MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

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VOLUME VII CAPITOLO 437



CDXXXVII. Gesù e la Madre a colloquio.

   15 maggio 1946.

   437.1Io non so se sia la sera dello stesso sabato. So che vedo Gesù e Maria seduti sul sedile di pietra contro la casa, presso la porta della stanza dei pasti, dalla quale esce un tenue chiarore di un lume ad olio posto presso la porta, palpitante all’aria con alzate e abbassamenti di luce come se il suo lucore fosse regolato da un moto di respiro. Unica luce nella notte ancor senza luna. Un minimo di luce che fuoriesce nell’orto illuminando la striscetta di terreno davanti all’uscio, e muore sul primo rosaio dell’aiuola. Ma quel minimo di luce è sufficiente ad illuminare i due profili dei Due, riuniti in intimo colloquio nella notte serena, piena di profumi di gelsomini e di altri fiori estivi.
   Parlano fra loro dei parenti… di Giuseppe d’Alfeo sempre cocciuto, di Simone non molto coraggioso nella sua professione di fede, dominato come è dal primo fra i fratelli, che è autoritario e ostinato nelle sue idee come lo era il padre. Il grande dolore di Maria, che vorrebbe tutti i nipoti discepoli del suo Gesù…
   E Gesù la conforta e, per scusare il cugino, ne illustra la forte fede israelita: «Un ostacolo, sai? Un vero ostacolo. Perché tutte le formule e i precetti fanno barriera alla accettazione dell’idea messianica nella sua verità.

   437.2Più facile convertire un pagano, purché sia uno spirito non completamente corrotto. Il pagano riflette e vede la differenza buona tra il suo Olimpo e il mio Regno. Ma Israele… Israele nella sua parte più colta… fatica a seguire il concetto nuovo!…».
   «Eppure è sempre quel concetto!».
   «Sì. È sempre quel Decalogo, sono sempre quelle profezie. Ma sono stati snaturati dall’uomo. Esso li ha presi dalle sfere soprannaturali dove erano e li ha portati sul livello della Terra, nel clima del mondo, li ha manipolati con la sua umanità e alterati… Il Messia — Re spirituale del grande Regno che si chiama di Israele perché il Messia nasce dal tronco d’Israele, ma che più giusto è chiamarlo di Cristo, perché Cristo accentra il migliore di Israele, attuale e passato, e lo sublima nella sua perfezione di Dio-Uomo — il Messia per loro non può essere l’uomo mite, povero, senza aspirazioni al potere e alla ricchezza, ubbidiente a coloro che ci dominano per castigo divino, perché nell’ubbidienza è santità quando l’ubbidire non infirma la grande Legge. E per questo si può dire che la loro fede lavora contro la Fede vera.

   437.3Di questi cocciuti, e convinti di essere dei giusti, ce ne sono tanti… in ogni classe… e anche fra i miei parenti e apostoli. Credi, o Madre, che la ottusità loro a credere alla mia Passione sta in questo. I loro errori di valutazione hanno in questo origine… E anche le loro ritrosie ostinate a considerare i gentili gli idolatri non guardando l’uomo, ma lo spirito dell’uomo, quello spirito che ha una sola origine e al quale Dio vorrebbe dare un solo destino: il Cielo. Vedi Bartolomeo… È un esempio. Ottimo, saggio, disposto a tutto per darmi onore e conforto… Ma davanti, non dico ad una Aglae né a una Sintica, che è già un fiore rispetto alla povera Aglae che solo la penitenza ritorna da fango a fiore, ma neppure davanti ad una fanciulla, ad una povera fanciulla la cui sorte suscita ogni pietà e il cui istintivo pudore attira ammirazione, il suo schifo per i gentili cade, e neppure il mio esempio lo vince. E non le mie parole che per tutti Io sono venuto».
   «Hai ragione. Anzi proprio Bartolomeo e Giuda di Keriot, i due più dotti o, per lo meno, il dotto Bartolmai e Giuda di Keriot, che non so di che classe possa dirsi con esattezza, ma che è imbevuto, saturato delle aure del Tempio, sono i più resistenti. Però… Bartolmai è buono, e la sua resistenza è ancora scusabile. Giuda… no. Hai sentito cosa ha detto Matteo, andato di proposito a Tiberiade… E Matteo è esperto della vita, di quella vita soprattutto… E giusta è l’osservazione di Giacomo di Zebedeo: “Ma chi è che dà tanto denaro a Giuda?”. Perché quella vita costa… Povera Maria di Simone!».
   Gesù fa il suo gesto delle mani, per dire: «Così è…», e sospira.

   437.4Poi dice: «Hai sentito? Le romane sono a Tiberiade… Valeria non mi ha fatto sapere nulla. Ma Io devo sapere prima di riprendere il mio cammino. Ti voglio con Me a Cafarnao per qualche tempo, Mamma… Poi tu tornerai qui, Io andrò verso i confini siro fenici e poi tornerò a salutarti prima di scendere verso la Giudea, la pecora caparbia d’Israele…».
   «Figlio, domani sera io andrò… Porterò con me Maria d’Alfeo. Aurea andrà da Simone d’Alfeo, perché non passerebbe senza critica il rimanere qui con voi per più giorni… Così è il mondo… E io andrò… A Cana per prima tappa, e poi all’alba partirò per fermarmi dalla madre di Salome di Simone. E poi al tramonto ripartirò e giungeremo che ancor sarà luce a Tiberiade. Andrò in casa del discepolo Giuseppe, perché voglio andare io, personalmente, da Valeria, e se andassi da Giovanna vorrebbe andare lei… No. Io, Madre del Salvatore, sarò diversa dalla discepola del Salvatore ai suoi occhi… e non mi dirà di no. Non temere, Figlio mio!».
   «Non temo. Ma mi accora la tua fatica».
   «Oh! per salvare un’anima! Che cosa è questo niente di una ventina di miglia fatte in stagione buona?».
   «Sarà fatica anche morale. Chiedere… essere forse umiliata…».
   «Poca cosa che passa. Ma un’anima resta!».
   «Sarai come una rondine sperduta a Tiberiade corrotta… Prendi con te Simone».
   «No, Figlio mio. Noi due sole, due povere donne… Ma due madri e due discepole. Ossia due grandi forze morali… Farò presto. Lasciami andare… Benedicimi soltanto».
   «Sì, Mamma. Con tutto il mio cuore di Figlio e con tutto il mio potere di Dio. Va’ e gli angeli ti scortino per via».
   «Grazie, Gesù.

   437.5Allora rientriamo. Mi dovrò alzare all’alba per preparare ogni cosa per chi parte e per chi resta. Di’ l’orazione, Figlio…».
   Gesù si alza, come si alza Maria, e insieme dicono il Pater… Poi rientrano in casa, chiudono la porta… la luce scompare e cessa ogni voce umana. Resta solo il vento leggero fra le fronde e il chioccolio leggero del filo d’acqua nella vaschetta…