MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 27


Decima domenica dopo Pentecoste


18 agosto 1946

   Introito: Salmo 55 (54), 2.17-18.20.23.
   Orazione: O Dio, che mostri la tua onnipotenza più che altro nel perdonare e nel compatire, moltiplica su di noi le tue misericordie, affinché, correndo verso le tue promesse, da te siamo fatti partecipi dei beni celesti.
   Epistola: 1 Corinzi 12, 2-11.
   Graduale: Salmo 17 (16), 2.8; 65 (64), 2.
   Vangelo: Luca 18, 9-14.
   Offertorio: Salmo 25 (24), 1-3.
   Segreta: A te, o Signore, sia reso l'omaggio coi sacrifizi a te fatti, in modo da essere offerti in onore del tuo nome e da essere anche un rimedio per noi.
   Comunione: Salmo 51 (50), 21.
   Dopocomunione: O Signore Dio nostro, non privare, te ne preghiamo, del tuo benigno soccorso coloro che ristori senza fine con i divini sacramenti.
  

   Dice Azaria:
   «L'altra domenica ti ho detto che non era da commentare la frase invocante male sui nemici. Un'anima datasi all'Amore solo amore invoca, amore e misericordia.
   Ma oggi l'Introito non è un grido invocante vendetta. È il riconoscimento della prontezza con cui Dio ascolta i suoi figli e tutela i loro interessi. È il riconoscimento del giusto operare di Dio che sa sollevare gli oppressi e prendere le loro parti, che sa ricordare a coloro che si credono più grandi di Dio - e perciò ostacolano il volere di Dio mettendo limitazioni alle sue opere, credendo di poterle mettere, ma in realtà creando soltanto barriere fittizie che non reggono altro che quanto ci vuole per farli giudicare e per dare un merito maggiore al giusto che soffre di essere oppresso perché serve il Signore - che Egli vigila e può ristabilire l'ordine violato, perché è disordine mettere ostacoli alla Volontà di Dio, quando Egli vuole. Può ristabilire l'ordine, sempre, Egli che è Ordine perfetto, come lo ristabilì in Cielo dopo la rivolta dei Ribelli e come lo ristabilì nell'Eden dopo il peccato di Adamo, cacciando dall'uno e dall'altro Paradiso i disordinati.
   Alza quindi il tuo grido al Signore e getta in Lui tutte le tue ansietà. Egli ti sosterrà soprannaturalmente con le ore di beatifico amore e materialmente non permettendo che tu sia premuta e provata oltre misura.
   L'Orazione... Anima mia, l'orazione di questa S. Messa sembra l'eco, o sembra il motivo musicale che ha sorretto e ispirato il tuo canto di giorni sono[47]. Tu hai chiesto, a costo di sacrificio tuo, "che Dio mostri la sua onnipotenza più col perdonare e compatire", dandosi ad essi con la pienezza del suo amore come [si dà] a te, perché essi per virtù del fuoco d'amore dilatino il loro chiuso cuore, lo facciano caldo e luminoso, libero da ciò che li opprime, e [Dio] li santifichi.
   Molto hai chiesto. Hai chiesto alla Giustizia di deviare il suo corso. Hai chiesto che l'Amore Misericordioso vada dove è diretto il Castigo, e al posto di quest'ultimo. Può Dio mutare i suoi giusti decreti? Può non esercitare una giustizia verso Sé stesso? Perché - medita questo - perché verso Lui si è mancato principalmente. Tu, come uno schermo messo fra loro e Dio, sei stata trapassata dai loro strali. Ma dove sono finiti questi strali? A chi erano diretti? Chi hanno colpito al termine della loro corsa malvagia? Dio. La Carità. La Volontà di Dio. La sua Parola. La sua Onnipotenza. La sua Generosità. Io non aggiungo altre parole a spiegare perché hanno colpito questi attributi di Dio, che sono Dio stesso. Ma ognuno che sappia ciò che Dio aveva voluto e dato, e come si è agito, può capire perché dico che fu colpito Dio, la sua Carità, Volontà, Parola, Onnipotenza, Generosità. Anche sul Golgota, e nel Cristo Ss., fu colpito Dio, e in questi attributi.
   L'uomo alzò la mano contro Dio. Percosse la Carità che era nel Cristo e che si era incarnata per dare il supremo amore di Dio agli uomini, che per tre anni aveva beneficato con l'evangelizzazione, coi miracoli, coi soccorsi materiali avuti miracolosamente o umanamente da parte di chi poteva darli in favore di chi era derelitto. Rinnegò e bestemmiò la Parola Divina, dicendola di pazzo e di Satana. Rinnegò l'Onnipotenza visibile nell'Incarnazione per opera non d'uomo ma di Spirito Santo, e nei miracoli sopra gli elementi, i morbi, e le conversioni strepitose, che sono miracoli più grandi di una guarigione corporale. Derise la sua Generosità e la respinse come fosse contaminazione. Dio aveva mandato il suo Figlio diletto, aveva mandato il suo Verbo, e con Lui il suo perdono e il suo amore; e gli uomini derisero e schiaffeggiarono come un obbrobrio, un mostro, ciò che era Generosità di Dio.
   Ma la Grande Vittima - schermo Ss. attraverso il quale, trafitto fino ad essere tutto una piaga, così come lo descrivono Davide ed Isaia, fu ferito Iddio, l'Amore Celeste, dall'Odio composto di Satana e degli uomini, da tutto l'Odio che è sulla Terra e nell'Inferno, perenne, eterno - ma la Grande Vittima ha chiesto proprio ciò che tu hai chiesto: che la Giustizia deviasse il suo corso. Perché le Ostie questo chiedono, mentre vengono immolate: che si compia ciò per cui sono venute e si sono offerte: che l'Amore trionfi, rigeneratore degli spiriti in Dio.
   Ho detto "tutto l'Odio che è sulla Terra e nell'Inferno, perenne, eterno". Non ho sbagliato nel mettere il presente per un'azione passata, come è ormai la Morte del Redentore.
   Il Verbo, Gesù, è l'eterno Espiatore, è l'Amore Eterno ed Espiatore. Lo era prima che l'Uomo fosse, lo sarà fino all'ultimo uomo. E il frutto della sua Espiazione resterà anche oltre il tempo, perché eterno è il popolo dei Santi e quelli saranno, oltre il tempo, il frutto dell'espiazione di Gesù.
   E, come l'Amore, così eterno è l'Odio. Non perfezione di eternità, come quella di Dio che non ha avuto mai principio, che è l'eterno "è". Ma eterno dal momento che sorse nello spirito maledetto di Lucifero e dei suoi. Eterno nell'Inferno, che è da allora, e che non avrà mai termine. Eterno nel cuore degli uomini che lo eleggono come loro signore, e che seco lo porteranno oltre il tempo. Scorazzatore sulla Terra da quando il sangue di Abele fu sparso per odio da Caino, instancabilmente ferisce Dio. Tutto presente al Cristo nell'ora del suo patire, lo frantumò, come corpo gettato in una macina, tante furono le ferite che inferse all'Amore Incarnato. Dopo il tempo continuerà a bestemmiare nel popolo dei maledetti, i quali saranno, oltre il tempo, il frutto del lavoro di Satana. E queste due eternità: l'Amore e l'Odio, l'Espiatore e il Peccato, Gesù e Lucifero, saranno, in un continuo è, il Re del Cielo e il re dell'Abisso, a capo ognuno del suo popolo.
   Di quel popolo che doveva essere uno: dell'Umanità al seguito del suo Creatore e Signore, e che, con libera volontà, elesse di dividersi in due popoli eleggendosi, il ramo novello, un re maledetto per il quale volse le spalle a Dio, eleggendo il Male a sua legge. Perché male insanabile non è essere nati fra le tenebre del Gentilesimo o di una idolatria, e neppure fra le nebbie di una fede eretica nella quale persiste un ricordo del Vero, delle parti della vera Religione, ma private di Vita perché separate dal Corpo mistico che è l'unico Corpo vivente; ma male è, essendo nati nella Chiesa, vivere da eretici, pagani, separati e morti per il peccato.
   Non c'è Vita fuor della Chiesa Romana. Ma tutti possono entrare nella Vita, e la Chiesa Romana non ricusa di ricevere nel suo seno i "morti", provenienti da altre religioni, rivelate o idolatre, e partorirli alla Vita così come il Sepolcro di Gesù Ss. accolse un cadavere e partorì il Vivente, quel Vivente che da Sé stesso ritornò alla vita perché Egli è la Vita, quel Vivente che essendo il Capo del Corpo Mistico non può che vivificare tutto quanto ad esso appartiene e in esso entra.
   La Chiesa fa questo. È Sposa. Ed è Madre. Come Sposa santa non desidera che di partorire figli al suo Sposo perché molti uomini portino il Nome di Lui in ogni lato della Terra. È Madre. Sposata alla Divinità, che è Padre avendo questa qualità come Prima Persona, come Generatore del Figlio, come Fecondatore della Vergine che ha partorito l'Uomo per opera di Spirito Santo, come Creatore degli uomini, Padre perciò rispetto a Sé stesso e rispetto alle sue creature. Avendo a sposo un Padre, non può la Chiesa che essere Madre. Ha preso del suo Creatore, Fondatore, Sposo e Capo, il pensiero, gli affetti: è Madre. E come Madre ha palpiti di desiderio per ogni creatura. Vede in ogni creatura sparsa sulla Terra un germe che deve essere portato e partorito al Cielo e tende le braccia e apre il suo seno ad accogliere i germi informi per nutrirli di Sé e per partorirli al suo Sposo.
   Ma la Chiesa militante è composta di Chiesa docente e discente, così come il corpo è composto di organi e di carne. Gli organi, senza la carne che li protegge, non potrebbero formare un corpo. La carne, senza gli organi che la mantengono irrorata di sangue, nutrita di succhi ghiandolari e di ossigeno, depurata dalle tossine che si formano giornalmente e dalle scorie, non potrebbe vivere. Anche la Chiesa, il Corpo mistico, ha bisogno, per vivere ed essere corpo, di un mutuo lavoro fra gli organi e le membra, fra la parte docente e quella discente. E la Chiesa docente si rivolge alla discente, si rivolge, questa grande Madre, e dice: "Aiutatemi a partorire alla Vita i germi informi che sono sulla Terra".
   Come? Coi sacrifici, perché il sacrificio dei fedeli aiuta i sacerdoti. E con gli oboli. Perché l'evangelizzare importa onere costosissimo. Penetrare, espandersi, farsi amare vuol dire spendere. Il denaro è uno dei tranelli che Satana ha creato per la rovina dell'uomo. Ma, come tutte le cose che il Male ha creato, può essere redenta. È redenta la gran Colpa per il sacrificio di Cristo. Può essere redenta anche la ricchezza se usata a fine santo. E, io te lo dico, non c'è fine più santo di usare la ricchezza per le opere di misericordia. E quasi tutte le opere di misericordia corporali e spirituali sono compiute da chi è missionario, ossia sacerdote buono, perché tutta la Terra è terra di missione, e fuor della porta della sua chiesa, sulla soglia del suo convento, il Sacerdote o il Religioso trova l'idolatra, l'eretico, l'incredulo, l'ateo, il "morto", il germe informe da portare nel grembo della Chiesa Madre perché Essa lo partorisca a Dio.
   Egli, il Verbo, lo ha detto: "Chi darà un solo calice d'acqua in favore di un mio discepolo non perderà la sua ricompensa". E ha detto: "Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste affinché quando moriate quelli vi ricevano nelle tende eterne".
   Per dovere verso la Madre e per santa furbizia verso sé stessi i cattolici, credenti nel Signore Gesù Cristo, dovrebbero procurarsi questi amici: i cristianizzati attraverso il loro aiuto spirituale o finanziario - meglio, perché perfetto, se spirituale e finanziario insieme - i quali alla morte dei loro indiretti salvatori li ricevano nelle tende eterne.
   Non è buon cattolico chi prega per sé solo. Non è buon figlio della Chiesa di Cristo chi pensa alla sua gloria futura, ai suoi bisogni presenti, alle sue lotte, alle sue fatiche, e non pensa alla gloria della Madre, ai suoi bisogni, alle sue lotte, alle sue fatiche, per raccogliere e generare alla Verità, Vita, Via e Luce, i poveri fratelli che sono come bastardi senza padre né madre né in Terra né in Cielo, perché fuori dalla Famiglia in cui il Padre è Dio, Madre la Chiesa, fratelli i santi e i cattolici. Nella dolce e santa Comunione dei Santi perché siete, o cattolici, così tiepidi a procurare che entrino tanti fratelli in umanità? Perché, se dite di amare il Signore e il Suo Nome, non vi affaticate col sacrificio e col denaro perché Egli sia amato da tutti gli uomini?
   Egli lo ha detto: "La messe è veramente grande, ma gli operai sono pochi. Pregate il Padrone della messe perché mandi molti operai alla sua messe". E non ricordate quando lo ha detto? Dice Matteo: "E come vide le turbe ebbe compassione di loro stanche e sfinite come pecore senza pastore". Dunque quelle parole uscirono dal labbro di Gesù Signor Nostro quando un amore di compassione lo faceva afflitto per coloro che erano senza pastore, stanchi e sfiniti.
   Chi non ha una speranza di Vita futura, chi non ha la Fede che appaga lo spirito, ossia la vera Fede senza lacune: quella Cattolica - perché ogni altra Religione, ogni altra Fede presenta lacune, fratture, perché insolvibili, davanti alle quali trema in certe ore l'animo che sente di non essere nel vero - chi non medica il suo dolore di uomo col balsamo e miele della Carità, chi non ha infine tutti gli aiuti spirituali che sono largiti dal vivere nella Chiesa e fruire dei meriti di Cristo e dei Sacramenti, è ben sfinito e stanco, e si sente proprio come pecora senza pastore in balìa dei ladri e dei lupi.
   Le tristezze delle anime fuori della Grazia voi uomini non le conoscete e non le meditate. Noi le vediamo. E abbiamo per esse la stessa pietà che ne ebbe il Maestro vedendo tanta messe lasciata in abbandono.
   Anime viventi nella Chiesa, raccogliete il lamento di Cristo. I granai del Signore attendono la messe prima che scocchi l'ora della grande rassegna. Agite, perché le zolle selvagge siano seminate e diano frutto, e ci siano poi gli operai che seguono i seminatori. Perché fra gli operai del Signore, fra i veri operai, passa presto la falce della morte e recide, e chi ha seminato sovente non coglie, onde bisogna pregare, pregare e pregare perché siano numerosi, tanto, quanto le spighe, vorrei dire, perché il seme, ogni singolo seme, abbia due angeli a sua tutela: quello di Dio, spirituale; quello ecclesiastico, sacerdotale. Il mondo muore per mancanza di Sacerdoti.
   Sai cosa vuol dire Sacerdote? Vuol dire consacrato. Vuol dire dedicato, offerto, completamente al suo Dio e per portare anime al suo Dio. Tutto deve perire per il Sacerdote. Tutto. E rimanere Dio solo e le anime solo. Egli deve essere spogliato di tutto, anche della sua umanità. Deve essere immolato alla sua missione. Come Cristo.
   Quando è così, è un operaio di Cristo. Può seminare e mietere, sicuro che non gli crescerà zizzania nel suo solco, sicuro di fare di ogni uomo un'anima, una candida anima.
   Nel Cielo non ci sono i colori delle diverse razze. Tutto è luce e bellezza, tutto è purezza e amore. Nel Cielo il Padrone del Cielo e della Terra lascia entrare chi ha l'anima candida e ornata. Non ripudia il nero, non il mongolico, non il polinesiano, nessuno. Sono i suoi figli. Sono i fratelli del suo Figlio che li ha tutti amati dal seno del Padre, poi sulla Terra, poi sulla Croce, contemplando anche quelli che il mondo di allora ignorava che esistessero. L'indios come il patagone, quelli della lontana Oceania, gli Australiani come i Pellirosse e questi come gli esquimesi, sono stati tutti visti dagli occhi del Morente passare come in rassegna sul cielo tenebroso del Venerdì Santo. E lande settentrionali coperte di ghiacci e boschi, e lande desolate, e foreste vergini equatoriali e isole ignote, grandi come continenti, piccole come atolli, e regioni arse dal fuoco sotterraneo e calotte artiche dove pare impossibile la vita, gli si sono disegnate nel loro futuro, e su tutte il suo Sacrificio e il suo Amore sconfinato ha desiderato che il sole di Dio disegnasse l'ombra di una croce, così come il suo Tau impresso dal Missionario sulle anime facesse, degli idolatri e dei pagani, dei membri del suo Popolo.
   Non dimenticate l'ultimo desiderio del Cristo, espresso nella preghiera del Giovedì Santo, sottinteso già nelle parole:
   "Ti prego per tutti quelli che crederanno in Me per la parola dei miei sacerdoti, perché siano una sola cosa come Tu sei in Me ed Io in Te", e ancor prima espresso nel discorso del Buon Pastore: "Io ho altre pecorelle che non sono di questo ovile; anche queste bisogna che Io le raduni, e daranno ascolto alla mia Voce, e si avrà un solo Ovile e un solo pastore. Per questo mi ama il Padre, perché dò la mia vita per le mie pecorelle". E ripetuti ambedue nel Cuore morente quando l'agonia già inchiodava le labbra, fra sesta e nona.
   Lavorate per fare realtà il desiderio del vostro Salvatore. Non siate superbi come gli antichi farisei che si credevano unici eletti da Dio. Non giudicate che fra gli idolatri e voi, fra gli scismatici e voi, vi sia un abisso incolmabile, e che è bene che ci sia perché voi siete "i puri" ed essi gli immondi.
   Paolo dice: "Sapete che quando eravate i Gentili vi lasciavate trascinare dietro agl'idoli muti a talento di chi vi conduceva".
   Ma erano più grandi peccatori quei Gentili che si lasciavano trascinare dietro agli idoli da quelli che, con veste di sacerdoti pagani, presentavano loro gli idoli come dèi, o voi che, conoscendo il Dio vero, già rigenerati dalla Grazia, seguite tanto sovente gli idoli che la triplice concupiscenza e Satana vi presentano?
   Veramente voi siete più peccatori perché, conoscendo la Verità, la posponete alle cose vane e viziose. Quei Gentili, come i Gentili di ora, come gli idolatri attuali, una volta conosciuta la Verità l'hanno seguita, anche a costo della vita, ripudiando eroicamente il passato per abbracciare la Fede divenuta il loro eterno Presente.
  Non fatevi dunque sdegno e stupore per questi che ancora ignorano il Dio vero, ma fate che escano dall'ignoranza per entrare nella sapienza, e soprattutto fate di non essere scandalo a coloro che vivono fra voi come idolatri, eretici, increduli o scismatici. Fate che non possano dire: "Essi non credono a ciò che dicono perché altrimenti sarebbero diversi". Le vostre azioni siano opere missionarie per i Gentili che sotto diversi nomi convivono nelle vostre città, talora nelle vostre stesse famiglie. Guai a chi predica e alza la voce in nome di Dio e poi fa azioni riprovevoli che il prossimo giudica. Mostra allora che è un falso figlio di Dio e un ipocrita.
   Dia ognuno ciò che Dio gli permette di dare per edificazione del suo prossimo, e lo dia santamente, perché siano manifeste le opere misericordiose di Dio. Perché se uno male usa dei doni di Dio, o finge di possedere ciò che non ha, oppure ciò che gli fu tolto per castigo avendone usato male, è un ipocrita inviso a Dio, un bugiardo e un idolatra, perché ha il culto di sé e lo esige da altri, e parla parole di menzogna, e perciò ha in sé il demonio.
   "Nessuno che parli per Spirito di Dio dice anatema a Gesù". È dire anatema a Gesù condurre una vita disforme alla sua dottrina.
   "E nessuno può dire 'Signore Gesù' se non per Spirito Santo". Infatti riconosce il Cristo solo colui che, avendo in sé la Grazia, può riconoscere - ossia conoscere Gesù per quello che è realmente - in Gesù il Signore Salvatore, la Sapienza, la Parola, che vanno seguite e ascoltate con fede, carità, speranza e umiltà, con verità sempre, senza invidie che giungono a negare i doni di un fratello perché non sono i propri, senza egoismi avari, tenendo per sé ciò che lo Spirito divino ha dato in forma e misura diversa ma traendoli da un'unica Fonte: Sé stesso, lo Stesso Unico Spirito.
   Siate ognuno contento della vostra sorte spirituale: chi ha perché può dare; chi non ha perché può ricevere. Perché, sia che diate come che riceviate, tutto avete da Uno solo: da Dio, il quale distribuisce con sapienza perfetta i doni, sapendo a chi fanno bene e a chi no, dando e volendo dare soltanto per vostro bene. Perciò, non potendo esigere ciò che vi viene gratuitamente dato, e non dovendo ricusare ciò che Dio vi dona, vogliate vedere in ogni cosa Iddio e il suo desiderio di essere amato da tutti gli uomini. E siate gioiosi di dare ognuno ciò che potete. Tanto, poco, non importa. Basta che sia ciò che potete dare.
   Dio sa. Dio vede. Dio giudica. Ogni azione dell'uomo buono è giustificata da Dio anche se è piccola. Ogni atto dell'uomo è visto dagli occhi di Dio con giustizia.
   Amate perciò e tutto farete bene. Verso Dio, verso la Chiesa, verso il prossimo che è più prossimo a voi, essendo della vera e sola Chiesa; verso quello più lontano, essendo fuori dell'Ovile; verso chi pecca, per riportarlo alla Salute. Fate che l'Amore vinca l'Odio. Nei singoli e nell'Umanità intera.
   State nella certezza che Dio è con voi, o voi tutti che con questo o quel dono servite il Signore, state nella speranza sicura che Dio non permette siano confusi i suoi servi, e procedete sempre, fino alla mèta, rendendo di tutto grazie al Signore.
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».


   1 il tuo canto di giorni sono, cioè di alcuni giorni or sono, precisamente del 15 agosto 1946. Per esso rimandiamo al capitolo 474 nel volume 7° dell'opera L'Evangelo come mi è stato rivelato, segnatamente al brano 5.