MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME I CAPITOLO 72



LXXII. Verso Betlem con Giovanni, Simone Zelote e Giuda Iscariota

   7 gennaio 1945.

   72.1Vedo, sin dal primo mattino, Gesù che, sempre alla stessa porta, si unisce coi discepoli Simone e Giuda. Gesù è già con Giovanni. E sento che dice: «Amici, vi chiedo di venire con Me per la Giudea. Se troppo non vi costa, specie a te, Simone».
   «Perché, Maestro?».
   «È aspro il cammino sui monti giudaici… e forse anche più aspro ti sarà l’incontrare taluni che ti hanno fatto del male».
   «Per il cammino ti assicuro, ancora una volta, che dopo che Tu mi hai sanato sono più forte di un giovane e nessuna fatica mi pesa, anche perché è fatta per Te, e ora, poi, con Te. Per l’incontro con chi mi ha nuociuto, non c’è più asprezza di risentimenti, e neppure di sentimenti, nel cuore di Simone da quando è tuo. L’odio è caduto insieme alle scaglie del male. E non so, credilo, se dirti che hai fatto maggior miracolo nel guarirmi la carne corrosa o l’anima bruciata dal rancore. Penso di non errare nel dire che il miracolo più grande fu quest’ultimo. Guarisce sempre meno facilmente una piaga dello spirito… e Tu mi hai guarito d’un tratto. Questo è miracolo. Perché, no, d’un tratto uno non guarisce, anche se vuole farlo con tutte le sue forze, non guarisce l’uomo di un abito morale, se Tu non annulli quell’abito col tuo santificante volere».
   «Non erri nel giudicare».

   72.2«Perché non lo fai con tutti, così?», chiede Giuda un poco risentito.
   «Ma lo fa, Giuda. Perché parli così al Maestro? Non ti senti diverso da quando lo avvicini? Io ero già discepolo di Giovanni il Battezzatore. Ma tutto cambiato mi sono trovato da quando Egli mi ha detto: “Vieni”».
   Giovanni, che generalmente non interviene mai, e specie se c’è da farsi avanti al Maestro non lo fa mai, questa volta non sa tacere. Dolce e affettuoso, ha posato una mano sul braccio di Giuda come per calmarlo e gli parla affannoso e persuasivo. Poi si avvede di aver parlato prima di Gesù, arrossisce e dice: «Perdono, Maestro. Ho parlato in tua vece… ma volevo… volevo che Giuda non ti addolorasse».
   «Sì, Giovanni. Ma non mi ha addolorato come discepolo. Quando lo sarà, allora, se persisterà nel suo modo di pensare, mi addolorerà.

   72.3Mi rattrista solo constatare quanto l’uomo è corrotto da Satana, che gli travia il pensiero. Tutti, sapete? Tutti avete il pensiero turbato da lui! Ma verrà, oh! verrà il giorno in cui avrete in voi la Forza di Dio, la Grazia; avrete la Sapienza col suo Spirito… Allora avrete tutto per giudicare giustamente».
   «E giudicheremo tutti giustamente?».
   «No, Giuda».
   «Ma parli per noi, discepoli, o per tutti gli uomini?».
   «Parlo alludendo prima a voi, poi agli altri tutti. Quando sarà l’ora, il Maestro creerà i suoi operai e li manderà per il mondo…».
   «Non lo fai già?».
   «Per ora non vi uso che per dire: “C’è il Messia. Venite a Lui”. Allora vi farò capaci di predicare in mio nome, di compiere miracoli in mio nome…».
   «Oh! anche miracoli?».
   «Sì, sui corpi e sulle anime».
   «Oh! come saremo ammirati, allora!». Giuda è gongolante a quest’idea.

   72.4«Non saremo più col Maestro allora, però… e io avrò sempre paura di fare quel che è da Dio con capacità di uomo», dice Giovanni e guarda Gesù pensierosamente e un poco triste anche.
   «Giovanni, se il Maestro permette, vorrei dirti il mio pensiero», dice Simone.
   «Dillo a Giovanni, desidero che vi consigliate a vicenda».
   «Sai già che è un consiglio?».
   Gesù sorride e tace.
   «Ebbene, allora io ti dico, Giovanni, che non devi, non dobbiamo temere. Appoggiamoci alla sua sapienza di Maestro santo e alla sua promessa. Se Egli dice: “Vi manderò”, segno è che sa di poterci mandare senza che noi si nuoccia a Lui e a noi, ossia alla causa di Dio, che tutti abbiamo cara come sposa testé sposata. Se Egli ci promette di vestire la nostra miseria intellettuale e spirituale con i fulgori della potenza che il Padre gli dà per noi, dobbiamo esser certi che lo farà e noi potremo, non per noi, ma per sua misericordia. Certamente però tutto questo avverrà se noi non metteremo orgoglio, desiderio umano nel nostro operare. Io penso che se corromperemo la nostra missione, che è tutta spirituale, con elementi che sono terrestri, allora verrà meno anche la promessa del Cristo. Non per incapacità sua, ma perché noi strozzeremo questa capacità col laccio della superbia.

   72.5Non so se mi spiego bene».
   «Ti spieghi molto bene. Ho avuto torto io. Ma sai… penso che, in fondo, desiderare di essere ammirati come discepoli del Messia, tanto suoi da aver meritato di fare ciò che Lui fa, sia desiderio di aumentare ancora la potente figura del Cristo presso le genti. Lode al Maestro che ha tali discepoli, ecco ciò che voglio dire io», gli risponde Giuda[151].
   «Non è tutto errore nel tuo dire. Ma… vedi, Giuda. Io vengo da una casta che è perseguitata per… per avere male capito cosa e come deve essere il Messia. Sì. Se noi lo avessimo atteso con giusta visione del suo essere, non avremmo potuto cadere in errori che sono bestemmia alla Verità e ribellione alla legge di Roma, per cui e da Dio e da Roma fummo puniti. Abbiamo voluto nel Cristo vedere un conquistatore e un liberatore d’Israele, un Maccabeo novello[152], e più grande del grande Giuda… Questo solo. E perché? Perché, più degli interessi di Dio, abbiamo curato gli interessi nostri: della patria e dei cittadini. Oh! santo anche l’interesse della patria. Ma che è davanti al Cielo eterno? Quanto — nelle lunghe ore di persecuzione prima e di segregazione poi, quando fuggiasco mi nascondevo nelle tane delle bestie selvatiche, condividendo con esse letto e cibo, per sfuggire alla forza romana e soprattutto alle delazioni dei falsi amici; oppure quando, attendendo la morte, già gustavo l’odore del sepolcro nella mia spelonca di lebbroso — ho pensato e ho visto: ho visto la figura vera del Messia… la tua, Maestro umile e buono, la tua, Maestro e Re dello spirito, la tua, o Cristo, Figlio del Padre che al Padre conduci, e non alle regge di polvere, non alle deità di fango. Tu… oh! mi è facile seguirti… Perché, perdona il mio ardire che si proclama giusto, perché ti vedo come ti ho pensato, ti riconosco, subito ti ho riconosciuto. Sì, non è stato un conoscimento di Te, ma un riconoscere Uno che già l’anima aveva conosciuto…».
   «Per questo ti ho chiamato… e per questo ti porto con Me, ora, in questo mio primo viaggio in Giudea.

   72.6Voglio che tu completi il riconoscimento… e voglio che anche questi, che l’età fa meno capaci di giungere al vero per meditazione severa, sappiano come il loro Maestro è giunto a quest’ora… Capirete poi. Eccoci in vista della torre di Davide. La porta Orientale è vicina».
   «Usciamo da essa?».
   «Sì, Giuda. Andiamo a Betlem per primo luogo. Là dove nacqui… È bene che lo sappiate… per dirlo agli altri. Anche questo rientra nel conoscimento del Messia e della Scrittura. Troverete le profezie scritte nelle cose con voce non più di profezia ma di storia. Giriamo lungo le case d’Erode…».
   «La vecchia volpe malvagia e lussuriosa».
   «Non giudicate. Vi è Dio che giudica. Andiamo per quel sentiero fra queste ortaglie. Sosteremo all’ombra di un albero, presso qualche casa ospitale, sinché il sole è cocente. Poi proseguiremo il cammino».
   La visione ha termine.

[151] gli risponde Giuda è un’aggiunta di MV su una copia dattiloscritta.
[152] un Maccabeo novello, cioè un nuovo Giuda Maccabeo, il capo dei giudei delle cui gesta si parla specialmente in: 1 Maccabei 3, 1-26.