MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 34


Diciassettesima domenica dopo Pentecoste


6 ottobre 1946

   Introito: Salmo 119 (118), 1.124.137.
   Orazione: Deh! Signore, concedi al tuo popolo di evitare i contagi diabolici e di seguire con puro cuore te, unico Dio.
   Epistola: Efesini 4, 1-6.
   Graduale: Salmo 33 (32), 6.12; 102 (101), 2.
   Vangelo: Matteo 22, 34-46.
   Offertorio: Daniele 9, 17-19.
   Segreta: Signore, supplichiamo umilmente la tua maestà a far sì che questi santi misteri che celebriamo ci liberino dai peccati passati e dai futuri.
   Comunione: Salmo 76 (75), 12-13.
   Dopocomunione: Fa' che per mezzo dei tuoi santi misteri, o Dio onnipotente, e siano guariti i nostri vizi e giungano a noi i rimedi eterni.
  

   Dice Azaria:
   «Sempre ti tratta con misericordia, nelle grandi e piccole cose, con paterna misericordia esigendo da te solo l'ubbidienza. Perché l'ubbidienza ha per conseguenza una vita senza macchie volontarie e un procedere secondo la legge del Signore e il suo volere. Dio Ss. non può volere che il bene dei suoi figli, perciò chi ubbidisce al suo volere fa il bene per quanto le sue capacità comportano, e Dio è contento di quel tanto, perché è tutto quanto gli può dare la creatura.
   E anche ha un altro frutto l'ubbidienza: quello di unire strettamente a Dio. Beati quelli che possono dire ciò che disse Gesù Cristo a chi lo rimproverava: "Io ho sempre fatto e faccio ciò che l'Altissimo vuole". L'ubbidienza, unendo strettamente a Dio, fondendo quasi a Dio per l'uniformità del volere - Dio vuole il bene di una creatura, la stessa vuole il bene che Dio vuole da lei - fa sì che Dio scenda col suo amore ad abitare in chi lo ama: l'ubbidienza è amore. E allora, poiché il più forte sempre predomina - e qui il più forte è Dio - avviene anche che chi opera è Dio, possessore assoluto dello spirito fedele, e la creatura non fa più azioni proprie, ma azioni divine, tanto è persa e dominata dal Divino e nel Divino, e azioni divine non possono che essere azioni sante, scevre di contagi diabolici, come prega, invocando, l'Orazione.
   Questa unione assoluta, questa totale donazione a Dio, questo annullarsi in Dio, spogliandosi dell'io per essere assorbiti da Dio - l'io è materiale e con esso non si può entrare nel Signore che è puro Spirito - predispone a quella unione, donazione, umiltà, carità, pazienza e mansuetudine che Paolo dice essere essenziali per poter essere veri cristiani, uniti al Cristo, uniti a Dio, uniti allo Spirito, col vincolo della pace fra i fratelli, e della carità nei suoi due rami che si stendono, uno al Cielo ad abbracciare il trono di Dio, l'altro sulla Terra a carezzare il prossimo. Allora realmente formate un sol corpo e un solo spirito, tutt'uni con il Signore, con una sola fede, un sol battesimo, un solo Padre che è su tutti e in tutto, e specialmente nelle membra del corpo di Cristo, viventi membra nelle quali le grazie infuse realmente vivono e vivificano.
   Essere battezzati, cresimati, assolti, comunicati, poco è, se sono inerti doni. Tutto è, se il buon volere della creatura rende attivi i doni ricevuti attraverso i Sacramenti, e rende realtà eterna la speranza che allieta l'esilio dei vocati da Dio al grande popolo di Cristo.
   Il buon volere! Quale arma potente per vincere! Come dice il Graduale, il Signore guarda dal Cielo e mira i suoi figli e li vede animati dal buon volere di servirlo, anche se incapaci di farlo perfettamente. Ebbene, allora si sgomenterà Iddio di questa vostra incapacità di fare perfettamente? Dirà forse: "Per quanto essi facciano non potranno entrare qui, nel mio Paradiso, dove entrano solo le cose perfette e le creature perfette, perché essi sono imperfetti e le loro azioni sono pure imperfette"?
   Oh! no. Quel Dio che con una parola ha creati i cieli, radunando le molecole dei gas, e così ha creato gli astri e la Terra, adunando le diverse parti sparse nel cosmo per farne la massa solida che è il mondo vostro, quelle ardenti che sono gli astri, quelle liquide che sono i mari, tutte quelle cose che sono, da allora, l'Universo, non potrà forse, delle informi e imperfette vostre azioni, fatte con buon volere, compiere opere perfette?
   Lasciatelo fare con fede, speranza e carità viva, ed Egli farà. La santità è fatta del buon volere eroico dei figli di Dio e del potere di Dio che completa e rende perfetto l'eroico buon volere dei figli. Ed è tanto bello, o uomini, che il vostro Padre, che è Dio, sia Colui che prende ciò che i suoi piccoli fanno e lo renda simile a cosa fatta da un dio, completandolo con la sua bontà. Noi non abbiamo questo. Ed è giusto. Giusto sempre. Ma come è bello, come vi deve far pieni di gioia riconoscente, pensare che per servirlo ed aiutarlo nella Redenzione e nell'apostolato Egli si serva di uomini e non di angeli, e che per fare degli uomini degli dèi, suoi figli, Egli si serva della sua potenza tutta amore!
   Tutto potete, sol che viviate da figli, sul Padre vostro che è Dio Altissimo; anche parlargli così come a paterno amico, anche a chiedere di stornare la già pronta punizione sui fedifraghi che lo offendono, anche ad ottenere il compimento dei desideri audaci che vi sorgono in cuore nell'impeto dell'amore acceso.
   I desideri! I santi desideri! Sai cosa sono, Maria? Sono il desiderio stesso di Dio, ispirato da Lui nei cuori dei figli, e specie dei più amanti - e tanto più sono desideri audaci quanto più il figlio di Dio è amante di Dio - il desiderio di Dio, ispirato da Lui, raccolto dalla creatura amante e lanciato come freccia d'oro ai piedi di Dio - e lo spirito sale dietro allo strale prezioso - per chiedere le cose che all'umanità sembrano follie, le azioni dell'amore, di poter compire queste azioni a Sua gloria.
   Oh! voi amanti che fate vostri i desideri di Dio per voi, siete i sublimi folli al seguito del Divino Gesù, folle per amore sino alla morte di Croce. Voi siete i folli della sublime follia dell'amore e del sacrificio. Lanciatevi! Non temete! Il mondo ha bisogno di voi, santi folli, per ottenere misericordia ancora. E di voi hanno bisogno le anime per essere ancora salvate. Esse, le più, non sanno più farlo di salvare sé stesse. Sono con le ali spezzate, strappate, bruciate. Strisciano e si avviliscono a terra. Il vostro sacrificio, la vostra follia d'amore, ridà loro ali e pupille, e risuscita il desiderio dell'alto, ed esse risorgono, cercano Dio, aprono le ali...
   È la vostra sete di amore, è il vostro inesausto desiderare ciò che Dio vuole, e compiere ciò che Dio desidera, che le trascina al Cielo. La carne, il mondo, il demonio, sono il laccio che le trattengono. Voi ardete quel laccio pesante, mettete al loro collo l'aureo filo della carità e le trascinate con voi, in alto, in alto, al Cielo, a Dio.
   Sia lode all'Amore che ispira. Sia lode all'amore che opera. Sia lode all'amore che salva. Sia lode a Dio ispiratore delle azioni dei santi. Sia lode ai santi che operano con Cristo. Sia lode all'Amore, all'Amore, all'Amore!
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».