MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME III CAPITOLO 190



CXC. L'arrivo nella piana di Esdrelon al tramonto del venerdì.

   15 giugno 1945.

   190.1 Il tramonto si inizia con un arrossar di cielo quando Gesù giunge in vista dei campi di Giocana.
   «Affrettiamo il passo, amici, prima che cali il sole. E tu, Pietro, va’ con tuo fratello ad avvisare i nostri amici, quelli di Doras».
   «Ci vado, sì, anche per vedere se il figlio è proprio via». Pietro dice quella parola: figlio, in un modo tale che vale per un lungo discorso. E se ne va.
   Intanto Gesù procede più adagio, guardandosi intorno per vedere se vede qualche contadino di Giocana. Ma non ci sono che i campi fertili, con le spighe già ben formate.
   Finalmente, tra il rameggiare del vigneto, sporge un viso sudato e viene un grido: «Oh! Signore benedetto!», e il contadino corre fuori dal vigneto per venire a prostrarsi davanti a Gesù.
   «La pace sia a te, Isaia!».
   «Oh! anche il mio nome ti ricordi?».
   «L’ho scritto in cuore. Alzati. I compagni dove sono?».
   «Là, nei pometi. Ma ora li avverto. Sei nostro ospite, vero?
   Non c’è il padrone e possiamo farti festa. E poi… un poco la paura, un poco la gioia, è più buono. Pensa, ci ha concesso l’agnello quest’anno e di andare al Tempio! Ci ha dato sei giorni soli… ma correremo per la strada… Anche noi a Gerusalemme… Pensa!… E in grazia di Te». L’uomo è ai sette cieli dalla gioia di essere stato trattato da uomo e da israelita.
   «Io non ho fatto nulla, che mi sappia…», dice Gesù sorridendo.
   «Eh! no! Hai fatto. Doras, e poi i campi di Doras, e questi invece, così belli quest’anno… Giocana ha saputo della tua venuta, e non è sciocco. Ha paura e… e ha paura».
   «Di che?».
   «Paura che gli succeda come a Doras. Nella vita e nelle sostanze. Hai visto i campi di Doras?».
   «Vengo da Naim…».
   «Allora non li hai visti. Sono tutti rovinati. (L’uomo dice questo a voce bassa e pur marcata, come chi confida una cosa tremenda, in segreto). Tutti rovinati! Non fieni, non biade, non frutta. Viti seccate, pometi seccati… Morto… tutto morto… come a Sodoma e Gomorra… Vieni, vieni che te li mostro».
   «Non occorre. Vado da quei contadini…».
   «Ma non ci sono più! Non lo sai? Li ha sparsi o licenziati tutti Doras, figlio di Doras, e quelli che ha sparsi per i loro altri luoghi di campagna hanno l’obbligo di non parlare di Te, pena la frusta… Non parlare di Te! Sarà difficile! Lo ha detto anche Giocana a noi».
   «Che ha detto?».
   «Ha detto: “Io non sono così stolto come Doras, e non vi dico: ‘Non voglio che parliate del Nazareno’. Sarebbe inutile, perché lo fareste lo stesso e non vi voglio perdere uccidendovi come bestie riottose sotto la frusta. Anzi vi dico: ‘Siate buoni come certo il Nazareno vi insegna e diteglielo che io vi tratto bene’. Non voglio essere maledetto io pure”. Li vede bene che cosa sono questi campi dopo che Tu li hai benedetti, e cosa sono quelli dopo che li hai maledetti.

   190.2 Oh! ecco quelli che mi hanno arato il campo[47]…», e l’uomo corre incontro a Pietro e Andrea.
   Ma Pietro lo saluta brevemente e prosegue il suo andare, e già grida: «Oh! Maestro! Ma non c’è più nessuno! Tutti visi nuovi. E c’è tutto devastato! In verità potrebbe fare a meno di tenere contadini qui. È peggio che sul mar Salato!…».
   «Lo so. Me lo ha detto Isaia».
   «Ma vieni a vedere! Che vista!…».
   Gesù lo accontenta, dicendo prima a Isaia: «Allora sarò con voi. Avverti i compagni. E non vi scomodate. Il cibo l’ho Io. Ci basta un fienile per dormire e il vostro amore. Verrò subito».
   La vista dei campi di Doras è realmente desolante. Campi e prati aridi e nudi, secchi i vigneti, distrutto il fogliame e il frutto sugli alberi da milioni di insetti d’ogni genere. Anche presso la casa il giardino-frutteto mostra l’aspetto desolato di un bosco morente.
   I contadini vagano qua e là strappando erbacce, schiacciando bruchi, lumache, lombrichi e simili, scuotendo i rami tenendovi sotto dei catini pieni d’acqua per affogarvi le farfalline, gli afidi e altri parassiti che coprono le superstiti foglie ed emungono la pianta fino a farla morire. Cercano un segno di vita nei tralci dei vigneti. Ma questi si spezzano aridi non appena sono toccati e talora piegano alla base come se una sega avesse reciso le radici.
   Il contrasto coi campi di Giocana, coi vigneti e frutteti di questo, è vivissimo, e la desolazione dei campi maledetti sembra ancor più violenta se la si paragona alla fertilità degli altri.
   «Ha la mano pesante il Dio del Sinai», mormora Simone Zelote.
   Gesù fa un atto come dire: «Eccóme!», ma non dice nulla. Solo chiede: «Come è avvenuto?».
   Un contadino risponde fra i denti: «Talpe, cavallette, vermi… ma va’ via! Il sorvegliante è fedele a Doras… Non ci fare delmale…».
   Gesù ha un sospiro e se ne va.
   Un altro contadino dice, rimanendo curvo a rincalzare un melo, nella speranza di salvarlo: «Ti raggiungeremo domani… quando il sorvegliante va a Jesrael per la preghiera… in casa di Michea verremo».
   Gesù fa un gesto di benedizione e se ne va.

   190.3 Quando torna al crocicchio vi sono tutti i contadini di Giocana, festosi, felici, e si circondano il loro Messia portandolo alle povere case.
   «Hai visto di là?».
   «Ho visto. Domani verranno i contadini di Doras».
   «Già, mentre le iene sono alla preghiera… Facciamo così ogni sabato… e parliamo di Te, con quello che sappiamo da Giona, da Isacco che viene a trovarci spesso, e col tuo discorso di tisri. Come sappiamo parliamo. Perché non si può non parlare di Te. E tanto più se ne parla quanto più si soffre ed è proibito farlo. Quei poveri… bevono la vita ogni sabato… Ma in questa pianura quanti ce ne sono che hanno bisogno di sapere, almeno sapere di Te, e che non possono venire fin qui…».
   «Penserò anche a loro. E voi siate benedetti per ciò che fate».
   Il sole cade mentre Gesù entra in una affumicata cucina. Il riposo del sabato ha inizio.

[47] quelli che mi hanno arato il campo, in 109.4.