MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME V CAPITOLO 333



CCCXXXIII. Con dieci apostoli verso Sicaminon.

   18 novembre 1945.

   333.1«E ora che abbiamo anche accontentato il pastore, che facciamo?», chiede Pietro che è solo con Gesù, mentre gli altri sono in gruppo qualche metro indietro.
   «Torniamo sulla via della riva e andiamo verso Sicaminon».
   «Sì?! Credevo di andare a Cafarnao…».
   «Non occorre, Simone di Giona. Non occorre. Notizie della moglie e del bambino le hai avute, e per Giuda… sarà più semplice andargli incontro».
   «Bene appunto, Signore. Non fa la strada interna, del fiume e del lago? È la più breve e riparata…».
   «Ma lui non la farà. Ricòrdati che deve sorvegliare i discepoli, e questi sono molto sparsi sul lato di ponente in questa stagione, così fredda di nuovo per giunta».
   «Va bene, va bene. Se Tu lo dici… Per me mi basta di stare con Te e vederti meno triste. E… non ho nessuna fretta di trovare Giuda di Simone. Magari non lo incontrassimo!… Si è stati tanto bene fra noi!…».
   «Simone! Simone! È questa la tua carità fraterna?».
   «Signore… questa è la mia verità», dice schietto Pietro. E lo dice con tale impeto e tale espressione che Gesù deve fare fatica a non ridere. Ma come si può redarguire severamente un uomo così schietto e fedele?
   Gesù preferisce tacere mostrando un eccessivo interesse alle pendici che sono alla loro sinistra, mentre la pianura si apre, sempre più piatta, a destra. Dietro di loro, in gruppo, parlano gli altri nove, e Giovanni sembra un buon pastore per un agnello che ha sulle spalle, forse un regalo del mandriano Anna.
   Dopo qualche tempo Pietro torna a chiedere: «E a Nazaret non ci si va?».
   «Ci andremo certo. Mia Madre avrà piacere di sapere del viaggio di Giovanni e Sintica».
   «E di vederti!».
   «E di vedermi».
   «L’avranno lasciata in pace, Lei almeno?».
   «Lo sapremo».
   «Ma perché poi sono così accaniti? Ce ne sono tanti come Giovanni anche in Giudea, eppure… Anzi, per fare dispetto a Roma, si proteggono e nascondono…».
   «Persuaditi che non è per Giovanni, ma perché esso è un testo di accusa per Me, che lo fanno».
   «Ma non lo troveranno più! Hai fatto bene tutto Tu… Mandarci soli… per mare… in barchetta per più miglia e poi, oltre confini, con una nave… Oh! tutto bene! Spero proprio che siano delusi».
   «Lo saranno».
   «Sono curioso di vedere Giuda di Keriot per astrologarlo un po’, come un cielo pieno di venti e di segni, e vedere se…».
   «Ma insomma!…».
   «Hai ragione. È un chiodo qui dentro», e si picchia sulla fronte.

   333.2Gesù, per distrarlo, chiama tutti gli altri e fa loro notare la strana distruzione operata dalla grandine e dal freddo, venuto quando era presumibile pensarlo superato per quell’anno…
   Chi dice questo, chi quello, tutti volendo vedere in ciò un segno di castigo divino sulla proterva Palestina che non accoglie il Signore. E i più dotti citano fatti consimili, noti per i racconti antichi, mentre i più giovani e meno colti ascoltano stupiti e attenti.
   Gesù crolla il capo. «È effetto di luna e di venti lontani. Già ve l’ho detto. Nei paesi iperborei si è prodotto un fenomeno del quale intere regioni subiscono le conseguenze».
   «Ma perché, allora, certi campi sono belli?».
   «La grandine fa così».
   «Ma non potrebbe essere un castigo ai più cattivi?».
   «Lo potrebbe. Ma non lo è. Guai se lo fosse…».
   «Rimarrebbe arida e desolata quasi tutta la nostra patria, non è vero, Signore?», dice Andrea.
   «Ma nelle profezie è detto, per simboli, che male avverrà a chi non accoglierà il Messia. Possono mai mentire i Profeti?».
   «No, Bartolomeo. E ciò che è detto avverrà. Ma l’Altissimo è tanto, infinitamente buono, che vuole molto più di quanto ora avviene, per punire. Siate buoni anche voi, senza desiderare sempre punizioni sui duri di cuore e di intelletto. Desiderate per loro conversione, non punizione.

   333.3Giovanni, passa l’agnello a un compagno e vieni a guardare il tuo mare dall’alto di quelle creste di sabbia. Ci vengo Io pure».
   Infatti ora sono su una strada molto prossima al mare, separata da questo solo da una larga striscia di dune ondulate, sulle quali ondeggiano delle palme sottili o vegetano scapigliati tamerici, lentischi e altre piante delle sabbie.
   Gesù va con Giovanni. Ma chi lo lascia? Nessuno. E presto sono tutti lassù, al bel sole che non dà noia, in faccia al mare sereno e ridente…
   La città di Tolemaide è molto vicina con le sue case bianche.
   «Vi entriamo?», chiede Giuda d’Alfeo.
   «Non occorre. Ci fermeremo a mangiare alle prime case. Voglio essere a sera a Sicaminon. Forse vi troveremo Isacco».
   «Quanto bene che fa, eh? Hai sentito Abele e Giovanni e Giuseppe?».
   «Sì. Ma tutti i discepoli sono molto solerti. Io benedico di questo il Padre mio, notte e giorno. Voi tutti… Le mie gioie, le mie paci, le mie sicurezze…», e li guarda con tale amore che ai dieci salgono le lacrime agli occhi…
   È su tale sguardo d’amore che a me cessa la facoltà di vedere.