MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MAGGIORE

A A A

VOLUME VIII CAPITOLO 541



DXLI. Giudei in visita a Betania.

Preparazione alla Passione di Gesù

   18 dicembre 1946.

   541.1Un folto e pomposo gruppo di giudei su cavalcature di lusso entra in Betania. Sono scribi e farisei, nonché qualche sadduceo ed erodiano già visto altra volta, se non erro al banchetto in casa di Cusa per tentare Gesù a proclamarsi re. Sono seguiti da servi a piedi.
   La cavalcata traversa lentamente la cittadina, e gli zoccoli suonanti sul terreno duro, il tintinnio delle bardature, le voci degli uomini attirano fuori dalle porte gli abitanti, che guardano e con palese sbigottimento si curvano in saluti profondi per poi rialzarsi e riunirsi in crocchi bisbiglianti.
   «Avete visto?».
   «Tutti i sinedristi di Gerusalemme».
   «No. Giuseppe l’Anziano, Nicodemo e altri non c’erano».
   «E i farisei più noti».
   «E gli scribi».
   «E quello sul cavallo chi era?».
   «E certo vanno da Lazzaro».
   «Deve essere per morire».
   «Non so capire perché il Rabbi non sia qui».
   «E come vuoi, se lo cercano a morte quei di Gerusalem­me?».
   «Hai ragione. Anzi, certo quei serpenti che sono passati vengono per vedere se il Rabbi è qui».
   «Sia lode a Dio che non c’è!».

   541.2«Sai che hanno detto al mio sposo, ai mercati di Gerusalemme? Di stare pronti, che presto Egli si proclamerà re e dovremo tutti aiutarlo a fare… Come hanno detto? Mah! Una parola che voleva dire come se io dicessi che mando via tutti di casa e mi faccio io padrona».
   «Un complotto?… Una congiura?… Una rivolta?…», chiedono e suggeriscono.
   Un uomo dice: «Sì. Lo hanno detto anche a me. Ma non ci credo».
   «Ma sono discepoli del Rabbi che lo dicono!…».
   «Uhm! Che il Rabbi usi violenza e destituisca i Tetrarca, usurpando un trono che, con giustizia o no, è degli erodei, non lo credo. Faresti bene a dire a Gioacchino a non credere a tutte le voci…».
   «Ma sai che chi lo aiuterà sarà premiato in Terra e in Cielo? Io sarei ben contenta che mio marito lo fosse. Sono piena di figli, e la vita è difficile. Se si potesse avere un posto fra i servi del Re d’Israele!».
   «Senti, Rachele, io penso che sia meglio guardare il mio orto e i miei datteri. Se me lo dicesse Lui, oh! allora lascerei tutto per seguirlo. Ma detto da altri!…».
   «Ma sono discepoli suoi».
   «Non li ho mai visti con Lui e poi… No. Si fingono agnelli, ma hanno certe facce ribalde che non mi persuadono».
   «È vero.

   541.3Da qualche tempo succedono fatti strani, e sempre si dice che sono i discepoli del Rabbi che li fanno. L’ultimo dì avanti il sabato, alcuni di questi malmenarono una donna che portava uova ai mercati e dissero: “Le vogliamo in nome del Rabbi galileo”».
   «Ti pare che possa essere Lui a volere queste cose? Lui che dà e non prende? Lui che potrebbe vivere fra i ricchi e preferisce stare fra i poveri, e levarsi il mantello, come diceva a tutti quella lebbrosa guarita che ha incontrato Giacobbe?».
   Un altro uomo, che si è accostato al gruppo e ha ascoltato, dice: «Hai ragione. E quell’altra cosa che si dice, allora? Che il Rabbi ci farà succedere dei grandi guai perché i romani puniranno tutti noi per i suoi eccitamenti alla gente? Ci credete voi? Io dico — e non sbaglierò, perché sono vecchio e saggio — io dico che tanto quelli che ci dicono, a noi povera gente, che il Rabbi vuol prendere con violenza il trono e cacciare via anche i romani — così fosse! se fosse possibile farlo! — come chi fa violenze in nome suo, come chi ci eccita alla ribellione con promesse di utile futuro, come chi ci vorrebbe far odiare il Rabbi come individuo pericoloso che ci porterà ai guai, sono tutti nemici del Rabbi, che cercano di rovinarlo per trionfare loro. Non ci credete! Non ci credete ai falsi amici della povera gente! Vedete come sono passati superbi? A me per poco non mi danno una legnata, perché stentavo a far entrare le pecore e impedivo, a loro, di andare… Amici nostri quelli lì? Mai. Sono i nostri vampiri e, non lo voglia il Signore, vampiri anche di Lui».

   541.4«Tu che stai vicino ai campi di Lazzaro, sai se è morto?».
   «No. Non è morto. È lì, fra morte e vita… Ne ho chiesto a Sara, che coglieva foglie d’aromi per le lavande».
   «E allora perché quei là sono venuti?».
   «Mah! Hanno girato intorno alla casa, sul dietro, sui lati, intorno all’altra casa del lebbroso, e poi sono andati via verso Betlemme».
   «Ma se l’ho detto io! Sono venuti a vedere se c’era il Rabbi! Per fargli del male. Sai cosa era per loro potergli fare del male? E proprio in casa di Lazzaro? Di’ tu, Natan. Quell’erodiano non era quello che un tempo era l’amante di Maria di Teofi­lo?».
   «Era. Voleva forse vendicarsi in quel modo su Maria…».
   Arriva un ragazzetto di corsa. Grida: «Quanta gente in casa di Lazzaro! Venivo dal ruscello con Levi, Marco e Isaia, e abbiamo visto. I servi hanno aperto il cancello e preso le cavalcature. E Massimino è corso incontro ai giudei e altri sono corsi con grandi inchini. E sono uscite dalla casa Marta e Maria con le loro ancelle, a salutare. E si voleva vedere di più, ma hanno chiuso il cancello e sono andati tutti nella casa». Il fanciullo è tutto emozionato per le notizie che porta, per ciò che ha visto…
   Gli adulti commentano fra loro.