MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME II CAPITOLO 153



CLIII. Le donne dei discepoli al servizio di Gesù.

   3 maggio 1945.

   153.1 «Cosa hai, Pietro? Mi sembri malcontento», chiede Gesù che cammina per una stradetta di campagna sotto rami fioriti di mandorlo, che annunciano all’uomo che il tempo più brutto è finito.
    «Penso, Maestro».
    «Pensi. Lo vedo. Ma il tuo aspetto dice che tu non pensi cose liete».
    «Ma Tu, che sai tutto di noi, le sai già».
    «Sì. Le so già. Anche Dio Padre sa i bisogni dell’uomo, ma vuole nell’uomo la confidenza che espone le proprie necessità e chiede aiuto. Io ti posso dire che hai torto di startene crucciato».
    «Allora la moglie mia non ti è meno cara?».
    «Ma no, Pietro. E perché lo dovrebbe essere? Sono tante in Cielo le dimore del Padre mio. Sono tante in Terra le mansioni dell’uomo. E purché siano fatte santamente sono tutte benedette. Potrei dire che saranno invise a Dio tutte le donne che non seguono le Marie e Susanna?».
    «Eh! no. Allora anche mia moglie crede nel Maestro, ma non segue l’esempio delle altre», dice Bartolomeo.
    «E neppure la mia con le figlie. Restano in casa, ma sempre pronte ad ospitare, come fecero ieri», dice Filippo.
    «Credo che ugualmente farà mia madre. Non può tutto lasciare… è sola», dice l’Iscariota.
    «È vero! È vero! Ero così triste perché mi pareva che la mia fosse così… così poco… oh! non so dire!».
    «Non la criticare, Pietro. È una onesta donna», dice Gesù.

   153.2 «È molto timida. Sua madre le ha piegate tutte, figlie e nuore, come fuscelli», dice Andrea.
    «Ma in tanti anni che è con me doveva cambiare!».
    «Oh! fratello! Non sei molto dolce tu pure, sai? Su un timido tu fai l’effetto di una grossa trave fra le gambe. Mia cognata è molto buona, e solo l’avere sempre sopportato con pazienza la madre con la sua cattiveria, e te con la tua prepotenza, lo prova».
    Ridono tutti della conclusione così senza veli di Andrea e del viso stupito di Pietro che si sente proclamare prepotente.

   153.3 Anche Gesù ride proprio di gusto. Poi dice: «Le donne fedeli che non si sentono di lasciare la casa per seguirmi mi servono ugualmente col loro rimanere nelle case. Se tutte avessero voluto venire con Me, avrei dovuto comandare ad alcune di rimanere. Adesso che le donne si uniranno a noi, Io devo pensare anche ad esse. Non sarebbe né decente né prudente che delle donne si trovassero senza una dimora andando qua e là. Noi dovunque possiamo giacere. La donna ha altre necessità ed abbisogna di un ricovero. Noi possiamo stare in un solo giaciglio. Esse non potrebbero stare in mezzo a noi. E per rispetto e per prudenza alla loro costituzione più delicata. Non si deve mai tentare la Provvidenza e la natura oltre i limiti. Ora Io farò di ogni casa amica, dove una delle vostre donne resta, un ricovero per le sue sorelle. Della tua, Pietro; della tua, Filippo; della tua, Bartolomeo; e della tua, Giuda. Non potremo imporre alle donne l’indefesso andare che noi faremo. Ma le metteremo in attesa, al posto di ritrovo dal quale partiremo ogni mattina per tornare ogni sera. Ad esse daremo istruzione nelle ore del riposo, né il mondo potrà più mormorare se altre infelici creature verranno a Me, né mi sarà precluso di poterle ascoltare. Le madri e le spose che ci seguiranno saranno erette a difesa delle loro sorelle e di Me contro la maldicenza del mondo. Voi vedete che Io sto facendo un rapido viaggio di saluto dove ho amici o dove so che avrò amici. Non per Me questo. Ma per le più deboli fra i discepoli che con la loro debolezza sorreggeranno la nostra forza e la faranno utile presso tante, tante creature».
    «Ma ora andiamo a Cesarea, hai detto. Là chi c’è?».
    «Le creature che tendono al Dio vero sono in ogni luogo. La primavera già si annuncia in questo candore rosato di mandorli fioriti. I giorni del gelo sono finiti. Fra pochi giorni Io avrò stabilito i luoghi di tappa e di ricovero per le discepole e riprenderemo allora l’andare, spargendo la parola di Dio senza preoccupazione per le sorelle, senza paura della calunnia, e la loro pazienza vi sarà di lezione e la loro dolcezza pure. Anche per la donna sta giungendo l’ora che suonerà riabilitazione. Di vergini, di spose, di madri sante sarà una grande fiorita nella mia Chiesa».