MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

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Pubblicato il 20/05/2023

Secondo giorno del Triduo a Santa Rita da Cascia con riferimenti alle Opere di Maria Valtorta.

    Cari amici e amiche, fratelli e sorelle in Cristo nostro Unico Signore e Divin Medico,  ci è gradito condivere con voi questo Triduo alla grande 'Santa dei casi impossibili', della quale siamo devoti, e si possono sperimentare la generosità e la potenza d'intercessione sulla base di una fede ardente, abbandonata e perseverante: Dio non mancherà di intervenire presto, secondo la Sua SS Volontà che procura il nostro Bene e soccorre nelle necessità che ne sono funzione, secondo la Sua Divina Misericordia e Previdenza che conosce i nostri bisogni e si ricorda sempre che ne abbiamo di umani e spirituali.
   Buona lettura e preghiera. Dio sia sempre lodato e onorato!

   O Dio Vieni a salvarmi

   Signore vieni presto in mio aiuto

   Gloria

   Quale oppressione incombe sull'anima mia, o potentissima Santa Rita ! M'invadono lo sgomento, il terrore e le quotidiane amarezze della vita !Se tu non mi soccorri, io resto sfiduciato e vinto.
   O Santa degli impossibili, deh, vieni a portar luce, conforto ed alimento all'anima mia, toglimi da quest'ansia che si assomiglia alla morte; non mi lasciare così, te ne supplico ardentemente, perché in te ho riposto tutta la mia fiducia. Iddio pose nelle tue mani le grazie impossibili ed i casi disperati: tu puoi, tu devi esaudirmi, e se manca il fervore alla preghiera, accoglila ugualmente affinché essa, purificata per i tuoi santissimi meriti, ascenda al trono del Misericordiosissimo Iddio.
   Sì, o potente Taumaturga, oggi che tutto il mondo ti applaude e ti glorifica, anche a me fa sentire la potenza del tuo braccio, mostra anche a me la tua misericordia, impetrami la grazia lungamente desiderata, se torna di vantaggio all'anima mia. ( si chieda la grazia )

   Padre, 7 Ave, Gloria, Magnificat

   Dai Quaderni, 31 dicembre 1943

   Dice Gesù
   «Due riflessioni necessarie a farsi sempre, e specie più ora che sotto la sferza del demonio i vostri cuori sono portati a vacillare nel dubbio, primo passo verso la disperazione. È quel che vuole Satana. A lui non importano tanto le rovine materiali che produce, ma gli effetti spirituali che esse hanno in voi. Perciò è bene che Io, Maestro, vi ripeta ancora una volta1 la lezione circa il modo di comportarsi per ottenere.
   Dice Marco al capo 6° del suo Vangelo, al versetto 5: "E non poteva (Gesù) fare alcun miracolo e non guarì che pochi infermi".
   Con quanto amore ero andato alla mia patria, solo chi pensa alla perfezione dell’Uomo-Dio, il quale ha sublimato le passioni umane rendendole sante come la sua natura importava, lo può comprendere. Dio non nega e interdice i vostri sentimenti quando essi sono onesti e santi. Condanna unicamente quelli che voi chiamate erroneamente sentimenti ma sono in realtà pervertimenti.
   Io dunque amavo la mia patria, e in essa, di amore particolare, il mio paese. A Nazaret, dalla2quale ero partito per evangelizzare, il mio cuore tornava ogni giorno con pensiero d’amore e tornavo Io pure, perché l’avrei voluta beneficare e santificare, nonostante la sapessi verso Me chiusa e ostile. Se profusi dovunque3 la potenza del miracolo, a Nazaret avrei voluto che dessa potenza non lasciasse insoluto nessun caso di malattia fisica, di malattia morale, di malattia spirituale, avrei voluto consolare ogni miseria, dare luce ad ogni cuore.
   Ma contro Me era l’incredulità dei miei compaesani. Perciò unicamente ai pochi che vennero a Me con fede e senza superbia di giudizio venne concesso il miracolo.
   Voi mi accusate tante e tante volte di non ascoltarvi e di non4 esaudirvi. Ma esaminatevi, o figli. Come venite a Me? Dove è in voi quella fede costante, assoluta, simile a quella di un bambino innocente che sa che il fratello maggiore, il padre amoroso, il nonno paziente possono aiutarlo e farlo contento nei suoi infantili bisogni poiché lo amano tanto? Dove è tale fede in voi verso di Me? Non sono forse Io fra voi straniero come lo ero a Nazaret, perché l’incredulità e la critica mi vi espellevano quale cittadino?
   Voi pregate. Vi è ancora chi prega. Ma mentre mi chiedete una grazia pensate, senza dirlo neppure a voi stessi, ma lo pensate con il profondo dello spirito: "Dio non mi ascolta. Dio questa grazia non può farmela".
   Non può!! Cosa non può Dio? Pensate che dal nulla ha fatto l’Universo5, pensate che da millenni lancia i pianeti negli spazi e ne regola il percorso, pensate che contiene le acque sui lidi e senza barriere d’argini, pensate che dal fango ha fatto quell’organismo che voi siete, pensate che in esso organismo un seme e poche gocce di sangue che si mescolano creano un nuovo uomo, il quale nel formarsi è in rapporto con fasi astrali, lontane migliaia di chilometri, ma che pure non sono assenti nella opera di formazione di un essere, così come regolano, coi loro eteri e i loro sorgere e tramontare sui vostri cieli, il germinare delle biade ed il fiorire degli alberi; pensate che nel suo potere sapiente ha creato i fiori dotati di organi atti a fecondare altri fiori ai quali fanno da pronubi i venti e gli insetti. Pensate che non vi è nulla che non sia stato creato da Dio, così perfettamente creato, dal sole al protozoo, che voi a tale perfezione non potete nulla aggiungere. Pensate che la sua sapienza ha ordinato, dal sole al protozoo, tutte le leggi per vivere, e convincetevi che nulla è impossibile a Dio, il quale può disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi.
   Quante volte nel corso dei millenni gli abitanti della Terra non sono rimasti stupiti per fenomeni6stellari di inconcepibile grandezza: meteore dalle luci strane, sole nella notte, comete e stelle che nascono come fiori in un giardino, nel giardino di Dio, e che vengono lanciati negli spazi come per giuoco di bimbo a stupirvi?!
   I vostri scienziati danno ponderose7 spiegazioni di disgregazione e di nucleazione di cellule o di corpi stellari per rendere umane le incomprensibili germinazioni dei cieli. No. Tacete. Dite una sola parola: Dio. Ecco il formatore di quelle lucenti, rotanti, ardenti vite! Dio è quello che, a monito per voi dimentichi, vi dice che Egli è attraverso le aurore boreali, attraverso le guizzanti meteore che fanno di zaffiro, di smeraldo, di rubino o di topazio l’etere da loro solcato, attraverso le comete dalla fiammante coda simile a manto di celeste regina trasvolante per i firmamenti, attraverso l’aprirsi di un altro occhio stellare sulla volta del cielo, attraverso il rotare del sole percepibile a Fatima per persuadervi al volere di Dio. Le altre vostre induzioni sono fumo di umana scienza e nel fumo avviluppano errore.
   Tutto è possibile a Dio. Ma per quanto vi riguarda sappiate che da voi Dio esige unicamente fede per agire. Voi fate argine al potere di Dio con la vostra sfiducia. E le vostre preghiere sono inquinate di sfiducia. Non calcolo poi quelli che non pregano ma che bestemmiano.
   Altro punto del vangelo di Marco è il versetto 13 dello stesso 6° capitolo: "...e ungevano con olio gli infermi e li guarivano". Nella empirica medicina di allora l’olio aveva una parte principale. Né si può dire che fosse più nociva o meno efficace delle vostre complicate medicine di ora. Anzi era di certo più innocua. Ma non era nell’olio che risiedeva il potere di guarigione per gli infermi ai quali gli apostoli miei compievano le unzioni.
   Come sempre, alla pesantezza umana era necessario un segno, visibile. Chi avrebbe potuto credere che il tocco della mano di quei poveri uomini che erano i miei apostoli, conosciuti come pescatori e popolani, potesse risanare? Se lo avessero creduto avrebbero detto: "Risanate per potere del principe dei demoni", come lo hanno detto a Me8. E li avrebbero accusati come posseduti dai demoni. Ciò non doveva essere. Perciò detti loro il mezzo, umano, per essere creduti, se non altro, degli empirici. Ma il potere era Dio che lo infondeva in loro per fare proseliti alla sua dottrina.
   Io l’ho detto: "Coloro i quali credono in Me potranno camminare sui serpenti e scorpioni e compiere le opere che Io faccio"9. Io non mento mai e nella mano di un bambino in Me credente e vivente posso infondere potere divino. La storia del cristianesimo non è colma di tali miracoli? i primi secoli ne sono cosparsi e la fioritura di essi si è andata sminuendo non per sminuito potere di Dio, ma perché siete voi insufficienti al compito di essere i ministri di Dio.
   Abbiate, abbiate, abbiate fede. Essa vi salverà.»

   1 Già detto, ad esempio, il 22 luglio 1943, ne «i quaderni del 1943», pag. 157.

   2 dalla è nostra correzione da dal 

   3 profusi dovunque è nostra costruzione da dovunque profusi 

   4 e di non è nostra correzione da ed

   5 Genesi 1, 1-31.

   6 fenomeni è nostra correzione da fenomini 

   7 ponderose è nostra correzione da ponderosi 

   8 Matteo 12, 24.

   9 Marco 16, 17-18; Luca 10, 19.