MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME V CAPITOLO 309



CCCIX. Sacrificio di Marziam per la guarigione di una bambina. Ravvedimento di Simone d’Alfeo.

   21 ottobre 1945.

   309.1Li accoglie una povera casa dove è una nonnetta circondata da un bel mucchietto di bambini dai dieci anni ai, sì e no, due anni. La casa è in mezzo a campicelli poco curati, molti tornati a prato, dal quale emergono superstiti piante da frutto.
   «La pace a te, Giovanna. Va meglio oggi? Sono venuti a darti aiuto?».
   «Sì, Maestro e Gesù. E mi hanno detto che torneranno a seminare. Verrà in ritardo, ma mi dicono che verrà ancora».
   «Certo verrà. Ciò che sarebbe miracolo della terra e del seme diventerà miracolo di Dio. Perciò miracolo perfetto. I tuoi campi saranno i più belli di questa regione, e questi uccellini che ti stanno intorno avranno grani in abbondanza per le loro bocche. Non piangere più. L’anno che viene andrà di già molto meglio. Ma Io ti aiuterò ancora. O meglio, ti aiuterà una che ha il tuo stesso nome e che non è mai sazia di essere buona. Guarda, questo è per te. Con questo potrai andare avanti fino ai raccolti».
   La vecchia prende la borsa e la mano di Gesù insieme, e bacia questa mano piangendo. Poi chiede: «Dimmi chi è questa creatura buona, che io dica il suo nome al Signore».
   «Una discepola mia e sorella tua. Il nome è noto a Me e al Padre dei Cieli».
   «Oh! sei Tu!…».
   «Io sono povero, Giovanna. Do quanto mi dànno. Di mio non posso dare che miracolo. E mi spiace di non avere saputo prima la tua sventura. Sono venuto appena Susanna me l’ha detta. Tardi ormai. Ma così splenderà di più l’opera di Dio».
   «Tardi! Sì. Tardi! Così rapida fu la morte a falciare qui! E ha preso i giovani. Non me, inutile. Non questi, incapaci. Ma quelli validi al lavoro. Maledetta luna di elul, carica di maligni influssi!».
   «Non maledire il pianeta. Non c’entra…

   309.2Sono buoni questi piccoli? Venite qui. Vedete? Anche questo è un bambino senza padre e senza madre. E neppure può vivere col nonno. Ma Dio non lo abbandona lo stesso. E non lo abbandonerà finché sarà buono. Non è vero, Marziam?».
   Marziam assente e parla ai piccoli che gli si sono stretti intorno, piccoli per età più di lui, ma alcuni sono più alti di lui di un bel po’. Dice: «Oh! davvero che Dio non abbandona. Io lo posso dire. Per me ha pregato il nonno. E certo anche la madre e il padre dall’altra vita. E Dio ha ascoltato quelle preghiere, perché Egli è buonissimo e sempre ascolta le preghiere dei giusti, morti o vivi che siano. Per voi certo hanno pregato i vostri morti e questa nonnina cara. Le volete bene?».
   «Sì, sì…». Il pigolio dell’orfana nidiata si alza entusiasta.
   Gesù tace per ascoltare il colloquio del suo piccolo discepolo e degli orfanelli.
   «Fate bene. I vecchi non bisogna farli piangere. Già non si deve fare piangere nessuno, perché chi dà dolore al prossimo dà dolore a Dio. Ma i vecchi poi! Il Maestro tratta bene tutti. Ma coi vecchi poi è tutto carezze come coi bambini. Perché i bambini sono innocenti e i vecchi sofferenti. Hanno tanto pianto già! Bisogna amarli due volte, tre volte, dieci volte, per tutti quelli che non li amano più. Gesù dice sempre che chi non onora il vecchio è malvagio due volte, come chi maltratta il bambino. Perché vecchi e bambini non si possono difendere.
   Voi perciò siate buoni con la vecchia madre».
   «Io qualche volta non l’aiuto…», dice uno dei grandini.
   «Perché? Mangi pure il pane che ella ti porge con la sua fatica! Non ci senti il sapore del pianto quando l’affliggi?

   309.3E tu, donna, (la donna avrà al massimo dieci anni ed è una molto esile e pallida creatura) l’aiuti?».
   I fratellini in coro dicono: «Oh! Rachele è buona! Veglia fino a tardi per filare quel poco di lana e stame che abbiamo, e si è presa le febbri per lavorare nel campo per prepararlo al seme mentre il padre moriva».
   «Dio te ne compenserà», dice serio Marziam.
   «Mi ha già compensato col levare di pena la nonna». Gesù interviene: «Non chiedi di più?».
   «No, Signore».
   «Ma sei guarita?».
   «No, Signore. Ma non importa. Ora, anche se muoio, la nonna è sovvenuta. Prima mi spiaceva morire perché l’aiutavo».
   «Ma la morte è brutta, bambina…».
   «Dio, come mi aiuta in vita, mi aiuterà in morte e andrò dalla mamma… Oh! non piangere, nonna! Voglio bene anche a te, cara. Non lo dirò più se questo ti deve fare piangere. Anzi, se lo vuoi, dirò al Signore di guarirmi… Non piangere, mammetta mia…», e abbraccia la vecchietta desolata.
   «Falla guarire, Signore. Mio nonno lo hai fatto felice, per me. Fa’ felice questa vecchia, ora».
   «Le grazie si ottengono con sacrificio. Tu che sacrificio fai per ottenerla?», chiede serio Gesù.
   Marziam pensa… Cerca la cosa più penosa a rinunciarsi…
   poi sorride: «Non prenderò più miele per tutta una luna».
   «Poco! Quella di casleu è già ben avanti…».
   «Dico luna per dire quattro fasi. E pensa… che in questi giorni c’è la festa dei Lumi e le focacce di miele…».
   «È vero. Ebbene, allora Rachele guarirà per merito tuo.

   309.4Ora andiamo. Addio, Giovanna. Prima di partire verrò ancora. Addio Rachele, e tu Tobiolo. Sii sempre buono. Addio, tutti voi, piccoli. Resti su voi la mia benedizione e in voi la mia pace».
   Escono seguiti dalle benedizioni della vecchia e dei fanciulli. Marziam, finito di essere «apostolo e vittima», si dà a saltare come un capretto correndo avanti.
   Simone osserva con un sorriso: «La sua prima predica e il suo primo sacrificio. Promette bene, non ti sembra, Maestro?».
   «Sì. Ma ha già predicato più volte. Anche a Giuda di Simone…».
   «…al quale sembra che il Signore faccia parlare dai bambini… Forse per impedire vendette da parte di lui…».
   «Vendette no… Non credo giunga a tanto. Ma reazioni vivaci, sì. La verità non l’ama chi merita rimprovero… Eppure va detta…». Gesù sospira.
   Simone l’osserva, poi chiede: «Maestro, dimmi il vero. Tu lo hai allontanato, e hai preso la decisione di mandare tutti a casa per le Encenie, per impedire che Giuda sia in Galilea ora. Non ti chiedo e non voglio Tu mi dica il perché è bene che l’uomo di Keriot non sia fra noi. Mi basta sapere se ho indovinato. Tutti lo pensiamo, sai? Lo stesso Tommaso. E mi ha detto: “Io vado senza reagire perché capisco che c’è sotto un motivo serio”. E ha aggiunto: “E il Maestro fa bene a fare come fa. Troppi Nahum, Sadoc, Giocana e Eleazar nelle amicizie di Giuda…”. Non è stupido Tommaso!… E non è cattivo, sebbene molto uomo. Nel suo affetto per Te è molto sincero…».
   «Lo so. Ed è vero ciò che avete pensato. Presto ne saprete la ragione…».
   «Non te la chiediamo».
   «Ma Io avrò a chiedervi aiuto e ve la dovrò dire».

   309.5Torna indietro di corsa Marziam: «Maestro, là, dove finisce il sentiero nella strada, c’è tuo cugino Simone, tutto sudato come chi ha corso molto. Mi ha chiesto: “Dove è Gesù?”. Ho risposto: “Qui dietro a me, con Simone Zelote”. Mi ha detto: “Passa di qui?”. “Certo”, ho risposto, “di qui si passa per tornare a casa, a meno di non fare come gli uccelli che volano e vanno da tutte le parti per tornare al nido. Lo vuoi?”, ho chiesto anche. Tuo fratello è rimasto incerto. Eppure ti vuole, ne sono sicuro».
   «Maestro, ha già visto sua moglie… Facciamo così. Io e Marziam ti lasciamo libero. Gireremo dietro a Nazaret. Tanto… non abbiamo fretta di arrivare… E Tu vai dalla via giusta».
   «Sì. Grazie, Simone. Addio a tutti e due».
   Si separano e Gesù accelera il passo verso la via maestra.

   309.6Ecco Simone, addossato ad un tronco, che ansa e si asciuga il sudore. Come vede Gesù, alza le braccia… e poi le lascia ricadere e abbassa il capo, avvilito.
   Gesù lo raggiunge e gli posa una mano sulla spalla chiedendo: «Che vuoi, Simone, da Me? Farmi felice con una tua parola d’amore, che Io attendo da molti giorni?».
   Simone abbassa ancora di più il capo e tace…
   «Parla, dunque. Sono forse un estraneo per te? No, che in verità tu sei sempre il mio buon fratello Simone, ed Io per te il piccolo Gesù che tu portavi in braccio a fatica, ma con tanto amore, quando tornammo a Nazaret».
   L’uomo si copre il viso con le mani e scivola in ginocchio gemendo: «Oh! mio Gesù! Sono io il colpevole, ma sono punito abbastanza…».
   «Su, alzati! Siamo parenti. Su! Che vuoi?».
   «Il mio bambino! È…», il pianto lo strozza.
   «Il tuo bambino? Ebbene?».
   «È proprio morente. E con lui muore anche l’amore di Salome… e io resto con due rimorsi: di avere perduto il figlio e la moglie insieme… Questa notte ho creduto fosse proprio già morto e lei mi pareva una iena. Mi urlava in volto: “Assassino di tuo figlio!”. Ho pregato che ciò non fosse, giurando a me stesso di venire da Te, se il bambino riprendeva, anche a costo di esser cacciato — me lo merito, del resto — per farti sapere che Tu solo puoi impedire la mia sventura. All’aurora il bambino ha ripreso un poco…

   309.7Sono fuggito dalla mia casa, venendo alla tua da dietro la città per non trovare ostacoli… Ho bussato. Maria mi ha aperto stupita. Avrebbe potuto trattarmi male. Ma ha solo detto: “Che hai, povero Simone?”. E mi ha accarezzato come fossi ancora un bambino… Questo mi ha fatto piangere molto. E la superbia, la titubanza sono finite così. Non è possibile che sia vero ciò che ci ha detto Giuda, il tuo apostolo, non mio fratello. Questo a Maria non l’ho detto, ma me lo dico, battendomi il petto e dicendomi ogni contumelia, da quel momento. A Lei ho detto: “C’è Gesù? È per Alfeo. Mi muore…”. Maria mi ha detto: “Corri! È verso Cana col bambino e un apostolo. Sulla strada di Cana. Ma fa’ presto. È uscito all’aurora. Starà per tornare. Io pregherò perché tu lo trovi”. Non una parola di rimprovero, non una, per me che ne merito tante!».
   «Neppure Io ti rimprovero. Ma ti apro le braccia per…».
   «Ohimé! Per dirmi che Alfeo è morto!…».
   «No. Per dirti che ti voglio bene».
   «Vieni, allora! Presto! Presto!…».
   «No. Non occorre».
   «Non vieni? Ah! non perdoni? O Alfeo è morto? Ma anche se lo è, Gesù, Gesù, Gesù, Tu che risusciti i morti, rendimi la mia creatura! Oh! Gesù buono!… Oh! Gesù santo!… Oh! Gesù che io ho abbandonato!… Oh! Gesù, Gesù, Gesù…».
   Il pianto dell’uomo empie la via solitaria mentre egli, in ginocchio di nuovo, brancica convulso la veste di Gesù o gli bacia i piedi, nel tormento del dolore, del rimorso, dell’amore paterno…

   309.8«Non sei passato da casa prima di venire qui?».
   «No. Sono corso come un pazzo sin qua… Perché? C’è altro dolore? Salome è già fuggita? È divenuta folle? Lo pareva già questa notte…».
   «Salome mi ha parlato. Ha pianto, ha creduto. Vai a casa, Simone. Tuo figlio è guarito».
   «Tu!… Tu!… Tu hai fatto questo, per me che ti ho offeso credendo a quel serpente? Oh! Signore! Io non sono degno di tanto! Perdono! Perdono! Perdono! Dimmi cosa vuoi che ti faccia per riparare, per dirti che ti amo, per persuaderti che soffrivo a fare il sostenuto, per dirti che da quando sei qui, anche prima che Alfeo fosse tanto malato, io desideravo parlarti!… Ma… Ma…».
   «Lascia andare. Tutte cose passate. Io non le ricordo più. Fa’ tu lo stesso. E dimentica anche le parole di Giuda di Keriot. È un ragazzo. Da te voglio solo questo: che tu, né ora né mai, ripeta quelle parole ai miei discepoli, ai miei apostoli e men di tutti a mia Madre. Questo solo. Ora va’, Simone, alla tua casa. Va’. Sii in pace… Non tardare a godere della gioia che empie la tua dimora. Va’». Lo bacia e sospinge dolcemente verso Nazaret.
   «Tu non vieni con me?».
   «Io ti attendo a casa mia, con Salome e Alfeo. Va’. E ricordati che è per tua moglie, che ha saputo credere solo alla verità, che tu hai la gioia attuale. Per lei».
   «Vuoi dire che a me…».
   «No. Voglio dire che ho saputo sentire il pentimento in te. E pentimento ti è venuto per il grido accusatore di lei… Veramente Dio grida per la bocca dei buoni, e richiama, e consiglia!… E ho visto la fede umile e forte di Salome. Vai, ti dico.
   Non tardare oltre a dirle “grazie”».
   Quasi lo spinge rudemente per persuaderlo ad andare. E quando Simone finalmente va, lo benedice… e poi crolla il capo, in un muto soliloquio, e lacrime lente scorrono per il viso pallido… Una sola parola dà l’indirizzo del suo pensiero: «Giuda!»…
   Si avvia per la stessa stradetta presa dallo Zelote, dietro il limite della città, diretto verso casa.