MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME I CAPITOLO 57



LVII. Nazareth con Giuda Taddeo e con altri sei discepoli

   31 ottobre 1944.

   57.1Gesù giunge con il cugino e i sei discepoli nelle prossimità di Nazaret. Dall’alto del poggio dove si trovano si vede la cittadina, bianca fra il verde, salire e scendere per le chine su cui è costruita, un dolce ondulare di chine, dove appena sentito, dove più marcato.
   «Siamo giunti, amici. Ecco là la mia casa. Mia Madre è in essa, perché fumo si eleva dalla casa. Forse fa il pane. Io non vi dico: “Restate”, perché penso che avrete ansia di giungere a casa. Ma se volete spezzare con Me il pane e conoscere Quella che già Giovanni conosce, vi dico: “Venite”».
   I sei, che erano già tristi per l’imminente separazione, tornano tutti lieti e accettano di cuore.
   «Andiamo, dunque».
   Scendono sveltamente la collinetta e prendono la via maestra. È verso sera. Fa ancora caldo, ma già le ombre scendono sulla campagna in cui le biade tendono a maturare.
   Entrano in paese. Donne che vanno e vengono dalla fonte, uomini sulle soglie delle minuscole officine o negli orti, salutano Gesù e Giuda.
   I bambini, poi, si affollano intorno a Gesù.
   «Sei tornato?».
   «Adesso resti qui?».
   «Mi si è rotta di nuovo la ruota del carrettino».
   «Sai, Gesù? Mi è nata una sorella e l’hanno chiamata Ma­ria».
   «Il maestro mi ha detto che so tutto e che sono un vero figlio della Legge».
   «Sara non c’è perché ha la mamma malata forte. Piange, perché ha paura».
   «Mio fratello Isacco ha preso moglie. C’è stata gran festa».
   Gesù ascolta, carezza, encomia, promette aiuto.

   57.2Giungono a casa così. E sulla soglia è già Maria, avvisata da un ragazzetto premuroso.
   «Figlio mio!».
   «Mamma!».
   I due sono uno fra le braccia dell’altra. Maria, molto più bassa di Gesù, ha il capo appoggiato sul sommo del petto del Figlio, chiusa fra il cerchio delle sue braccia. Egli la bacia sui capelli biondi. Entrano in casa.
   I discepoli, Giuda compreso, restano fuori, per lasciare liberi i due nelle loro prime espansioni.
   «Gesù! Figlio mio!». La voce di Maria è trepida come quella di chi ha le lacrime in gola.
   «Perché, Mamma, così?».
   «O Figlio! Mi hanno detto… Nel Tempio c’erano dei galilei, dei nazareni, quel giorno… Sono tornati… e hanno raccontato… O Figlio!…».
   «Ma tu lo vedi, Mamma! Io sto bene. Nessun male m’è venuto. Solo è venuta gloria a Dio nella sua Casa».
   «Sì. Lo so, Figlio del mio cuore. So che è stato come lo squillo che evoca i dormienti. E per la gloria di Dio io ne sono felice… felice che questo mio popolo si svegli a Dio… Io non ti rimprovero… io non ti ostacolo… ti comprendo… e… e son felice… ma ti ho generato, io, Figlio mio!…».
   Maria sta ancora fra il cerchio delle braccia di Gesù ed ha parlato tenendo le manine aperte e appoggiate sul petto del Figlio, colla testa alzata verso di Lui, l’occhio più lucido per il pianto che è pronto a scendere, e ora tace, riappoggiando la testa sul petto di Lui. Pare una tortorina grigia, così vestita di bigiognolo come è, fra il riparo di due forti ali di candore, perché Gesù è ancora col suo abito e manto bianco.
   «Mamma! Povera Mamma! Cara Mamma!…». Gesù la bacia ancora.

   57.3Poi dice: «Ebbene, vedi? Io sono qui, e non solo. Ho con Me i discepoli primi, e altri sono in Giudea. E anche il cugino Giuda è con Me e mi segue…».
   «Giuda?».
   «Sì, Giuda. So perché sei stupita. Certo, fra coloro che hanno parlato del fatto erano Alfeo coi figli… e non erro dicendo che mi hanno criticato. Ma non avere paura. Oggi così, domani non così. L’uomo va coltivato come la terra, e dove sono triboli escono rose. Giuda, che tu ami, è già con Me».
   «Dove è ora?».
   «Lì fuori con gli altri. Hai pane per tutti?».
   «Sì, Figlio. Maria d’Alfeo è nel forno che lo sforna. Molto buona è Maria con me, e specie ora».
   «Dio le darà gloria». Si fa sulla porta e chiama: «Giuda! Qui è tua madre! Amici, venite!».
   Entrano e salutano. Ma Giuda bacia Maria. E poi corre in cerca di sua madre.
   Gesù nomina i cinque: Pietro, Andrea, Giacomo, Natanaele, Filippo; perché Giovanni, già noto a Maria, l’ha salutata subito dopo Giuda, inchinandosi e ricevendone benedizione.

   57.4Maria li saluta e li invita a sedersi. È la padrona di casa e, pur adorando con lo sguardo il suo Gesù — pare che l’anima continui a parlare, per gli occhi, col Figlio — si occupa degli ospiti. Vorrebbe portare l’acqua per ristorarli. Ma Pietro scatta: «No, Donna. Non posso permetterlo. Tu siedi presso tuo Figlio, Madre santa. Io andrò, andremo nell’orto per rinfrescarci».
   Accorre Maria d’Alfeo, rossa e infarinata, e saluta Gesù che la benedice, e poi conduce i sei nell’orto, alla vasca, e torna felice. «Oh! Maria!», dice alla Vergine. «Giuda mi ha detto. Come sono contenta! Per Giuda e per te, cognata mia. So che gli altri mi grideranno. Ma non mi importa. Sarò felice il giorno che li saprò tutti di Gesù. Noi mamme sappiamo… sentiamo quello che è bene per i figli. E io sento che il bene delle mie creature sei Tu, Gesù».
   Gesù la carezza sul capo, sorridendole.
   Tornano i discepoli, e Maria di Alfeo serve pane fragrante, ulive e formaggio. E porta un’anforetta di vinetto rosso, che Gesù mesce ai suoi amici. È sempre Gesù che offre e poi distribuisce.

   57.5Un poco impacciati sulle prime, i discepoli dopo si fanno più sicuri, e raccontano delle loro case, del viaggio a Gerusalemme, dei miracoli avvenuti. Sono pieni di zelo e di affetto, e Pietro cerca di farsi di Maria un’alleata per ottenere di essere subito presi da Gesù senza attese a Betsaida.
   «Fate quanto Egli dice», esorta Lei con un sorriso soave. «Questa attesa vi gioverà più di una unione immediata. Il mio Gesù fa tutto bene quanto fa».
   La speranza di Pietro muore. Ma egli si rassegna con buon garbo. Chiede solo: «Durerà molto l’attesa?».
   Gesù lo guarda con un sorriso, ma non dice altro.
   Maria interpreta quel sorriso come un segno benevolo e dice: «Simone di Giona, Egli sorride… perciò io ti dico: rapido come volo di rondine sul lago sarà il tempo del tuo attendere ubbidiente».
   «Grazie, Donna».

   57.6«Non parli, Giuda? E tu, Giovanni?».
   «Ti guardo, Maria».
   «Ed io pure».
   «Anche io vi guardo e… sapete? Mi torna in mente un’ora lontana. Anche allora avevo sempre tre paia d’occhi fissi al mio viso con amore. Ricordi, Maria, i miei tre scolari?».
   «Oh! se ricordo! È vero! Anche ora tre, di un’età quasi uguale, ti guardano con tutto l’amore che è loro. E costui, Giovanni, credo, mi pare il Gesù d’allora, così biondo e roseo, e più giovane di tutti».
   Gli altri vogliono sapere, e ricordi e aneddoti scorrono nelle parole, col tempo. Viene la sera.
   «Amici, Io non ho ambienti. Ma lì vi è il laboratorio dove lavoravo. Se volete trovare rifugio lì… Ma non vi sono che i banconi».
   «Letto comodo per pescatori usi a dormire su strette assi. Grazie, Maestro. Dormire sotto il tuo tetto è onore e santificazione».
   Si ritirano con molti saluti. Anche Giuda si ritira con sua madre; vanno alla loro casa.
   In questa stanza restano Gesù e Maria, seduti sulla cassapanca, al lume della lucernetta, un braccio intorno alle spalle dell’altro, e Gesù racconta, e Maria ascolta, beata, trepida, felice…
   La visione cessa così.