MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME IV CAPITOLO 240



CCXL.A Betsaida da Porfirea e Marziam, che insegna alla Maddalena la preghiera di Gesù.

   1 agosto 1945.

   240.1 È tornato il sereno sul mare di Galilea. Tutto anzi è più bello di prima della tempesta perché si è ripulito dalla polvere. L’atmosfera è di un nitore assoluto e l’occhio, guardando il firmamento, ha l’impressione che si sia alzato, fatto più leggero… un velario quasi trasparente steso fra la Terra e i fulgori del Paradiso. Il lago rispecchia questo azzurro perfetto e ride quieto con le sue acque di turchese.
   È un inizio d’aurora. Gesù con Maria, Marta e Maddalena, sale sulla barca di Pietro. Con Lui sono, oltre che Pietro e Andrea, anche lo Zelote, Filippo, Bartolomeo. Matteo, Tommaso, i cugini di Gesù, l’Iscariota sono invece nell’altra barca di Giacomo e Giovanni. Puntano diritti verso Betsaida. Un breve tragitto che il vento favorisce. Il percorso è fatto in pochi minuti.
   Quando stanno per giungere, Gesù dice a Bartolomeo e all’inseparabile Filippo: «Andrete ad avvisare le vostre donne. Oggi verrò in casa vostra». E fissa i due in maniera eloquente.
   «Sarà fatto, Maestro. Non concedi né a me né a Filippo di averti?».
   «Non ci tratteniamo che fino al tramonto e non voglio privare Simon Pietro della gioia di godersi Marziam».
   La barca striscia sulla riva e si ferma. Scendono, e Filippo e Bartolomeo si staccano dai compagni per andare in paese.
   «Dove vanno quei due?», chiede Pietro al Maestro, che è sceso per primo ed è al suo fianco.
   «Ad avvisare le loro donne».
   «Vado anche io ad avvisare Porfirea, allora».
   «Non occorre. Porfirea è tanto buona che non occorre prepararla a nulla. Il suo cuore non sa che dare dolcezza».
   Simon Pietro splende sentendo la lode della sua sposa e non dice altro.
   Sono intanto scese le donne, per le quali è stata messa una tavola a fare da barcarizzo, e vanno a casa di Simone.

   240.2 Li vede per primo Marziam, che sta uscendo con le sue pecorelle per portarle a brucare l’erba fresca sulle prime pendici di Betsaida, e con uno strillo di gioia dà l’annuncio, correndo a rifugiarsi sul petto di Gesù che si è curvato per baciarlo. Poi va da Pietro. Accorre, con le mani infarinate, Porfirea, e si curva nel saluto.
   «Pace a te, Porfirea. Non ci attendevi tanto presto, non è vero? Ma ti ho voluto portare mia Madre e due discepole, oltre che la mia benedizione. Mia Madre desiderava rivedere il bambino… Eccolo là fra le sue braccia. E le discepole desideravano conoscerti… Questa è la moglie di Simone. La discepola buona e silenziosa, attiva nella sua ubbidienza più di molti altri. Queste sono Marta e Maria di Betania. Due sorelle. Vogliatevi bene».
   «Quelli che Tu mi conduci mi sono più cari del sangue mio, Maestro. Vieni. La mia casa si fa più bella ogni volta che Tu vi metti piede».
   Maria si avvicina sorridente e abbraccia Porfirea dicendole:
   «Vedo che in te è veramente viva la madre. Il bambino ha già prosperato ed è felice. Grazie».
   «Oh! Donna più di ogni altra benedetta! So che per te io ho avuto la gioia di essere chiamata mamma. E tu sappi che non ti darò il dolore di non esserlo con tutto il migliore che è in me.
   Entra, entra con le sorelle…».

   240.3 Marziam guarda curiosamente la Maddalena. Tutto un lavoro di pensieri si forma nella sua testa. Infine dice: «Però… a Betania tu non c’eri…».
   «Non c’ero. Ma ora ci sarò sempre», dice la Maddalena con un rossore e un accenno di sorriso. E carezza il bambino dicendo: «Anche se ci conosciamo solo ora, mi vuoi bene?».
   «Sì perché sei buona. Hai pianto, non è vero? È per quello che sei buona. E ti chiami Maria, non è vero? Anche la mia mamma si chiamava così ed era buona. Tutte le donne che si chiamano Maria sono buone. Però», termina per non addolorare Porfirea e Marta, «però ce ne sono di buone anche in quelle di un altro nome. Tua mamma come si chiamava?».
   «Eucheria… ed era tanto buona», e due lacrimoni cadono dagli occhi di Maria di Magdala.
   «Piangi perché è morta?», chiede il bambino e l’accarezza sulle bellissime mani incrociate sulla veste scura, certo una di Marta adattata a lei perché mostra l’orlo abbassato. E aggiunge: «Ma non devi piangere. Non siamo soli, sai? Le nostre mamme ci sono sempre vicine. Lo dice Gesù. E sono come angeli custodi. Anche questo lo dice Gesù. E se si è buoni ci vengono incontro quando si muore, e si sale a Dio in braccio alla mamma. Ma è vero, sai? Lo ha detto Lui!».
   Maria di Magdala abbraccia stretto il piccolo confortatore e lo bacia dicendo: «Prega allora che io diventi buona così».
   «Ma non lo sei? Con Gesù vanno solo quelli che sono buoni… E se non lo si è del tutto lo si diventa, per potere essere i discepoli di Gesù, perché non si può insegnare se non si sa. Non si può dire: “Perdona”, se prima non perdoniamo noi. Non si può dire: “Devi amare il tuo prossimo” se prima non lo si ama noi.

   240.4 La sai la preghiera di Gesù?».
   «No».
   «Ah! già! sei da poco con Lui. È tanto bella, sai? Dice tutte queste cose. Senti come è bella». E Marziam dice lentamente il Pater noster, con sentimento e fede.
   «Come la sai bene!», dice ammirata Maria di Magdala.
   «Me l’hanno insegnata la mia mamma di notte e la Mamma di Gesù di giorno. Ma se vuoi te la insegno. Vuoi venire con me? Le pecorelle belano. Hanno fame. Ora le porto al pascolo. Vieni con me. Ti insegnerò a pregare e diventerai buona del tutto», e le prende la mano.
   «Ma non so se il Maestro vuole…».
   «Vai, vai, Maria. Hai un innocente per amico e degli agnel lini… Vai pure. Serenamente…».
   Maria di Magdala esce col bambino e la si vede allontanare preceduta dalle tre pecorelle. Gesù guarda… e guardano gli altri.
   «Povera sorella mia!», dice Marta.
   «Non la compassionare. È un fiore che raddrizza lo stelo dopo l’uragano. Senti?… Ride… L’innocenza conforta sempre».