MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VI CAPITOLO 379



CCCLXXIX. Una premonizione dell’apostolo Giovanni.

   7 febbraio 1946.

   379.1­«Dove andiamo, che la sera scende?», chiedono fra loro gli apostoli. E parlottano su quanto è successo. Ma non dicono nulla di forte per non accasciare il Maestro, che è visibilmente molto pensieroso.
   La sera scende mentre vanno, sempre dietro al Maestro pensieroso. Ma un villaggio si mostra ai piedi di una catena di monti molto frastagliati.
   «Fermiamoci qui a pernottare», ordina Gesù. «Anzi, fermatevi qui. Io vado a pregare su quei monti…».
   «Da solo? Ah! no! Sull’Adomin da solo non ci vai! Con tutti quei ladroni che ti insidiano, no, che non ci vai!…», dice ben deciso Pietro.
   «E che vuoi che mi facciano? Non ho nulla!».
   «Hai… Te stesso. Io parlo dei ladroni più veri, di quelli che ti odiano. E a quelli basta la tua vita. Tu non devi essere ucciso come… come… così, ecco, in una imboscata vile. Per dare modo ai tuoi nemici di inventare chissà che per allontanare le turbe anche dalla tua dottrina», ribatte Pietro.
   «Simone di Giona ha ragione, Maestro. Sarebbero capaci di fare sparire il tuo corpo e dire che sei fuggito sapendoti smascherato. Oppure di… magari portarti in luoghi di mal’affare, in casa di una meretrice, per poter dire: “Vedete dove e come è morto? In rissa per una meretrice”. Tu hai detto bene: “Perseguitare una dottrina vuol dire accrescerne la potenza”, e ho notato, perché non l’ho perduto mai di vista, che il figlio di Gamaliele approvava col capo mentre Tu lo dicevi. Ma però è anche detto bene se si dice che coprire di ridicolo un santo e la sua dottrina è l’arma più sicura per farla cadere e per levare la stima delle turbe nel santo», dice Giuda Taddeo.
   «Sì. E ciò di Te non deve avvenire», termina Bartolomeo.
   «Non ti prestare al giuoco dei tuoi nemici. Pensa che non Tu soltanto, ma la Volontà che ti ha mandato sarebbe resa nulla da questa imprudenza e si vedrebbe così che i figli delle Tenebre sono stati, almeno momentaneamente, vincitori sulla Luce», aggiunge lo Zelote.
   «Ma sì! Tu dici sempre, e ci trafiggi il cuore col dirlo, che devi essere ucciso. Ricordo il tuo rimprovero a Simon Pietro e non ti dico: “Ciò non sia mai”. Ma credo di non essere Satana se dico: “Almeno ciò sia in modo che sia glorificazione per Te, inequivocabile sigillo al tuo Essere santo e condanna sicura ai tuoi nemici. Che le turbe sappiano, possano avere elementi per distinguere e credere”. Questo almeno, o Maestro. La missione[37] santa dei Maccabei mai tanto apparve per tale come quando Giuda, figlio di Matatia, morì da eroe e salvatore sul campo di battaglia. Vuoi andare sull’Adomin? E noi con Te. Siamo i tuoi apostoli! Dove Tu Capo, noi tuoi ministri», dice Tommaso, e poche volte l’ho sentito parlare con tanta solenne eloquenza.
   «È vero! È vero! E se ti assalgono, noi devono assalire per primi!», dicono in diversi.
   «Oh! non ci assaliranno tanto facilmente! Stanno medicandosi il bruciore delle parole di Claudia e… sono astuti, tanto, troppo! Non trascurano di riflettere che Ponzio saprebbe chi colpire per la tua morte. Si sono troppo traditi, e agli occhi di Claudia, e lo mediteranno, studiando tranelli più sicuri di una volgare aggressione. Forse la nostra paura è stolta. Non siamo più i poveri ignoti di prima. Ora c’è Claudia!», dice l’Iscariota.
   «Bene, bene… Ma non mettiamoci a cimento.

   379.2Cosa vuoi fare, poi, sull’Adomin?», chiede Giacomo di Zebedeo.
   «Pregare e cercare un posto per pregare tutti, nei giorni futuri, per prepararci alle nuove e sempre più accanite lotte».
   «Dei nemici?».
   «Anche del nostro io. Ha molto bisogno di essere fortifi­ca­to».
   «Ma non hai detto che vuoi andare ai confini della Giudea e nell’Oltre Giordano?».
   «Sì. E vi andrò. Ma dopo la preghiera. Andrò ad Acor e poi, per Doc, a Gerico».
   «No, no, Signore! Posti infausti per i santi d’Israele. Non ci andare, non ci andare. Io te lo dico, io lo sento! È qualcosa che lo dice in me. Non ci andare! In nome di Dio non ci andare!», grida Giovanni che pare prossimo ad uscire dai sensi, come preso da un senso d’estasi paurosa…
   Tutti lo guardano stupefatti, perché così non lo hanno visto mai. Ma nessuno lo schernisce. Hanno tutti la percezione di essere di fronte ad un fatto soprannaturale e, rispettosi, conservano il silenzio.
   Anche Gesù tace, finché non vede Giovanni ricomporsi nel­l’a­spetto abituale e dire: «O mio Signore! Come ho sofferto!».
   «Lo so. Andremo al Carit. Che dice il tuo spirito?». Mi colpisce profondamente il rispetto con cui Gesù si rivolge all’ispirato…
   «A me lo chiedi, o Signore? Al povero fanciullo stolto, Tu, Sapienza Ss.?».
   «A te. Sì. Il più piccolo è il più grande quando, con umiltà, comunica col suo Signore per il bene dei fratelli. Parla…».
   «Sì, Signore. Andiamo al Carit. Vi sono gole sicure per raccogliersi in Dio, e prossime sono le strade di Gerico e per la Samaria. Noi scenderemo per riunire chi ti ama e in Te spera, e te li condurremo, o condurremo Te ad essi, e poi ancora ci nutriremo di preghiera… E scenderà il Signore a parlare ai nostri spiriti… ad aprire le nostre orecchie che sentono il Verbo ma non lo capiscono interamente… a invadere soprattutto i nostri cuori con i suoi fuochi. Perché solo se arderemo sapremo resistere ai martìri della Terra. Perché solo se prima avremo subito il dolce martirio del completo amore potremo essere pronti a subire quelli dell’odio umano… Signore… che ho detto?».
   «Le mie parole, Giovanni. Non temere. Allora sostiamo qui, e domani all’alba andremo sui monti».

[37] missione, narrata in: 1 Maccabei 9,1-22.