MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME V CAPITOLO 336



CCCXXXVI. A Nazareth con quattro apostoli. L’amore di Tommaso per Maria Ss.

   20 novembre 1945.

   336.1Ismael ben Fabi. Dice Gesù: «Qui metterete la visione[66] avuta l’11 settembre 1944».

   
   336.2
Gesù coi suoi sono di nuovo sulla via che dalla pianura di Esdrelon va a Nazaret. Devono avere pernottato in qualche posto perché è da capo mattina. Vanno per qualche tempo in silenzio, Gesù davanti solo, poi Gesù con Pietro e Simone che ha chiamati con Sé, indi tutti insieme sino ad un bivio nel quale si interseca la strada di Nazaret con una che va verso nordest. I monti sono ormai vicini da due lati.
   Gesù fa cenno di stare zitti a quelli che parlano e dice: «Ed ora dividiamoci. Io vado a Nazaret con i fratelli, con Pietro e Tommaso. Voi, sotto la guida di Simone Zelote, andate, per la via del Tabor e delle carovane, a Debaret, a Tiberiade, Magdala, Cafarnao, e di lì andrete verso Merom, sostando da Giacobbe per vedere se si è convertito e portando la mia benedizione a Giuda e Anna. Abiterete dove vi ospitano con più insistenza. E per una notte sola in ogni luogo, perché la sera del sabato ci troveremo sulla via di Sefet.

   336.3Io farò il sabato a Corozim in casa della vedova. Passate ad avvertirla. In tal modo finiremo di dare pace all’anima di Giuda, che si persuaderà che Giovanni non c’è neppure in questi covi ospitali…».
   «Maestro! Ma io credo!…».
   «Ma è sempre bene che tu ti sinceri, per potere non arrossire davanti a Caifa e Anna, come Io non arrossisco davanti a te e a nessun altro uomo asserendo che Giovanni non è più con noi. Tommaso me lo porto a Nazaret. Così potrà darsi pace anche su quel posto, vedendo con i propri occhi…».
   «Ma io, Maestro! E che vuoi che me ne importi? Anzi mi spiace di non avere più quell’uomo. Sarà stato quel che è stato. Ma da quando lo abbiamo conosciuto è sempre stato migliore di tanti illustri farisei. Mi basterebbe sapere che non ti ha rinnegato e dato dolore, e poi… sia che sia sulla Terra o che sia in grembo ad Abramo, a me non me ne importa. Credilo. Fosse anche in casa mia… non ne avrei proprio ribrezzo. Spero che Tu non penserai che il tuo Tommaso abbia in cuore più di una naturale curiosità, e nessun malanimo, nessun pungolo di indagine più o meno retta, nessuna tendenza allo spionaggio volontario, involontario o autorizzato, nessun desiderio di nuocere…».
   «Tu mi offendi! Tu insinui! Tu menti! Hai visto che non ho mai avuto che un modo santo di agire in questo tempo. E perché allora dici questo? Cosa puoi dire di me? Parla!». Giuda è inviperito, feroce.
   «Silenzio! Tommaso risponde a Me. A Me solo che gli ho parlato. Io credo alle parole di Tommaso. Ma voglio così e così sia, e nessuno fra voi ha diritto di fare rimproveri al mio modo di agire».
   «Non ti rimprovero… È che mi ha colpito l’insinuazione e…».
   «Siamo[67] in dodici. Perché ha colpito te solo quello che ho detto a tutti?», chiede Tommaso.
   «Perché sono io che ho cercato di Giovanni».
   Gesù dice: «Anche altri tuoi compagni lo hanno fatto e altri discepoli lo faranno, e con questo nessuno si giudicherà offeso dalle parole di Tommaso. Non è peccato chiedere onestamente di un condiscepolo. Non è dolore sentire parole quali quelle dette, quando in noi non è che amore e onestà, quando nulla rimorde nel cuore e lo fa soprasensibile perché già ferito dal dente del rimorso. Perché vuoi, alla presenza dei tuoi compagni, fare queste rimostranze? Vuoi essere sospettato di peccato? L’ira e la superbia sono due cattive compagne, Giuda. Trascinano a delirio, e un delirante vede ciò che non c’è, dice ciò che non dovrebbe dire… così come l’avarizia e la lussuria trascinano ad azioni colpevoli pur di essere soddisfatte… Lìberati da queste malvagie ancelle… E intanto sappi che durante questi molti e molti giorni di tua assenza ci fu buona concordia fra noi, sempre, e vi fu ubbidienza e rispetto sempre. Ci amammo, capisci? …

   336.4Addio, amici diletti. Andate e amate. Comprendete?
   Amatevi, compatitevi, parlate poco e fate bene. La pace sia con voi».
   Li benedice e, mentre essi vanno a destra, Gesù continua la sua strada coi cugini, Pietro e Tommaso. Continua in un grande silenzio.
   Poi Pietro esplode in un tonante e solitario: «Mah!», messo a corollario di chissà quale lunga meditazione. Gli altri lo guardano…
   Gesù, pronto, svia altre domande dicendo: «Siete contenti voi due di venire a Nazaret con Me?», e passa le braccia intorno alle spalle di Pietro e Tommaso.
   «E lo chiedi?», dice Pietro con la sua esuberanza.
   Tommaso, più calmo, ma col viso grassoccio che splende di gioia, aggiunge: «Non sai che per me stare vicino a tua Madre è una dolcezza che non trovo parole a dirtela? Maria è il mio amore. Non sono vergine[68] e non ero contrario ad avere una famiglia, già avevo posto lo sguardo su alcune fanciulle, incerto quale scegliere per sposa. Ma ora! Ma ora! Eh! via! Il mio amore è Maria. L’imprendibile amore per il senso. Ma il senso muore solo pensando a Lei! Il letificante amore per lo spirito. Ah! Tutto quanto ho visto nelle donne, anche le più care come mia madre e la gemella mia, tutto quanto noto di buono in esse, io lo paragono a ciò che noto in tua Madre, e dico in me: “In Lei è ogni giustizia, ogni grazia e bellezza. Un’aiuola di fiori paradisiaci è il suo spirito amabile… un poema il suo aspetto…”. Oh! che noi d’Israele non osiamo pensare agli angeli e con paurosa riverenza vengono osservati i cherubini[69] del Santo dei Santi!… Che stolti! E non abbiamo poi un dieci volte tanto di venerabondo tremore guardando Lei! Lei che, ne sono sicuro, supera, agli occhi di Dio, ogni bellezza angelica…».
   Gesù guarda l’innamorato di sua Madre che sembra quasi spiritualizzarsi, tanto il suo sentimento verso Maria gli muta l’espressione bonaria del volto. «Ebbene, per poche ore staremo con Lei. Ci tratterremo fino a dopo domani. Poi andremo a Tiberiade, a vedere i due bambini e a prendere una barca per Cafarnao».
   «E a Betsaida?», chiede Pietro.
   «Al ritorno, Simone. Al ritorno vi andremo per prendere Marziam per il pellegrinaggio di Pasqua»…

   336.5…Ed è la sera dello stesso giorno, a Nazaret, nella casetta quieta dove Pietro e Tommaso già dormono. Ed è il colloquio soave tra la Madre e il Figlio.
   «Tutto andò bene, Madre mia. Essi ora sono in pace. Le tue preghiere hanno aiutato i pellegrini, ed ora, come rugiada su fiori arsi, stanno guarendo il loro dolore».
   «Vorrei guarire il tuo, Figlio mio! Quanto devi aver sofferto!
   Guarda. Qui alle tempie la tua carne si infossa, e qui alle guance, ed una ruga ti taglia la fronte come un segno di spada. Chi ti ha ferito così, cuor mio?».
   «Il dolore di dover dare dolore, Mamma».
   «Quello solo, Gesù mio? I tuoi discepoli non ti hanno dato pena?».
   «No, Mamma. Sono stati di una bontà da santi».
   «Quelli che erano con Te… Ma io dico: tutti…».
   «Tu vedi che ho portato Tommaso per premiarlo e avrei voluto portare anche quelli che non erano stati qui l’altra volta. Ma dovevo mandarli altrove, avanti…».
   «E Giuda di Keriot?».
   «Giuda è con loro».
   Maria abbraccia suo Figlio e gli reclina la testa sulla spalla, piangendo.
   «Perché piangi, Mamma?», chiede Gesù accarezzandole i capelli.
   Maria tace e piange. Soltanto alla terza domanda sussurra:
   «Per il mio terrore… Vorrei sempre che ti abbandonasse… Io pecco, non è vero, a desiderare così? Ma è tanto forte, tanto forte la paura che ho di lui, per Te…».
   «Solo se scomparisse nella morte muterebbero le cose. Ma perché dovrebbe morire?».
   «Non sono cattiva tanto da desiderarlo… Ha una madre lui pure! Ed ha un’anima… Un’anima che può ancora salvarsi. Ma… oh! Figlio mio! Non sarebbe forse per lui un bene la morte?».
   Gesù sospira e mormora: «Per tanti sarebbe bene la morte…». E poi ad alta voce: «Hai saputo nulla della vecchia Giovanna[70]? I suoi campi?…».
   «Ci sono andata con Maria d’Alfeo e Salome di Simone dopo le grandinate. Ma il suo grano, per essere stato seminato in ritardo, non era ancora nato e non ha avuto danno. Tre giorni or sono vi tornò Maria a vedere. Dice che sembra un tappeto. I più bei campi di questa terra. Rachele sta bene e la vecchia è felice. Anche Maria d’Alfeo è contenta, adesso che Simone è tutto per Te. Domani certo lo vedrai. Viene ogni giorno. Oggi era appena andato via quando sei venuto Tu. Sai? Nessuno si è accorto di nulla. Qualcuno avrebbe parlato se si fosse accorto che essi erano qui. Ma raccontami, se proprio non sei stanco, il loro viaggio…».
   E Gesù racconta tutto, meno il suo soffrire nella grotta di Jiftael, alla Madre attenta.

[66] visione, già messa nel capitolo che precede.
[67] Siamo, invece di Siete, è correzione di MV su una copia dattiloscritta.
[68] Non sono vergine può essere inteso nel senso di Non mi ero consacrato e non intendevo consacrarmi alla verginità, poiché aggiunge: non ero contrario ad avere una famiglia. Allo stesso modo si esprime Maria Ss. bambina (in 7.4) quando dice “mi farò vergine” nel senso di “mi conserverò e consacrerò vergine”. Poche righe più sotto, alle parole il senso muore solo pensando a Lei, MV mette la seguente nota su una copia dattiloscritta: È opinione di Santi (S. Tommaso d’Aquino, S. Tommaso da Villanova, S. Bonaventura e altri) che, nonostante la sua bellezza fisica, Ella era tanto santa da estinguere, in chi la guardasse, ogni concupiscenza, non solo, ma da verginizzare lo spirito ed estinguere il senso di chi l’avvicinava. Non possiamo escludere che l’apostolo Tommaso, innamorato di Lei, abbia voluto consacrarsi alla verginità, anche perché suo padre, nel formulare una benedizione su di lui (in 363.3), lo chiama “nazareo”, ed egli stesso dichiara (in 435.2) che non si sposerà mai. Sul potere verginizzante della Vergine Maria si esprime l’apostolo Giovanni in 586.3.
[69] i cherubini, che Salomone fece porre nel Santo dei Santi, la parte più interna del Tempio, sono descritti in: 1 Re 6, 23-28.
[70] vecchia Giovanna, incontrata in 309.1/4 con la nipotina Rachele, che è ricordata alcune righe più sotto e ancora in 338.3.