MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 3


Prima domenica di Quaresima


10 marzo 1946

   Introito: Salmo 91 (90), 1.15-16.
   Orazione: O Dio che ogni anno purifichi la tua Chiesa con le osservanze della Quaresima, concedi alla tua famiglia di render fruttuose con le buone opere quelle grazie che si sforza di ottenere con l'astinenza.
   Epistola: 2 Corinzi 6, 1-10.
   Graduale: Salmo 91 (90), 11-12.
   Tratto: Salmo 91 (90), 1-7.11-16.
   Vangelo: Matteo 4, 1-11.
   Offertorio: Salmo 91 (90), 4-5.
   Segreta: T'immoliamo solennemente questo sacrifizio inaugurale della Quaresima, supplicandoti, o Signore, a far sì che, restringendo l'uso dei cibi di carne, ci asteniamo anche dai cattivi piaceri.
   Comunione: Salmo 91 (90), 4-5.
   Dopocomunione: La santa partecipazione al tuo sacramento, o Signore, ci ristori e, purificatici dalle antiche colpe, ci renda partecipi del mistero di salvezza.
  

   Dice Azaria:
   «Anima mia, la nostra Messa. La Messa vista e considerata per le "voci", per te. Si inizia con una promessa verace come tutto ciò che è di Dio: "Mi invocherà ed Io lo esaudirò. Lo libererò e lo glorificherò. Lo accontenterò con lunga vita".
   Sembra che parli un solo Dio, non ti pare? Ma il nostro Ss. Iddio è Tre pur essendo Uno. E ognuno dei Tre Ss. ha i suoi attributi speciali che non mancano negli altri ma che più particolarmente rifulgono in Uno, e che uniti dall'Amore, attributo comune, formano l'inconcepibile e perfettissima Perfezione del Nostro Signore Iddio Uno e Trino. E si ammirano e si completano con amore i Tre Ss., riversando il fiume delle loro tre unite perfezioni sui figli, sui salvati, sugli istruiti.
   Ed ecco che il Padre promette: "Mi invocherà ed Io lo esaudirò". È Padre. Può un padre essere sordo al grido d'aiuto del figlio? Non può. E un Padre perfettissimo non può meno ancora, non può assolutamente essere sordo ai figli che lo invocano. Si volge sui peccatori che, per un dolore o per un pentimento, si risovvengono di Lui. Come allora non lo farà per coloro che lo amano da figli fedeli?
   Appòggiati, anima mia, con tutto abbandono all'amore del Padre. Non è offesa l'abbandono come possono crederlo quelli che non conoscono Iddio come noi lo conosciamo! L'amore è sempre reverente e rispettoso; tanto più reverente e rispettoso quanto più è ampio; perfettamente reverente e rispettoso quando è assoluto. Perché è l'anima che ama. E l'anima, una volta entrata nella via della conoscenza amorosa di Dio, è umile. La confidenza genera mancanza di rispetto solo negli amori umani, sempre gravati da materialità. Ma negli amori spirituali - parlo dei veri amori, non degli esaltati e transitori, e superficiali palpiti dei sentimentalisti - la confidenza non degenera in mancanza di rispetto. L'anima si appoggia a Dio, umiliando la fronte sui piedi di Dio, prostrata in ginocchio, conscia dell'infinita distanza che è sempre fra la sua piccola perfezione e la Perfezione infinita. Sta là, adorando, ma con effusione di figlia, finché Dio le dice: "No, così no, come schiava. Ma sui ginocchi, sul Seno del Padre, o figlia che ho creata". Ed è l'estasi, lo sai, finché Dio non congeda, e l'anima torna ad amare, adorando, ai piedi di Dio.
   Il Figlio promette: "Lo libererò e lo glorificherò".
   Per i suoi infiniti meriti Egli libera i suoi redenti. Fu il Cristo per questo. Lasciò il Cielo per questo. Patì e morì per questo. E non ha chiesto per voi, avanti di andare alla Passione, che la stessa gloria che il Padre gli aveva data e che Egli aveva trasmessa ai suoi discepoli, fosse data a tutti coloro che avrebbero creduto in Lui affinché fossero una sola cosa con Dio Uno e Trino? Gesù, Signor Nostro Ss., non smentisce mai le sue parole. Perciò coloro che vivono secondo il suo insegnamento saranno glorificati da Lui, al Quale ogni giudizio è stato dato perché è Dio, perché è Figlio diletto del Padre, perché è l'Ubbidiente, il Consolatore del Padre suo, il Redentore, perché è Colui che tuttoha dato: l'unione in Cielo col Padre e la pace dei Cieli incarnandosi, e la Vita morendo per l'uomo.
   Lo Spirito Santo promette: "Lo accontenterò con lunga vita".
   Può lo spirito, che ha compreso la Verità, desiderare la miseria di giorni prolungati sulla Terra? No. E allora di quale vita parla lo Spirito eterno? Della vita eterna data a quelli che hanno saputo amare. Perché saper amare vuol dire tutto sapere, tutto ben fare, salvarsi vuol dire, santificarsi vuol dire, conoscere vuol dire, essere sapienti vuol dire. E l'Amore promette: "A questi che hanno saputo amare Io darò lunga vita". Oh! vita che non ha più fine! Uno scorrere di secoli e secoli in un gaudio che non muta e che non stanca, che ogni attimo si accresce, pare nuovo, più vasto, più bello... Il nostro gaudio di angeli... Gloria a Dio!
   Ed ecco il profeta che dice: "Chi riposa nell'aiuto dell'Altissimo vivrà sotto la protezione del Dio del Cielo".
   Non temere. Tu fidi in Lui, e come creatura e come portavoce. Il Cielo ti proteggerà. Anche se tutto il mondo ti si avventasse contro per condannarti, puoi credere che ciò valga ad influenzare il giudizio di Dio? Esso non è turbato dalle vociferazioni umane. Tu sta' ferma nella tua ubbidienza. Più di tutti è Dio. Lui servi, ed Egli, anche fossi colpita d'anatema, vilipesa, torturata, riverserà su te i suoi fiumi d'amore e ti sentirai protetta.
   E unisciti, nel modo che Dio ti ha presentato, alle astinenze quaresimali. Molto soffri di quanto avviene1. Io numero queste tue sofferenze. E dici, soffrendo: "La tua Volontà sia fatta". Anima mia, ciò vale molto più dei digiuni fatti con mal garbo e procurando solo disagio alla carne. E soffri con pace. Da parte del mio Signore ti dico che tu sei immune da colpevolezza in quanto sta avvenendo. Dunque sta' in pace. Hai praticato ubbidienza e prudenza. Sta' in pace.
   Ecco la parola di Paolo. Fu anch'egli una voce da quando Dio lo fece suo, una voce instancabile ed eroica, ed è un maestro delle voci. Ascolta questo maestro che parla ai diffusori della Parola di Dio in modo speciale, pur parlando ai fedeli in genere. Del resto ogni cristiano non dovrebbe predicare Cristo e il Dio vero, avendo a principale scopo della sua istruzione quello di istruirsi nella Sapienza per poterne parlare, e a principale scopo dei suoi giorni praticare ciò che ha imparato, per predicare ancora Dio e il suo Cristo con tutti gli atti della sua vita virtuosa?
   Paolo dice: "Vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio".
   Il mio Signore ti ha più volte parlato per formarti ad una capacità buona di ricevere la grazia straordinaria. Ti ha detto che ove entrasse superbia e disubbidienza il dono diverrebbe castigo. Ti ha mostrato che se è dono è anche giogo, e obbliga ad una virtù continua per non divenire condanna.
   Egli lo ha detto: "A chi molto è dato, molto è chiesto". Sì. A voi è negato di poter dire: "Non sapevo". Perciò, sapendo, dovete essere perfetti secondo le vostre forze e conoscere che sempre più aumentano perché la Sapienza fortifica le anime che l'accolgono con umiltà.
   Tu pensi: "E se uno riceve tiepidamente il dono?". Se uno così fa, o, peggio ancora, lo corrompe con aggiunte umane o sataniche, allora le forze non aumentano ma regrediscono, si traviano, e la Sapienza si ritira dopo aver condannato.
   Ricevi allora attivamente, sempre più attivamente, la grazia di Dio. Devi giungere al punto che anche un respiro sia regolato secondo una buona volontà di servire la grazia e farla fruttare. Il Signore può esigere questo dono totale di te dopo che "ti ha esaudita nel tempo propizio e nel giorno della salvezza ti ha soccorso".
   Come allora devi esplicare questo dono totale? Te lo dice Paolo: "Non dando motivo di scandalo a nessuno, affinché non sia vituperato il tuo ministero", e tu ti diporti in ogni cosa come strumento di Dio, con molta pazienza nelle tribolazioni, nelle necessità e angustie. In qualunque evento. Le flagellazioni dei giudizi malevoli non sono meno dolorose di quelle dei flagelli. E le proibizioni non sono meno carceranti delle prigioni. E le incomprensioni o le male interpretazioni, che privano del conforto di essere aiutate nel vostro compito, non sono meno penose delle fatiche, vigilie e digiuni. Ma tu sopporta tutto con purezza, scienza, longanimità, con soavità, con lo Spirito Santo, con carità non simulata, con la parola della verità, con la virtù di Dio, colle armi della giustizia a destra e a manca, in mezzo alla gloria, nelle ore di gloria come in mezzo all'ignominia, nelle ore amare, nella buona e nella cattiva fama.
   Tu lo sai ciò che sei. Possono dirti ciò che vogliono. Possono accusarti d'essere sedotta e seduttrice, ma tu sai che sei verace. Possono dirti: "E chi siete voi? Un'ignota. Una nullità". E che è la fama degli uomini? Basta che tu sia nota nei Cieli. Che tu abbia aspetto di povera inferma che importa? Più grande risplende la potenza di Dio che contro le leggi naturali fa compiere il prodigio di un moribondo che sostiene fatiche superiori alle forze di un sano per gloria di Dio, e vive così perché Dio lo alimenta della sua vita perché lo serva finché Egli vorrà.
   Potranno castigarti gli uomini. Ma la morte, la vera morte non ti sarà data perché tu vivi la petizione del "Pater" e fai ciò che Dio da te vuole. Melanconica sei, come lo furono i santi, da Cristo in poi, per la miseria degli uomini, ma per te trovi nell'amore reciproco l'ilarità santa dello spirito in pace.
   Sembrerai povera, e di mezzi materiali e di mezzi soprannaturali, non potendo lavorare e andare alla chiesa. Ma tu hai dei tesori, accumulati col tuo soffrire più che con tutto il resto, e tutto hai avendo Dio a tuo amore e conforto. Povera che arricchisci molti altri coi tesori che Dio ti ha aperti e con la sofferenza che hai chiesta. Possidente, possedendo il Tutto.
   Canta, canta con me il salmo. Io sono l'angelo che ti è custode. Canta con me il salmo davidico e non temere, non temere.
   Gli uomini sono peggio dell'aspide, del basilisco, del leone e del dragone. Molto vicini ai demoni sono molti uomini. Ma chi è con Dio e coi suoi angeli non deve temere.
   Fa' tue le parole del sublime Tentato, e a Satana, ai suoi servitori, al mondo, agli uomini, che ti vorrebbero spaventare, mortificare, allontanare dalla tua missione con minacce o con profferte di immediati e tangibili onori e utili, rispondi: "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che viene da Dio. Indietro, o Satana! Io servo il Signore Iddio e non altri".
   Anima mia, non temere. Procedi. Il Gloria dei Cieli ti appagherà di ogni desiderio santo e compenserà d'ogni dolore.
   Benediciamo il Signore ("A Dio le grazie").
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».

 
    1 quanto avviene. Si tratta dei contrasti con Padre Migliorini, come si può rilevare da altri scritti di quei giorni, riportati nel volume I quaderni del 1945-1950. Seguirono le opposizioni ecclesiastiche all'Opera.