MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME V CAPITOLO 311



CCCXI. La rinuncia di Marziam provoca una lezione sui sacrifici fatti per amore.

   23 ottobre 1945.

   311.1Non so se sia lo stesso giorno, ma lo suppongo per la presenza di Pietro alla tavola familiare di Nazaret. Il pasto è quasi ultimato e Sintica si alza per mettere sulla tavola delle mele, noci, uva e mandorle che terminano la cena, perché è sera e le lucerne sono già accese.
   Sulle lucerne verte proprio il discorso mentre Sintica porta la frutta. Pietro dice: «Quest’anno noi ne accenderemo una di più, poi sempre di più, per te, figlio mio. Perché la vogliamo accendere noi per te, anche se sei qui. La prima volta che l’accendiamo per un bambino…», e Simone si commuove un poco terminando: «Certo… se c’eri anche tu era più bello…».
   «L’anno passato ero io, Simone, che sospiravo così per il Figlio lontano, e con me Maria d’Alfeo e Salome, e anche Maria di Simone, nella sua casa di Keriot, e la madre di Tommaso…».
   «Oh! la madre di Giuda! Quest’anno avrà il figlio… ma non credo che sarà più felice… Lasciamo andare… Noi eravamo da Lazzaro. Quanti lumi!… Pareva un cielo d’oro e fuoco. Quest’anno Lazzaro ha sua sorella… Ma sono certo di dire il vero dicendo che sospireranno pensando che Tu non ci sei.

   311.2E l’anno che viene? Dove saremo?».
   «Io sarò molto lontano…», mormora Giovanni.
   Pietro si volta a guardarlo, perché lo ha di fianco, e sta per chiedere qualche cosa, ma fortunatamente si sa frenare per il richiamo di un’occhiata di Gesù.
   Marziam chiede: «Dove sarai?».
   «Per la misericordia del Signore spero in seno ad Abramo…».
   «Oh! vuoi morire? Non vuoi evangelizzare? Non ti spiace di morire senza averlo fatto?».
   «La parola del Signore deve uscire da labbra sante. Molto è se mi ha permesso di udirla e di redimermi per essa. Mi sarebbe piaciuto… Ma è tardi…».
   «Eppure tu evangelizzerai. Lo hai già fatto. Tanto da attirare su te l’attenzione. Perciò sarai chiamato ugualmente discepolo evangelizzatore, anche se non peregrinerai spargendo la Buona Novella; ed avrai nell’altra vita il premio riserbato ai miei evangelizzatori».
   «La tua promessa mi fa desiderare la morte… Ogni minuto di vita può celare un’insidia, ed io, debole come sono, non potrei forse superarla. Se Dio mi accoglie, pago di ciò che ho compiuto, non è grande bontà che va benedetta?».
   «In verità ti dico che la morte sarà somma bontà per molti, che in tal modo conosceranno sino a che punto l’uomo si indemonia da un punto dove la pace li consolerà di questa conoscenza e la muterà in osanna, perché sarà connessa alla inesprimibile gioia della liberazione dal Limbo».
   «E gli anni dopo dove saremo, Signore?», chiede attento Simone Zelote.
   «Dove all’Eterno piacerà. Vuoi tu prenotare il tempo lontano, quando non siamo sicuri del momento che viviamo e se ci sarà concesso di finirlo? Del resto, qualunque sia il posto dove avvengano le future Encenie, sempre santo sarà se ivi sarete per compiere la volontà di Dio».
   «Sarete? E Tu?», chiede Pietro.
   «Io sempre sarò dove saranno i miei diletti».
   Maria non ha mai parlato. Ma i suoi occhi non hanno lasciato per un momento di scrutare il viso del Figlio…

   311.3La riscuote l’osservazione di Marziam che dice: «Perché, Madre, non hai messo in tavola le focacce col miele? A Gesù piacciono e a Giovanni farebbero bene per la sua gola. E poi piacciono anche al padre mio…».
   «E anche a te», termina Pietro.
   «Per me… è come non ci fossero. Ho promesso…».
   «È per questo, caro, che non le ho messe…», dice Maria accarezzandolo, perché Marziam è fra Lei e Sintica su un lato della tavola, mentre i quattro uomini sono sul lato opposto.
   «No, no. Le puoi portare. Anzi, le devi portare. E le darò io a tutti».
   Sintica prende una lucerna, esce, torna con le focacce. E Marziam le prende il vassoio e inizia la distribuzione. La più bella, dorata, sollevata a maestria di pasticciere, la dà a Gesù. Una, seconda in perfezione, a Maria. Poi è la volta di Pietro, poi di Simone, poi di Sintica. Ma per darla a Giovanni il bambino si alza e va al fianco del vecchio e malato pedagogo e gli dice: «A te la tua e la mia, più un bacio, per tutto quello che mi insegni». Poi torna al suo posto posando risolutamente il vassoio in mezzo alla tavola e incrociando le braccia.
   «Mi fai andare per traverso questa delizia», dice Pietro vedendo che Marziam non ne prende proprio. E aggiunge: «Almeno un pezzettino. Toh! della mia, tanto per non morire di voglia. Soffri troppo… Gesù te lo concede».
   «Ma se non soffrissi non avrei merito, padre mio. È ben perché sapevo che mi avrebbe fatto soffrire, che ho offerto questo sacrificio… E del resto… Sono così contento da quando l’ho fatto che mi pare di essere pieno di miele. Ne sento il sapore da per tutto, mi pare persino di respirarlo con l’aria…».
   «È perché ne muori di voglia».
   «No. È perché so che Dio mi dice: “Bene fai, figlio mio”».
   «Il Maestro ti avrebbe fatto contento anche senza questo sacrificio. Ti ama tanto!».
   «Sì. Ma non è giusto che, perché sono amato, me ne approfitti. Egli lo dice[20], del resto, che grande è la ricompensa in Cielo anche per una coppa d’acqua offerta in suo nome. Penso che, se è grande per un calice dato ad altri in suo nome, lo sarà anche per una focaccia o un poco di miele negato a se stessi per amore di un fratello.

   311.4Dico male, Maestro?».
   «Parli con saggezza. Io potevo, infatti, concederti ciò che mi chiedevi per la piccola Rachele anche senza il tuo sacrificio, perché era cosa buona da farsi ed il mio cuore la voleva. Ma con più gioia l’ho fatto perché aiutato da te. L’amore per i nostri fratelli non si limita a mezzi e limiti umani, ma si alza a ben più alti luoghi. Quando è perfetto tocca assolutamente il trono di Dio e si fonde con la sua infinita carità e bontà. La comunione dei santi è proprio questo operare continuo, come continuamente e con tutti i modi opera Iddio, per dare aiuto ai fratelli, sia nei loro bisogni materiali come nei loro bisogni spirituali o in ambedue, come lo è nel caso di Marziam che, ottenendo la guarigione di Rachele, la solleva dalla malattia e nello stesso tempo solleva lo spirito abbattuto della vecchia Giovanna e accende una confidenza sempre più grande nel Signore nel cuore di tutti di quella famiglia. Anche una cucchiaiata di miele sacrificata può servire a riportare pace e speranza ad un afflitto, così come la focaccia, o altro cibo non mangiato per scopo d’amore, può ottenere un pane, miracolosamente offerto, ad un affamato lontano e che sarà per noi sempre sconosciuto; e la parola d’ira, anche se giusta, trattenuta per spirito di sacrificio, può impedire un delitto lontano, così come resistere alla voglia di cogliere un frutto, per amore, può servire a dar pensiero di resipiscenza ad un ladrone e così sventare un ladrocinio. Nulla va perso nell’economia santa dell’amore universale. Non l’eroico sacrificio di un bambino davanti ad un piatto di focacce come non l’olocausto di un martire. Anzi, vi dico che l’olocausto di un martire ha sovente origine dalla educazione eroica che egli si è data fin dall’infanzia per amore di Dio e del prossimo».

   311.5«Allora è proprio bene che io faccia sempre sacrifici. Per il tempo in cui saremo perseguitati», dice convinto Marziam.
   «Perseguitati?», chiede Pietro.
   «Sì. Non ti ricordi che Egli lo ha detto[21]? “Sarete perseguitati per causa mia”. Me lo hai detto tu, quando sei venuto per la prima volta da solo a evangelizzare a Betsaida, nell’estate».
   «Si ricorda tutto, questo bambino», commenta Pietro ammirato.
   La cena ha termine. Gesù si alza. Prega per tutti e benedice. E poi, mentre le donne vanno ai loro lavori di riordino delle stoviglie, Gesù con gli uomini si mette in un angolo della stanza intagliando un pezzo di legno, che sotto gli sguardi ammirati di Marziam si trasforma in una pecorella…

[20] lo dice, in 265.13.
[21] lo ha detto, in 265.7.9.