MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VII CAPITOLO 446



CDXLVI. Arrivo e accoglienze a Cafarnao.

   4 giugno 1946.

   446.1Non so se spontaneamente o se perché avvisata da qualcuno, Porfirea è già sulla spiaggetta di Cafarnao quando le barche vi giungono, e sono tre anziché due, cosa che mi fa pensare che qualcuno sia già andato avanti, a Cafarnao, ad avvisare che il Maestro giunge ed a prendere una barca per le donne e Marziam. E con Porfirea sono le figlie di Filippo e Miriam di Giairo, oltre alla madre di Giacomo e Giovanni.
   Ma io noto molto Porfirea che, incurante delle ondette del lago, ancora un poco mosso, che scorrono sul greto con le loro corse ridarelle e sfacciatelle, entra nell’acqua sino a mezza gamba e si sporge dentro alla barca, là dove è Marziam, e lo bacia dicendogli: «Ti vorrò bene anche per lui. Per tutti ti vorrò bene, figlio caro!», e lo dice molto commossa; e non appena la barca è ferma e ne scendono coloro che erano in essa, Porfirea stringe a sé Marziam, non cedendo a nessuno il compito di far sentire al giovinetto che è molto amato.
   Va così a riunirsi al gruppo dell’altra barca per venerare il Maestro e poterlo fare prima che quelli di Cafarnao e i molti discepoli, che attendono da tempo l’arrivo di Gesù, si impadroniscano del Maestro sottraendo alle discepole la gioia di averlo per loro. Le donne sono compatte intorno al Maestro e solo i bambini di Cafarnao possono rompere questo cerchio delle discepole, insinuando i loro corpicini a forza fra donna e donna per potere arrivare a Gesù, che va lentamente verso casa.

   446.2Data l’ora mattutina, poca gente è per le vie, per lo più donne che vanno al fonte o al mercato con la nidiata dei figliolini intorno, oppure qualche pescatore che torna a riportare remi e reti nelle barche per prepararle alla pesca della sera. Ma di notabili nessuno fuorché Giairo, che accorre tutto ossequiente a venerare Gesù ed a felicitarsi sentendo che conta fermarsi alcune settimane, andando nella notte nelle città del lago per parlarvi al mattino e tornare poi a riposare il giorno a Cafarnao. Ed è Giairo, per il rispetto che incute ai suoi concittadini, che riesce per primo a mettersi a fianco di Gesù. E ci riesce perché scansa sua figlia con autorità di padre. Dopo di lui riescono ad unirsi a Gesù i discepoli più influenti, quelli ai quali, per istintivo moto di giustizia, gli altri cedono il primo posto dopo gli apostoli, ossia il vecchio sacerdote Giovanni (l’ex lebbroso), Stefano, Erma, Timoneo, Giovanni figlio di Noemi, Nicolai e i discepoli ex pastori che, meno i due andati verso il Libano, sono tutti presenti.
   Gesù si interessa degli altri, degli assenti, e ne chiede ai compagni. Sono ancora ferventi? Oh! molto! Riposano nelle loro case? No. Lavorano nelle loro città e nei paesi vicini a far nuovi discepoli. Ed Ermasteo? Ermasteo è andato lungo il mare e scende verso la sua città. È insieme a Giuseppe, quello d’Emmaus, e vogliono parlare del Salvatore per tutte le coste, ed a loro si sono uniti i due amici Samuele e Abele per mostrare ciò che può il Signore, loro che erano uno storpio, l’altro lebbroso.
   Domande e risposte, né basta la via ad esaurirle, e non la casa di Tommaso di Cafarnao ad accogliere tanta gente, che si pigia ormai intorno al Maestro ritornato dopo tanta assenza. E Gesù decide di andare verso la campagna per potere stare in mezzo a tutti, senza fare preferenze.