MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VII CAPITOLO 499



CDXCIX. Fuga da Esebon e incontro con un mercante di Petra.

   22 settembre 1946.

   499.1Non vedo la città di Esebon. Gesù e i suoi ne escono già, e dai volti degli apostoli comprendo che è stata una delusione. Sono seguiti o, meglio, inseguiti a distanza di qualche metro da una turba vociferante e minacciosa…
   «Questi luoghi intorno al mar Salato sono maledetti come il mare stesso», dice Pietro.
   «Questo luogo! Sempre quello del tempo mosaico, e Tu sei troppo buono per punirlo come fu punito[139] allora. Ma quello ci vorrebbe. E soggiogarli con le potenze del Cielo o con quelle della Terra. Tutti. Sino all’ultimo uomo e all’ultimo luogo», dice Natanaele inquieto, con un bagliore di sdegno negli occhi incassati. La razza ebraica risalta fortemente nell’apostolo, magro e anziano, sotto l’impeto dello sdegno, e lo fa assomigliare molto ai molti rabbi e farisei che contrastano sempre Gesù.
   Il quale si volge e alza la mano dicendo: «Pace! Pace! Saranno essi pure attirati alla Verità. Ma ci vuole pace. Ci vuole compatimento. Non siamo mai venuti qui. Non ci conoscono. Altri luoghi furono così la prima volta, ma poi mutarono».
   «È che questi sono luoghi come Masada[140]. Venduti! Torniamo al Giordano», insiste Pietro.
   Ma Gesù va, per la via miliare ora ripresa, verso il sud. I più accesi contro di Lui lo perseguono sempre, attirando l’attenzione dei viandanti.

   499.2Uno — deve essere un ricco mercante, o per lo meno uno alle dipendenze di un mercante — che guida una lunga carovana diretta a nord, osserva stupefatto fermando il cammello. E col suo si fermano tutti gli altri. Guarda Gesù, guarda gli apostoli, così inermi e benigni nell’aspetto, guarda i vociferatori minacciosi che sopraggiungono e li interpella curioso. Non sento le sue parole, ma quelle urlate a risposta: «È il Nazareno maledetto, folle, indemoniato. Non lo vogliamo fra le nostre mura!».
   L’uomo non chiede di più. Volta il cammello, urla qualcosa ad uno dei suoi che lo seguiva da presso e incita la bestia, che in poche falcate raggiunge gli apostoli. «In nome del vostro Dio, chi è fra voi Gesù il Nazareno?», chiede agli apostoli Matteo, Filippo, Simone Zelote e a Isacco, che sono nell’ultimo gruppetto.
   «Perché lo chiedi? Anche tu per dargli noia? Non bastano i suoi compatrioti? Anche tu ti ci metti?», dice molto inquieto Filippo.
   «Sono meglio di quelli. E chiedo grazia. Non mi respingete. Lo chiedo in nome del vostro Dio».
   Qualcosa nella voce dell’uomo persuade i quattro, e Simone dice: «Il primo avanti a tutti, insieme ai due più giovani».
   L’uomo stuzzica di nuovo l’animale perché Gesù, già avanti, è andato ancor più avanti durante il breve dialogo che Egli ignora.

   499.3«Signore!… Ascolta un infelice…», dice, come lo ha raggiunto. Gesù, Giovanni e Marziam si voltano stupiti.
   «Che vuoi?».
   «Sono di Petra, Signore. Per conto d’altri passo le mercanzie venienti dal mar Rosso sino a Damasco. Non sono povero. Ma è come se lo fossi. Ho due figli, Signore, e il male li ha presi agli occhi, e ciechi sono, uno tutt’affatto — il primo che si è ammalato — l’altro quasi cieco e presto del tutto. I medici non fanno miracoli, ma Tu sì».
   «Come lo sai?».
   «Conosco un ricco mercante che ti conosce. Sosta nel mio recinto. Qualche volta anche lo servo. Mi ha detto, vedendo i figli: “Solo Gesù di Nazaret li potrebbe guarire. Cercalo”. Ti avrei cercato. Ma ho poco tempo io, e devo seguire le vie più indica­te».
   «Quando vedesti Alessandro?».
   «Fra le due feste vostre di primavera. Da allora ho fatto altri due viaggi, ma non ti ho mai incontrato. Signore, abbi pie­tà!».
   «Uomo, Io non posso scendere a Petra, né tu puoi lasciare la carovana…».
   «Sì che posso. Arisa è fidato. Lo mando avanti con lentezza. Io volo a Petra. Ho un cammello più veloce del vento del deserto e agile più di gazzella. Prendo i figli e un altro servo fedele. Ti raggiungo. Tu li guarisci… Oh! la luce ai loro occhi di stelle nere, ora coperti da nube folta! E io proseguo, mentre essi tornano alla madre. Vedo che prosegui, Signore. Dove ti dirigi?».
   «Andavo a Dibon…».
   «Non ci andare. È piena di… di quelli di Macheronte. Posti maledetti, Signore. Non ti levare agli infelici, Signore, per darti ai maledetti».
   «Quel che dicevo io», brontola Bartolomeo fra la barba, e molti gli danno ragione.

   499.4Ormai sono tutti intorno a Gesù e all’uomo di Petra. I cittadini di Esebon invece, visto che la carovana pare benigna al Perseguitato, tornano indietro. La carovana, ferma, attende l’esito e la decisione.
   «Uomo, se non vado per le città di mezzogiorno, volgo a settentrione. E non è detto che ti ascolti».
   «Lo so che sono abbietto per voi d’Israele. Sono incirconciso, non merito ascolto. Ma Tu sei il Re del mondo, e nel mondo ci siamo anche noi…».
   «Non è questo. È… Come puoi credere che Io faccia ciò che i medici non hanno potuto?».
   «Perché Tu sei il Messia di Dio ed essi sono uomini. Tu sei il Figlio di Dio. Me lo ha detto Misace, e io lo credo. Tu puoi fare tutto, anche per un povero come io sono». La risposta è sicura e l’uomo la completa lasciandosi scivolare a terra, senza neppure far inginocchiare il cammello, e si prostra tutto nella polvere.
   «La tua fede è più grande di quella di molti. Va’. Sai dove è il Nebo?».
   «Sì, Signore. Quel monte è il Nebo. Sappiamo anche noi di Mosè. Grande! Troppo grande per non saperlo. Ma Tu più grande. Come una roccia al monte il paragone fra Mosè e Te».
   «Va’ a Petra. Io ti aspetterò sul Nebo…».
   «Vi è un paese ai piedi per i visitatori al monte. E vi sono alberghi… Io sarò là fra dieci giorni al più. Forzerò la bestia, e se Colui che ti manda mi protegge non incontrerò tempeste».
   «Va’. E torna più presto che puoi. Devo andare altrove…».
   «Signore! Io… non sono circonciso. La mia benedizione ti è obbrobrio. Ma quella di un padre non è obbrobrio mai. Ti benedico e vado».
   Prende un fischietto d’argento e fischia tre volte. L’uomo in testa alla carovana viene al galoppo. Si parlano. Si salutano. Poi l’uomo torna alla carovana che si mette in moto. L’altro risale sul suo cammello e va via verso il sud di galoppo.

   499.5Gesù e i suoi si rimettono in cammino.
   «Andiamo proprio al Nebo?».
   «Sì. Lasceremo le città per le pendici dei monti Abarim. Molti pastori ci saranno. Conosceremo da essi la via al monte Nebo, ed essi da noi la Via al monte di Dio. E poi sosteremo qualche giorno come facemmo sui monti d’Arbela e presso il Carit».
   «Oh! come sarà bello! E ci faremo più buoni. Sempre ne siamo scesi, da quei luoghi, più forti e più buoni», dice Giovanni.
   «E ci parlerai di tutto quanto il Nebo ricorda. Fratello, ti ricordi, quando eravamo fanciulli, un giorno che[141] Tu facesti Mosè che benediva Israele prima di morire?», dice Giuda d’Alfeo.
   «Sì. E tua Madre gridò vedendoti steso come morto? Ora andiamo proprio al Nebo», dice Giacomo di Alfeo.
   «E Tu benedirai Israele. Sei il vero Duce del Popolo di Dio!», esclama Natanaele.
   «Ma non ci muori. Tu non muori mai, non è vero, Mae­stro?», chiede con uno strano risolino Giuda di Keriot.
   «Io morirò e risorgerò come è detto. Molti uomini moriranno senza esser morti in quel giorno. E mentre i giusti risorgeranno, anche se morti da anni, i viventi nella carne, ma dallo spirito definitivamente morto in quel giorno, non risorgeranno. Bada di non essere tu di questi».
   «E Tu bada di non farti sentire a ripetere che risorgerai. La dicono bestemmia», ribatte Giuda di Keriot.
   «È verità. E la dico».
   «Che fede, quell’uomo! E quel Misace!», dice lo Zelote tentando una diversione.
   «Ma chi è Misace?», chiedono quelli che non erano lo scorso anno nel viaggio dell’Oltre Giordano[142].
   E si allontanano parlando di queste cose, mentre Gesù riprende con Marziam e Giovanni il discorso interrotto prima.

[139] fu punito, come 45si narra in: Genesi 19, 23-29; Deuteronomio 29, 22 .
[140] come Masada, in 392.
[141] un giorno che…, in 38.3/5.
[142] viaggio dell’Oltre Giordano, nei capitoli 286-294.