolari molto dolorosi e terribili sbocchi di sangue in più occasioni fecero temere per la sua vita. A queste sofferenze fisiche si aggiunse il dolore per la morte precoce di entrambi i genitori. I quindici anni di vita conventuale furono un vero Calvario di sofferenza. Le stesse superiori la trattavano con freddezza, per un disegno provvidenziale che preclude alle anime elette la comprensione e spesso anche la benevolenza delle anime mediocri. Come la Madonna le aveva preannunciato, non era prevista per lei felicità in questo mondo    

   Preghiera:

   Santa Bernadette, che con tanta pazienza e con tanta fiducia in Dio, sopportasti le sofferenze della contraddizione morale quando conversavi con la Vergine del Cielo, e sopportasti i dolori fisici della malattia, ottienici questa tua stessa sottomissione alla sofferenza anche nella nostra vita.

   Padre nostro, 7 Ave Maria, Gloria, Magnificat

 

   Dai Quaderni di Maria Valtorta, 14 giugno 1943. Dopo la Comunione.

   Dopo la Comunione. Dice Gesù: 
   «Prima ascolta quello che ti dico e poi, per ubbidienza al Padre1, copierai la lezione sui consacrati. Sai perché, Maria, ti sono illuminate cose che sono proprio riservate solo a te? Perché tu non ti sei accontentata di seguire Gesù fino al Cenacolo, ma sei entrata dietro al tuo Sposo di dolore, anche nella camera della tortura. Ci vuole molta generosità, molta carità, molta fedeltà per fare questo, ed Io so premiare questi tre molti.
   Quando fui arrestato, apostoli e discepoli, che avevano saputo seguirmi giurandomi fedeltà fino alla frazione del pane, fuggirono. Soltanto due mi seguirono. Giovanni l’amoroso e Pietro l’impulsivo. Però Pietro, come tutti gli impulsivi, franse il suo impeto davanti al primo scoglio della difficoltà e della paura e si fermò alla porta. Giovanni, il tutto amore, sfidò tutto e tutti ed entrò.
   Vi fu più coraggio in Giovanni in quell’attimo, che in tutto il resto della sua vita. Dopo, durante il lungo apostolato, era corroborato dallo Spirito Santo e aiutato, nei primi anni, dalla Madre mia, Maestra di fortezza e di apostolato. Inoltre era stato avvalorato nella fede dalla mia Resurrezione2, dai primi miracoli dal vedere sempre più propagarsi la mia dottrina.
   Ma quella notte era solo. Aveva contro a sé una folla imbestialita, Satana soffiava i suoi dubbi per trascinare gli altri, specie i fedeli, nel dubbio che è il primo passo della negazione. Aveva contro la pavidità della sua carne che sentiva il pericolo del Maestro, e che sentiva traboccare lo stesso pericolo sui suoi seguaci.
   Ma Giovanni, amore e purezza, restò ed entrò dietro al suo Maestro, al suo Sposo, al suo Re. Re di dolore, Sposo di dolore, Maestro di dolore.
   Finché un’anima non accetta di essere ammessa nel “segreto del dolore” che Io, il Cristo, ho gustato fino in fondo, non può pretendere di conoscere a fondo la mia dottrina, né di avere lumi che escano dai piccoli lumi concessi a tutti.
   Io sprigiono dalla mia Fronte incoronata di spine, dalle mie mani trafitte, dai miei piedi forati, dal mio petto squarciato, raggi di luce speciale. Ma questi vanno a coloro che si affissano sulle mie Piaghe e sul mio dolore e trovano dolore e piaghe più belli di ogni altra creata cosa. 
   La stigmatizzazione3 non è sempre cruenta. Ma ogni anima, innamorata di Me al punto di seguirmi nella tortura e nella morte che è vita, porta le mie stigmate nel suo cuore, nella sua mente. I miei raggi sono armi che feriscono e luci che illuminano. Sono grazia che entra e vivifica4, sono grazia che istruisce ed eleva.
   Do per mia benignità a tutti, ma do infinitamente a chi si dà a Me totalmente. E credi che in verità se le opere dei giusti sono scritte nel gran Libro che sarà aperto l’estremo giorno, le opere dei miei amorosi fino all’olocausto, le opere delle vittime volontarie, a somiglianza mia, per la redenzione dei fratelli, sono scritte nel mio Cuore, né mai, nei secoli dei secoli, saranno cancellate.
   Che poi tu non possa spiegare come avviene il fenomeno di vedere certe speciali cose, riservate a te sola, bene illuminate, è naturale. Non provare neanche a spiegare. Diresti molte parole e non diresti nulla. Sono cose che si accettano e non si spiegano, neppure a se stessi. Si accettano con semplicità di bimbo, con semplicità di colomba.
   Si dà al prossimo quello che il buon Gesù dice di donare e si tiene per sé il resto come margherite preziose chiuse nel cuore, cercando di meritarne molte altre con una vita tutta immersa nella carità, nella fedeltà, nella generosità, nella purezza.»

Udita il giorno 10 giugno e copiata oggi 145.

   1 Padre Migliorini.

   2 Resurrezione è nostra correzione da Resurrezzione 

   3 stigmatizzazione è nostra correzione da stigmatizazzione

   4 vivifica è nostra correzione da vivivifica 

   5 Vedi la nota 6 di pag. 21.