MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VII CAPITOLO 469



CDLXIX. Commiato dai pochi fedeli di Corozim.

   6 agosto 1946.

   469.1Non è ancora l’aurora quando Gesù si incontra con gli undici, che hanno in mezzo a loro il piccolo falegname Giuseppe, il quale parte come una freccia appena vede Gesù e gli si stringe ai ginocchi con la semplicità di chi è ancora fanciullo. Gesù si china a baciarlo in fronte e poi, tenendolo per mano, va dove sono Pietro con gli altri.
   «La pace a voi. Non credevo trovarvi già qui».
   «Il fanciullo si è svegliato che ancora era notte ed è voluto venire per paura di giungere in ritardo», spiega Pietro.
   «La madre sarà qui fra poco con gli altri figli. Ti vuole salutare», aggiunge Giuda d’Alfeo.
   «E così la donna che era rattrappita, la figlia di Isacco, la madre di Elia e altri che hai guariti. Ci hanno ospitato…».
   «E gli altri?».
   «Signore…».
   «Corozim conserva il suo spirito duro. Comprendo. Non importa.

   469.2Il buon seme è gettato e germinerà un giorno… per merito di questi…», e guarda il fanciullo.
   «Sarà discepolo e convertirà?».
   «Discepolo è, non è vero, Giuseppe?».
   «Sì. Ma non so parlare, e per quel che so non mi ascoltano».
   «Non importa. Tu parlerai con la tua bontà».
   Gesù prende fra le sue lunghe mani il visetto del fanciullo e gli parla stando un poco curvo sul visetto alto levato.
   «Io me ne vado, Giuseppe. Sii buono. Sii lavoratore. Perdona a chi non vi ama. Sii riconoscente a chi ti benefica. Pensa sempre questo: che in chi ti benefica è presente Dio, e perciò accogli con rispetto ogni benefizio senza pretenderlo, senza dire: “Ozierò perché c’è chi pensa a me”, senza sciupare il soccorso avuto. Lavora perché il lavoro è santo, e tu, fanciullo, sei l’unico uomo nella tua famiglia. Ricorda che aiutare la madre è onorarla. Ricorda che dare buon esempio ai fratellini e vegliare all’onore delle sorelle è un dovere. Desidera di avere il giusto e lavora per averlo, ma non invidiare il ricco e non avere desideri di ricchezze per poter godere molto. Ricordati che il tuo Maestro ti insegnò non solo la parola di Dio ma l’amore al lavoro, l’umiltà e il perdono. Sii sempre buono, Giuseppe, e torneremo a stare insieme un giorno».
   «Ma non torni più? Dove vai, Signore?».
   «Vado dove la volontà del Padre dei Cieli vuole. La sua volontà deve sempre essere più forte della nostra e più cara a noi della nostra, perché è sempre volontà perfetta. Anche tu, nella vita, non mettere la tua volontà avanti a quella di Dio. Tutti gli ubbidienti si ritroveranno in Cielo e sarà gran festa allora.

   469.3Dàmmi un bacio, fanciullo».
   Un bacio! Molti baci e lacrime gli dà il fanciullo, e così avvinghiato al collo di Gesù lo trova la madre che sopraggiunge fra la nidiata dei figli e gli altri pochissimi, sette in tutto, di Corozim.
   «Perché piange mio figlio?», chiede la donna dopo aver salutato il Maestro.
   «Perché ogni addio è dolore. Ma, se anche saremo divisi, sempre uniti saremo se il vostro cuore continuerà ad amarmi. Voi sapete come e in che consiste l’amore per Me. Nel fare ciò che vi ho insegnato, perché chi fa ciò che uno gli ha insegnato dimostra di avere stima — e stima è sempre amore — di quella persona. Fate dunque quello che vi ho insegnato con la parola e l’esempio, e fate quello che vi insegneranno i miei discepoli in mio Nome. Non piangete. Il tempo è breve, e presto saremo riuniti e in modo migliore. E anche non piangete per egoismo. Pensate a quanti ancora mi attendono, a quanti dovranno morire senza avermi visto, a quanti dovranno amarmi senza avermi mai conosciuto. Voi mi avete avuto più di una volta e potete avere facilitata la fede e la speranza dalla carità che è fra noi. Essi invece dovranno avere una grande, una cieca fede per poter giungere a dire: “Egli è veramente il Figlio di Dio, il Salvatore, e la sua parola è veritiera”. Una grande fede per potere avere la grande speranza della vita eterna e dell’immediato possesso di Dio dopo una vita di giustizia. Dovranno amare chi non hanno conosciuto, chi non hanno udito, chi non hanno visto operare prodigi. Eppure, solo se ameranno così, avranno la vita eterna. Voi benedite il Signore che vi ha beneficato dandovi la conoscenza di Me. Ora andate. Siate fedeli alla Legge del Sinai e al mio comando nuovo di amarvi tutti come fratelli, perché nell’amore è Dio. Amare anche chi vi odia, perché Dio vi ha per primo dato l’esempio di amare gli uomini che col peccato mostrano odio a Dio. Perdonate sempre come Dio ha perdonato agli uomini mandando il suo Verbo Redentore a cancellare la Colpa, motivo di rancore e separazione. Addio. In voi sia la mia pace. Ricordate le mie azioni, nei vostri cuori, per fortificare gli stessi contro le parole di chi vorrà persuadervi che Io non sono il vostro Salvatore. Conservate la mia benedizione per vostra forza nelle prove della vita futura».
   Gesù stende le mani dicendo la benedizione mosaica sul piccolo gregge prostrato ai suoi piedi. Poi si volge e se ne va…