MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

A A A

VOLUME II CAPITOLO 150



CL. A Nazareth dalla Madre, che dovrà seguire il Figlio.

   30 aprile 1945.

   150.1 Gesù è solo. Cammina svelto per la via maestra che è prossima a Nazaret ed entra nella città dirigendosi verso la casa. Quando è prossimo ad essa vede la Madre che va a sua volta verso la casa con a fianco il nipote Simone carico di fascine secche. La chiama: «Mamma!».
    Maria si volge esclamando: «Oh! Figlio mio benedetto!», e ambedue si corrono incontro mentre Simone, gettate a terra le sue fascine, imita Maria andando verso il cugino, che saluta cordialmente.
    «Mamma mia, sono venuto. Sei contenta, ora?».
    «Tanto, Figlio mio. Ma… se è solo per la mia preghiera che lo hai fatto, io ti dico che non mi è e non ti è lecito seguire il sangue più che la missione».
    «No, Mamma. Sono venuto anche per altre cose».
    «È dunque proprio vero, Figlio mio? Io credevo, volevo credere che fossero voci di menzogna e che Tu non fossi tanto odiato…». Le lacrime sono nella voce e nell’occhio di Maria.
    «Non piangere, Mamma. Non mi dare questo dolore. Ho bisogno del tuo sorriso».
    «Sì, Figlio, sì. È vero. Tu vedi tanti volti duri di nemici che hai bisogno di tanto amore e di sorriso. Ma qui, vedi? C’è chi ti ama per tutti…». Maria, che si appoggia lievemente al Figlio che la tiene abbracciata alle spalle, camminando lentamente verso casa, cerca di sorridere per cancellare ogni pena dal cuore di Gesù.
    Simone ha ripreso le sue fascine e cammina al fianco di Gesù.
    «Sei pallida, Mamma. Ti hanno dato molto dolore? Sei stata ammalata? Ti sei troppo affaticata?».
    «No, Figlio. No. Nessun dolore a me. Unica pena Te lontano e non amato. Ma qui, con me, sono tutti molto buoni. Non parlo neppure di Maria e di Alfeo; quelli Tu lo sai che sono. Ma anche Simone, vedi come è buono? Sempre così. È stato il mio aiuto in questi mesi. Ora mi rifornisce di legna. È tanto buono. E anche Giuseppe, sai? Tanti pensieri gentili per la loro Maria».
    «Dio ti benedica, Simone, e benedica anche Giuseppe. Che ancora non mi amiate come Messia ve lo perdono. Oh! all’amore di Me Cristo verrete! Ma come potrei perdonarvi di non amare Lei?».
    «Amare Maria è una giustizia e una pace, Gesù. Ma anche Tu sei amato… solo, ecco, noi temiamo troppo per Te».
    «Sì. Mi amate umanamente. Verrete all’altro amore».
    «Ma anche Tu, Figlio mio, sei pallido e smagrito».
    «Sì. Più vecchio sembri. Lo vedo io pure», osserva Simone.

   150.2 Entrano in casa e Simone, deposte al loro posto le fascine, si ritira discretamente.
    «Figlio, ora che siamo soli dimmi la verità. Tutta. Perché ti hanno cacciato?». Maria parla tenendo le mani sulle spalle del suo Gesù e lo fissa nel volto smagrito.
    Gesù ha un sorriso dolce e stanco: «Perché cercavo di portare l’uomo alla onestà, alla giustizia, alla vera religione».
    «Ma chi ti accusa? Il popolo?».
    «No, Madre. I farisei e gli scribi, meno qualche giusto fra essi».
    «Ma che hai fatto per attirarti le loro accuse?».
    «Ho detto la verità. Non sai che è il più grande sbaglio presso gli uomini?».
    «E che hanno potuto dire per giustificare le loro accuse?».
    «Delle menzogne. Quelle che sai e altre ancora».
    «Dille alla tua Mamma. Il tuo dolore mettilo tutto nel mio seno. Un seno di madre è abituato al dolore ed è felice di consumarlo, pur di levarlo al cuore del figlio. Dàmmi il tuo dolore, Gesù. Mettiti qui, come quando eri piccino, e deponi tutta la tua amarezza».
    Gesù si siede su un panchettino ai piedi di sua Madre e racconta tutto di quei mesi di Giudea. Senza rancore ma senza veli.
    Maria lo accarezza sui capelli, con un eroico sorriso sulle labbra che combatte con il luccichio di pianto che è nell’occhio azzurro.
    Gesù dice anche le necessità di avvicinare donne per redimerle e la sua pena per non poterlo fare per la malignità umana.
    Maria assente e poi decide: «Figlio, non mi devi negare quanto io voglio. D’ora in poi verrò io con Te quando Tu ti allontani. In qualunque tempo e stagione e in qualunque luogo. Io ti difenderò dalla calunnia. La sola mia presenza farà cadere il fango. E Maria verrà con me. Lo desidera tanto. Questo ci vuole presso il Santo e contro il demonio e il mondo: il cuore delle mamme».