MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 39


Ventiduesima domenica dopo Pentecoste


10 novembre 1946

   Introito: Salmo 130 (129), 1-4.
   Orazione: O Dio, nostro rifugio e nostra forza, tu che sei l'autore stesso della pietà, facci con sicurezza conseguire quanto con fede domandiamo.
   Epistola: Filippesi 1, 6-11.
   Graduale: Salmo 114 (113), 11; 133 (132), 1-2.
   Vangelo: Matteo 22, 15-21.
   Offertorio: Ester 4, 17r-17s (volgata: 14, 12-13).
   Segreta: Fa', o Dio misericordioso, che questa salutare oblazione ci liberi per sempre dalle nostre colpe e ci difenda da tutte le avversità.
   Comunione: Salmo 17 (16), 6.
   Dopocomunione: Ricevuti i doni del tuo sacro mistero, umilmente ti supplichiamo, o Signore, a far sì che quanto ci comandasti di fare in memoria di te giovi a dare aiuto alla nostra debolezza.
  

  Dice Azaria:
   «Nessuno troverebbe grazia presso il Signore se Egli esigesse, per darla, immacolatezza di spirito. Ma i cristiani sanno che è tempo di Misericordia da quando si sono aperti i Cieli per lasciar piovere il Giusto, e si sono riaperti per accogliere il Trionfatore che regna ed ha instaurato il suo tempo. Ossia il tempo della Misericordia.
   Essa è presso il Dio d'Israele, il Dio Eterno e Immenso, e ha nome Gesù Cristo, il Divino vostro Fratello, il Figlio diletto nel quale il Padre si compiace e al quale nulla nega.
   Un tempo veramente l'uomo gridava "dal profondo". Era il tempo del rigore. L'uomo tremava di Dio, di questo Dio immenso in tutti i suoi attributi, di una Maestà e Perfezione così sublimi che i poveri uomini, consci della loro miseria colpevole, ne tremavano e non osavano neppure chiamarlo col suo vero Nome, né alzare gli sguardi verso il suo trono. Perciò, schiacciati da tanta Infinità, gemevano nel profondo del loro abisso. Come era lontana, separata, allora, la Terra dal Cielo!
   Ma ora, ma in questa ora che ha già 20 secoli, non dal profondo, ma dal sommo dell'altare di Cristo l'uomo può gridare a Colui che sa Padre. L'altare: la Croce di Gesù Cristo.
   Essa era ben alta, in cima ad un colle, in quel Venerdì. Ma molto più alta, e su un monte altissimo che tocca il Cielo, ella è col suo carico di misericordia che parla per voi. Sulla Croce del Divino Martire sono stati tutti i peccati degli uomini per essere espiati. Ma sono anche tutti i bisogni degli uomini, e Gesù li ha già pagati per voi. Tutto quanto voi ottenete Egli lo ha pagato col suo Amore e Dolore. Tutto avete per i meriti di Lui. E per tema che non sapeste parlare al Padre con parola perfetta, Egli vi ha insegnato la Preghiera nella quale tutte le vere necessità degli uomini sono compendiate, tanto quelle per la carne che quelle per lo spirito. E non contento ancora, dalla Croce ha pregato, e dalla Croce prega, indicando al Padre suo il suo patibolo tremendo e dicendo: "Per quello che soffrii dammi le grazie per loro".
   Maria, anima vittima, è sempre per la Croce che ottenete grazie. Per la Croce di Gesù, e per la vostra croce di vittime. Esse tengono aperte le porte dei Cieli. Esse sostengono il mondo e innalzano i dolori dei fratelli presentandoli all'Eterno. La S. Messa perpetua dell'amore. E la patena1 è il vostro dolore insieme a quello del Cristo, è la vostra immolazione, e sulla patena sono i bisogni del mondo e dei fratelli: bisogni di perdono continuo, di continua misericordia, di lume, di guida, di salute spirituale e corporale, di cibo, di vesti, di tutto.
   Quanta sofferenza è nel mondo per causa sua propria! Quanti dolori si danno gli uomini da sé stessi! E poi piangono e si disperano, e non sanno cercare la fonte di pace, di pace almeno, di rassegnazione almeno, per subire con merito gli amari frutti dei loro fiori di male.
   E voi li sovvenite, anime morte a voi stesse, alle vostre necessità, e attive, vive, vivissime per quelle dei fratelli, anime prese dall'amore compassionevole per quelli che, innocenti o colpevoli, soffrono intorno a voi e non sanno soffrire.
   Non cessare mai di ringraziare il Signore che ti ha dato il dono di amare il dolore. È il dono più grande che Dio ti abbia dato. Benediciamolo insieme.
  Dunque ora gli uomini non gridano più dal profondo. Parlo di quelli che sono membra vive del Corpo di Cristo. Ma gridano dall'alto del suo Ss. Patibolo. E come temere che il Padre non ascolti la voce che grida a Lui dalla Croce del Suo Diletto? Sappiate pregare da quel punto, o cristiani, e pregare con fede, e avrete ciò che è di vostra utilità.
   Senti Paolo che quasi riprende il mio concetto di prima? L'Apostolo confida di salvare i suoi fratelli. Perché? Perché li ama con le stesse viscere di Cristo, col suo amore, col suo Cuore, col suo dolore. Li ama nelle catene avute per avere evangelizzato, nel martirio che si avvicina, li ama, con Cristo, sino alla fine. "E avendoli amati... li amò sino alla fine".
   Persevera, anima mia, nel glorioso amore. Ama, ama tutti, sino alla fine. Perfeziona sempre più il tuo amore. E, per minima cosa che tu ottenga, avrai la pace in te, ossia Dio. Un minimo che è un massimo assoluto e beato. Se anche Dio non potrà per giustizia dare a quelli per i quali preghi e soffri ciò che tu impetri, se anche essi respingeranno le grazie che per il tuo pregare Dio concede, o ne fanno mal uso, la pace dell'amore sarà in te. E tutto sarà dolce in essa. Tu lo senti quanto è dolce vivere in questa pace! È vivere già nell'aura del Cielo. Sperando nel Cristo, impetrando per i fratelli che "la carità abbondi sempre più nella conoscenza e in ogni finezza di discernimento perché essi eleggano il meglio e siano schietti e irreprensibili fino al giorno di Cristo", procedi tranquilla.
   Là dove è carità, là dove rigogliosa è la fioritura della carità, non può essere Satana a possessore e dominatore. Sta' tranquilla. Egli, il tuo e mio Signore, lo ha detto: "È dalle frutta che si conosce la pianta".
   Non potrebbe una pianta satanica dare frutti di amore. Guarda indietro. Sei stata sempre amante della Carità. Ma se ciò era sufficiente a farti amare di un amore di predilezione, come era ancora meschino il tuo amore, imperfetto, umano rispetto a quello che ti è venuto da quando sei l'alunna del Maestro. Robusto il tuo ramo di amor di Dio, ma debole ancora quello dell'amor di prossimo. Un amore ancor troppo umano per essere perfetto. Anche quando ti offristi era ancor amore imperfetto perché non sapevi tutto perdonare. Davi la vita per loro, non sapevi dare il perdono totale. Non avevi compreso che non c'è amore più grande di quello che dà la sua vita per i propri nemici. Perché allora vuol dire che oltre alla vita materiale si sacrificano anche le forze della vita mentale e affettiva, quelle che è più faticoso sacrificare.
   Il Ss. Signore Gesù nel discorso della Cena, avendo a commensali degli uomini ancor molto uomini, non parlò di questo perfetto amore. Non sarebbe stato capito. Già difficilmente essi potevano allora comprendere l'amore di sacrificio per gli amici. Lasciò perciò allo Spirito Paraclito, a Colui che avrebbe completato l'insegnamento del Verbo comunicando in pari tempo la capacità di comprendere e di assimilare, il compito di far comprendere questa perfezione dell'amore, limitandone per suo conto a darne un accenno, che nessuno comprese degli Undici - l'Apostolo uccisore dell'Amore, immeritevole di sentire gli ultimi insegnamenti di esso, se ne era già andato - un accenno che nessuno comprende neppur ora, o rare anime alle quali sempre lo stesso Spirito d'Amore lo rende comprensibile, un accenno non meditato abbastanza nelle parole: "Il mio comandamento è che vi amiate come Io vi ho amato", ossia morendo anche per i suoi nemici perché avessero vita.
   Gesù Ss., parlando agli Undici, parlava in realtà a tutto il mondo presente e futuro, a quelli che lo amavano come a quelli che l'odiavano, a quelli che lo avrebbero amato come a quelli che lo avrebbero odiato e impugnate con scherno le sue Parole per distruggerle in molti cuori. Parlava anzi più ai tiepidi e agli avversari che a quelli che erano suoi, perché per la redenzione dei tiepidi e colpevoli era maggiormente preoccupato.
   Anche del compito dello Spirito Santo di completare l'insegnamento aveva dato accenno dicendo: "Ho ancora molte cose da dirvi che adesso non siete in grado di comprendere, ma quando lo Spirito di Verità sarà venuto vi porterà verso la Verità intera".
   L'ammaestramento diretto che tu hai ricevuto col tuo lavoro di portavoce ti ha portato Colui che perfeziona ogni affetto, e il tuo amore si è formato raggiungendo la misura completa che è il saper morire anche ai propri risentimenti giusti, il saper sacrificare tutto, anche il giudizio su altri, la severità giusta su altri, al perfetto amore.
   Come è bello e dolce che i fratelli dimorino insieme! Sì, sarebbe bello se fossero realmente fratelli. Ma molte volte sono fratellastri, e talora Caini, e feriscono. Ecco allora che la carità che perdona scende come un olio a consolare il cuore ferito e che pur perdona pensando al suo Signore Crocifisso. Questi i sentimenti che io ti avvivo perché fioriscano nel tuo cuore e sulle tue labbra con parole adatte a conciliarti il favore del tuo Pastore.
   Non temere. Lo Spirito Consolatore ti aiuterà a parlare quando sarai interrogata. Lo ha promesso il tuo Gesù Ss.:
   "Non vi mettete in pena del come rispondere e di quanto dovrete dire, perché in quel punto vi saranno date le parole. Perché non siete voi che parlate, ma lo Spirito del Padre vostro".
   Sta' perciò in pace. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono con te.
   Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo!».

 
   1 la patena è il piccolo piatto sul quale il sacerdote posa e offre l'ostia nella liturgia eucaristica della Messa.