MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VII CAPITOLO 439



CDXXXIX. Maria Ss. riferisce sulla missione compiuta a Tiberiade. Aurea impara a fare la volontà di Dio.

   20 maggio 1946.

   439.1È molto stanca la Vergine quando rimette piede nella sua casetta. Ma è molto felice. E cerca subito del suo Gesù che ancora lavora, alle ultime luci del giorno che muore, intorno alla porta del forno che sta rimettendo a posto. Le ha aperto Simone il quale, dopo il saluto, si ritira prudente nello stanzone-laboratorio. Tommaso non lo vedo. Forse è fuori di casa.
   Gesù posa i suoi attrezzi, appena vede la Madre, e va a Lei pulendosi le mani unte (sta rendendo scorrevoli i gangheri e i chiavistelli con dell’olio) nel suo grembiule da lavoro. Il loro reciproco sorriso pare far luminoso l’orto in cui decresce la luce.
   «La pace a te, Mamma».
   «La pace a Te, Figlio».
   «Come sei stanca! Non hai riposato…».
   «Da un’alba ad un tramonto in casa di Giuseppe. Ma senza questi grandi calori sarei ripartita subito per venirti a dire che Aurea è tua».
   «Sì?!». Il viso di Gesù si ringiovanisce persino nella sorpresa gioiosa. Sembra un volto poco più che ventenne, e nella gioia, perdendo quella gravità che generalmente è sul suo volto e nei suoi atti, viene ad assomigliare ancor più alla Madre, sempre così serenamente fanciulla nelle movenze e nell’aspetto.
   «Sì, Gesù. E senza alcuna fatica ho ottenuto questo. La dama aderì subito. Si è commossa riconoscendo che lei, e con lei le sue amiche, sono troppo corrotte per educare una creatura a Dio. Un riconoscimento così umile, così schietto, vero! Non è facile trovare chi, senza esserne forzato, riconosca di essere difettoso».
   «Sì, non è facile. Molti in Israele non lo sanno fare. Sono belle anime sepolte sotto una crosta di lordura. Ma quando la lordura cadrà…».
   «Avverrà, Figlio?».
   «Ne sono sicuro. Tendono istintivamente al Bene. Finiranno con l’aderirvi. Che ti ha detto?».
   «Oh! poche parole… Ci siamo subito intese.

   439.2Ma sarà bene avere subito Aurea. Le voglio dire io questa cosa, se Tu vuoi, però, Figlio mio».
   «Sì, Mamma. Manderemo Simone», e chiama forte lo Zelote che viene subito.
   «Simone, va’ da Simone d’Alfeo e di’ che mia Madre è tornata, poi vieni con la fanciulla e con Toma, che certo è là per finire quel lavoretto di cui lo ha pregato Salome».
   Simone si inchina e va subito.
   «Racconta, Mamma… Il tuo viaggio… il tuo colloquio… Povera Mamma, come sei stanca per causa mia!».
   «Oh! no, Gesù! Nessuna stanchezza quando Tu sei feli­ce…», e Maria racconta il suo viaggio e le paure di Maria d’Alfeo, la sosta in casa del barcaiuolo, l’incontro con Valeria, terminando: «Ho preferito vederla a quell’ora, posto che il Cielo lo permetteva. Più libera lei, più libera io, e Maria Cleofe consolata più presto, perché di essere due donne sole per Tiberiade aveva un terrore che soltanto l’amore per Te, il pensiero di servirti, poteva vincere…», e Maria sorride ricordando le ansie della cognata…
   E sorride Gesù dicendo: «Poveretta! È la vera donna d’Israele, l’antica donna, riservata, tutta casa, la donna[11] forte secondo i Proverbi. Ma nella nuova Religione la donna non sarà soltanto forte nella casa… Molte saranno quelle che supereranno Giuditta e Giaele, essendo eroiche in sé, con eroismo da madri di Maccabei… E lo sarà anche Maria nostra. Ma per ora… è ancora così…

   439.3Hai visto Giovanna?».
   Maria non sorride più. Forse teme un’altra domanda su Giu­da. E risponde svelta: «Non ho voluto imporre nuove ansie a Maria. Ci siamo chiuse in casa fino a metà fra nona e sera, riposando, e poi siamo partite… Ho pensato che presto la vedremo, sul lago…».
   «Hai fatto bene. Mi hai dato la prova del sentimento delle romane verso di Me. Se Giovanna fosse intervenuta si sarebbe potuto pensare che cedevano all’amica. Ora attenderemo sino a sabato e, se Mirta non viene, andremo noi con Aurea».
   «Figlio, io vorrei rimanere…».
   «Sei stanca molto, lo vedo».
   «No, non per questo… Penso che Giuda potrebbe venire qui… Come è bene che a Cafarnao sia sempre chi lo attende per accoglierlo da amico, anche qui è bene che ci sia chi lo accoglie con amore».
   «Grazie, Mamma. Tu sola capisci cosa ancora lo può salvare…».
   Sospirano tutti e due sul discepolo che dà dolore…

   439.4Rientrano Simone e Tommaso con Aurea, che corre verso Maria. Gesù la lascia con la Madre, andando in casa con gli apostoli.
   «Tu hai molto pregato, figlia, e il buon Dio ti ha ascolta­ta…», inizia Maria.
   Ma la fanciulla la interrompe con un grido di gioia: «Resto con te!», e le getta le braccia al collo baciandola.
   Maria ricambia il bacio e, sempre tenendola fra le braccia, dice: «Quando uno fa un grande favore bisogna ricambiare, non è vero?».
   «Oh! sì! E io ti ricambierò con tanto amore».
   «Sì, figlia. Ma sopra di me è Dio. È Lui che ti ha fatto questo grande favore, questa grazia senza misura di accoglierti fra i membri del suo popolo, di farti discepola del Maestro Salvatore. Io non sono stata che lo strumento della grazia, ma la grazia Egli, l’Altissimo, te l’ha concessa. Che darai dunque all’Altissimo per dirgli che lo ringrazi?».
   «Ma… non so… Dimmelo tu, o Madre…».
   «Amore, questo è certo. Ma l’amore, per essere veramente tale, deve essere unito al sacrificio, perché se una cosa costa ha più valore, non è vero?».
   «Sì, Madre».
   «Ecco, allora io direi che tu, con la stessa gioia con cui hai gridato: “Resto con te!”, dovresti gridare: “Sì, o Signore” quando io, povera sua serva, ti dirò la volontà del Signore su te».
   «Dimmela, Madre», dice Aurea facendosi però seria in volto.
   «La volontà di Dio ti affida a due buone madri, a Noemi e a Mirta…».
   La fanciulla ha grossi lacrimoni che lucono negli occhi chiari, ed essi rotolano poi sul visetto rosato.
   «Sono buone. Sono care a Gesù e a me. Ad una Gesù ha salvato[12] il figlio, all’altra io glielo ho allattato. E che siano buone, lo hai visto…».
   «Sì… ma io speravo stare con te…».
   «Figlia, non tutto si può avere!

   439.5Vedi che io pure non sto col mio Gesù. Ve lo dono, e sto lontana, tanto lontana da Lui, mentre Egli va girando per la Palestina a predicare, guarire e salvare le fanciulle…».
   «È vero…».
   «Se io lo volessi per me sola, tu non saresti stata salvata… Se io lo volessi per me sola, le vostre anime non verrebbero salvate. Pensa quanto grande è il mio sacrificio. Vi do un Figlio perché sia immolato per le vostre anime. Del resto, io e te saremo sempre unite, perché le discepole stanno e staranno sempre unite intorno a Cristo, formando una grande famiglia unita dall’amore per Lui».
   «È vero. E poi… verrò ancora qui, non è vero? E ci vedremo ancora?».
   «Certamente. Finché Dio lo vorrà».
   «E tu pregherai sempre per me…».
   «E io pregherò sempre per te».
   «E quando saremo insieme mi istruirai ancora?».
   «Sì, figlia…».
   «Ah! io volevo divenire come te! Lo potrò mai? Sapere, per essere buona…».
   «Noemi è madre di un sinagogo e discepolo del Signore. Mirta di un figlio che ha meritato la grazia del miracolo ed è discepolo buono. E le due donne sono buone e sapienti, oltre che tanto piene d’amore».
   «Me lo assicuri?».
   «Sì, figlia».
   «Allora… benedicimi e sia fatta la volontà del Signore… come dice l’orazione di Gesù. L’ho tanto detta… È giusto che ora faccia ciò che ho detto, per ottenere di non andare più dai romani…».
   «Sei una buona fanciulla. E Dio sempre più ti aiuterà. Vieni, andiamo a dire a Gesù che la più giovane discepola sa fare la volontà di Dio…», e tenendola per mano Maria rientra con la fanciulla nella casa.

[11] la donna, lodata in Proverbi 31, 10-31, è “forte” nella traduzione letterale della volgata, “perfetta” in quella della neo-volgata.
[12] ha salvato, in 248.5/11; ho allattato, come viene svelato in 365.8.