MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VI CAPITOLO 394



CCCXCIV. Parabola delle due volontà e commiato dai cittadini di Keriot.­

   27 febbraio 1946.

   394.1­Gesù parla nell’interno della sinagoga di Keriot che è stipata inverosimilmente. Sta rispondendo a questo e a quello, che lo interrogano per consigli intimi, in disparte. Poi, fattili tutti contenti, inizia a parlare a voce alta.
   «Genti di Keriot, udite la mia parabola di addio. Daremo ad essa il nome di: “Le due volontà”.
   Un padre perfetto aveva due figli. Amati ambedue di uguale sapiente amore. Indirizzati ambedue su vie buone. Nessuna differenza nel modo di amare e di dirigere. Eppure, sensibile differenza era nei due figli. Uno, il primogenito, era umile, ubbidiente, senza discutere faceva la volontà paterna, sempre ilare e contento del suo lavoro. L’altro, benché minore, era sovente malcontento e aveva discussioni col padre e col suo proprio io. Sempre meditava, e con molto umana meditazione, sui consigli e sugli ordini che riceveva. E in luogo di eseguirli così come venivano dati, si permetteva di modificarli in tutto o in parte, come se chi lo comandava fosse uno stolto. Il maggiore gli diceva: “Non fare così. Dài pena al padre!”. Ma egli rispondeva: “Sei uno stolto. Grande e grosso come sei, e primogenito per giunta, adulto ormai, oh! io non vorrei rimanermene al rango dove il padre ti ha messo. Ma vorrei fare di più. Impormi ai servi. Che capiscano che io sono il padrone. Sembri un servo tu pure, con la tua perpetua mansuetudine. Non vedi come in fondo passi inosservato con tutta la tua primogenitura? Qualcuno ti deride persino…”. Il secondogenito, tentato — più che tentato, allievo di Satana, di cui con attenzione metteva in pratica le insinuazioni — tentava il primogenito. Ma costui, fedele al Signore nel rispetto della Legge, si manteneva fedele anche verso il padre suo, che onorava con la sua condotta perfetta.
   Passarono gli anni e il secondogenito, seccato di non poter regnare come sognava, dopo avere pregato il padre più volte: “Da’ a me il comando di fare in tuo nome, per il tuo onore, in luogo di mantenerlo a quello stolto che è più mite di una pecorella”, dopo aver tentato di spingere il fratello a fare più che il padre non comandasse per imporsi sui servi, sui concittadini e confinanti, disse a se stesso: “Oh! basta! Qui ci va di mezzo anche il nostro buon nome! Posto che nessuno vuol fare, farò io”. E si mise a fare cose di sua testa, abbandonandosi alla superbia e alla menzogna e disubbidendo senza scrupoli. Il padre gli diceva: “Figlio mio, sta’ sotto al primogenito. Egli sa ciò che fa”. Diceva: “Mi dicono che hai fatto questo. È vero?”. E il secondogenito diceva, scrollando le spalle, all’una e all’altra parola paterna: “Sa, sa! È troppo timido, titubante. Perde le occasioni di trionfo”. Diceva: “Io non l’ho fatto”. Il padre diceva: “Non andare in cerca di aiuti da questo e quello. Chi vuoi che ti aiuti meglio di noi a dare lustro al nome nostro? Sono falsi amici, che ti aizzano per ridere poi alle tue spalle”. E il secondogenito diceva: “Sei geloso che sia io quello che ho iniziativa? Del resto, io so di fare bene”.
   Passò ancora del tempo. Sempre più il primo cresceva in giustizia e l’altro nutriva le male passioni. Infine il padre disse: “È l’ora di finirla. O ti pieghi a ciò che è detto, o perdi il mio amore”. E il ribelle andò a dirlo ai falsi amici. “Te la prendi per questo? Ma no! C’è modo di porre il padre nell’impossibilità di preferire un figlio all’altro. Metticelo nelle nostre mani e noi ci penseremo. Tu sarai senza colpa materiale, e il possesso dei beni rifiorirà perché, levato di mezzo il troppo buono, tu potrai dargli gran lustro. Non sai che è meglio un atto forte, anche se dà dolore, all’inerzia che è danno del possesso?”, risposero loro. E il secondogenito, ormai saturo di malavolontà, aderì all’indegno complotto.
   Ora ditemi. Si può forse incolpare il padre di avere dato due sistemi di educazione ai due figli? Si può dire che egli è complice? No. E come, allora, mentre un figlio è santo, l’altro è malvagio? La volontà dell’uomo è forse, in anticipo, data in due modi? No. Data è in un’unica maniera. Ma l’uomo a suo pro’ la mu­ta; e chi è buono, buona fa la sua volontà; chi malvagio, mal­va­gia.

   394.2Io vi esorto, o voi di Keriot — e sarà l’ultima volta che vi esorto a seguire vie di sapienza — a seguire unicamente la buona volontà. Quasi al termine del mio ministero, Io vi dico le parole cantate sul mio nascere: “Pace è per gli uomini di buona volontà”. Pace! Ossia riuscita, ossia vittoria in Terra e in Cielo, perché Dio è con chi ha buona volontà di ubbidirlo. Dio non guarda tanto le opere altisonanti che l’uomo fa di sua iniziativa, quanto l’umile ubbidienza, pronta, fedele, alle opere che Egli propone.
   Vi ricordo due episodi[69] della storia d’Israele. Due dimostrazioni che Dio non è dove l’uomo vuole fare da sé, calpestando l’ordine ricevuto.
   Vediamo i Maccabei. È detto in essi che, mentre Giuda Maccabeo con Gionata andava a combattere in Galaad mentre Simone andava a liberare gli altri di Galilea, era stato ordinato a Giuseppe di Zaccaria e ad Azaria, capi del popolo, di rimanere in Giudea per difenderla. E Giuda disse loro: “Abbiate cura di questo popolo e non attaccate battaglia con le nazioni fino al nostro ritorno”. Ma Giuseppe e Azaria, sentendo le grandi vittorie dei Maccabei, vollero fare anche loro, dicendo: “Facciamoci anche noi un nome e andiamo a combattere contro le nazioni che ci stanno intorno”. E furono vinti e percossi e “grande fu la fuga del popolo, perché essi non avevano dato retta a Giuda e ai suoi fratelli credendo di agire da eroi”. La superbia e la disubbidienza.
   E che si legge nei Re? Si legge che Saul fu riprovato per una e una volta, e la seconda fu tanto riprovato per avere disubbidito da eleggere in suo luogo Davide. Per avere disubbidito! Ricordate! Ricordate! “Vuol forse il Signore degli olocausti o delle vittime, o non piuttosto che s’ubbidisca alla voce del Signore? L’ubbidienza vale più dei sacrifici, il dar retta più che l’offrire il grasso dei montoni; perché la ribellione è come un reato di magia, il non volere assoggettarsi è come un delitto d’idolatria. Ora, siccome tu hai rigettato la parola del Signore, il Signore ti ha rigettato per non farti essere più re”.
   Ricordate! Ricordate! Quando Samuele, ubbidiente, riempì il suo corno d’olio e andò da Isai Betlemita, perché là il Signore si era provveduto un altro re, entrato Isai coi figli al convito, dopo il sacrificio, vennero presentati a Samuele questi figli. Per primo Eliab, bello di volto, età e statura. Ma il Signore disse a Samuele: “Non badare al suo volto né all’altezza della sua statura, perché Io l’ho scartato. Io non giudico secondo le vedute umane. Perché l’uomo mira le cose che vedono i suoi occhi, ma il Signore vede il cuore”. E Samuele non volle prendere per re Eliab. Gli fu presentato Abinadab. Ma Samuele disse: “Il Signore non ha eletto neppur questo”. E Isai gli presentò Samma. Ma Samuele disse: “Neppur questo è l’eletto del Signore”. E così per tutti i sette figli di Isai, presenti al convito. Ma Samuele disse: “Son tutti qui i tuoi figli?”. “No”, rispose Isai. “Resta uno, fanciullo ancora, che pasce le pecore”. “Fallo venire, perché non ci metteremo a tavola altro che quando egli è arrivato”. E venne Davide, biondo e bello, un fanciullo. E il Signore disse: “Ungilo. È lui il re”. Perché, sappiatelo sempre, Dio sceglie chi vuole e leva a chi demerita avendo corrotta la sua volontà con superbie e disubbidienze.

   394.3­Io non tornerò più fra voi, dopo questa volta. Il Maestro sta per compiere il suo ministero. Dopo sarà più che Maestro. Preparate l’animo per quell’ora, perché ricordate che, come la mia nascita fu salute per coloro che ebbero buona volontà, altrettanto la mia assunzione sarà salute a quelli che saranno stati di buona volontà nel seguirmi come Maestro nella mia dottrina e a quelli che mi seguiranno in essa dopo, anche dopo la mia assunzione.
   Addio, uomini, donne, fanciulli di Keriot! Addio! Guardiamoci bene negli occhi! Facciamo che i cuori, il mio e i vostri, si fondano in abbraccio d’amore e di commiato, e che l’amore resti, sempre vivo, anche quando Io non sarò più, mai più fra voi… Qui, la prima volta che venni, un giusto spirò[70] nel bacio del suo Salvatore, in una visione di gloria… Qui, nell’ultima volta che vengo, vi benedico con l’amore…
   Addio!… Il Signore vi dia fede, speranza e carità in misura perfetta. Vi dia amore, amore, amore. Per Lui, per Me, per i buoni, per gli infelici, per i colpevoli, per coloro che portano il peso di una colpa non loro…
   Ricordatevi. Siate buoni. Non siate ingiusti. Ricordate che Io ho sempre perdonato non solo ai colpevoli ma ho avvolto di amore tutto Israele. Tutto Israele che è composto di buoni e di non buoni, così come in una famiglia ci sono i buoni e i non buoni, e ingiustizia sarebbe dire che tutta una famiglia è cattiva perché uno di essa lo è.

   394.4­Io vado… Se ancora qualcuno di voi ha da parlarmi, venga entro sera alla casa di campagna di Maria di Simone».
   Gesù alza la mano e benedice, poi esce svelto dalla porticina secondaria, seguito dai suoi.
   La gente bisbiglia:
   «Non torna più!».
   «Che ha voluto dire?».
   «Aveva lacrime nell’addio…».
   «Avete sentito? Dice che sarà assunto».
   «Allora ha proprio ragione Giuda! Certo che dopo, come re, non sarà più fra noi come ora…».
   «Ma io ho parlato con i fratelli suoi. Essi dicono che non sarà re come noi pensiamo. Ma Re di redenzione, come dicono i profeti. Sarà il Messia, ecco!».
   «Il Re Messia, certo!».
   «Ma no! Il Re Redentore. L’uomo dei dolori».
   «Sì».
   «No»…
   Gesù intanto va lesto verso la campagna.

[69] due episodi, quello di 1 Maccabei 5, 9-62 e quello di 1 Samuele 13, 1-14; 15; 16, 1-13.
[70] un giusto spirò..., in 78.8.