MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

LIBRO DI AZARIA CAPITOLO 48


Domenica della Sacra Famiglia e fra l'Ottava dell'Epifania


12 gennaio 1947

   Festa della Sacra Famiglia
   Introito: Salmo 84 (83), 2-3; Proverbi 23, 24-25.
   Orazione: O Signore Gesù Cristo, che sottomesso a Maria e a Giuseppe con ineffabili virtù santificasti la vita domestica, fa' che noi, con l'aiuto di Maria e di Giuseppe, impariamo dagli esempi della tua Sacra Famiglia e ne conseguiamo la compagnia in eterno.
   Epistola: Colossesi 3, 12-17.
   Graduale: Salmo 27 (26), 4; 84 (83), 5; Isaia 45, 15.
   Tratto: Salmo 40 (39), 7-8; Proverbi 8, 34; Colossesi 3, 3; Ebrei 10, 5.7.
   Vangelo: Luca 2, 42-52.
   Offertorio: Luca 2, 22.
   Segreta: O Signore, nell'offrirti l'ostia che placa, ti supplichiamo umilmente a stabilire saldamente, per l'intercessione della Vergine madre di Dio e del beato Giuseppe, le nostre famiglie nella tua pace e grazia.
   Comunione: Luca 2, 51.
   Dopocomunione: Fa', o Signore Gesù, che ristorati dai celesti sacramenti imitiamo continuamente gli esempi della tua santa famiglia, affinché nell'ora della nostra morte ci venga incontro la gloriosa Vergine tua Madre col beato Giuseppe e meritiamo di essere accolti negli eterni tabernacoli.
 

   Domenica fra l'Ottava dell'Epifania
   Introito: Sopra eccelso trono vidi assiso un uomo adorato da moltitudini di angeli salmodiandi in coro: ecco colui l'impero del quale è eterno. - Salmo 100 (99), 1.
   Orazione: Asseconda con celeste pietà, te ne preghiamo o Signore, i voti del tuo popolo che ti supplica, affinché e veda quello che deve fare e dopo averlo veduto sia forte nel metterlo in esecuzione.
   Epistola: Romani 12, 1-5.
   Graduale: Salmo 72 (71), 3.18; 100 (99), 1.
   Vangelo: Luca 2, 42-52.
   Offertorio: Salmo 100 (99), 1-2.
   Segreta: O Signore, il sacrificio a te offerto ci renda sempre pieni di vita e di forza.
   Comunione: Luca 2, 48-49.
   Dopocomunione: Ti preghiamo umilmente, o Dio onnipotente, a far sì che noi, da te nutriti coi tuoi sacramenti, ti possiamo servire con una santa vita.
  

   Dice Azaria:
   «Anche oggi sono da contemplarsi due S. Messe, e lo farò con amorosa sollecitudine per lasciarti libera di fare ciò che il Signore ti ha detto.
   Gli Introiti delle due S. Messe cantano le due nature di Gesù Ss. In quello della S. Messa della Sacra Famiglia, ecco, l'Umanità del Salvatore apparirci dalle parole: "Il padre del giusto esulti contento... possa gioire colei che ti ha dato alla luce". Se è "giusto" il Salvatore, segno è che uomo è. Perché gli uomini, soltanto gli uomini, con la loro natura in cui la parte inferiore è in opposizione a quella superiore, hanno modo di potere con libera volontà essere o non essere, divenire o non divenire dei "giusti".
   Dio non può essere ingiusto essendo la Perfezione. Noi angeli non abbiamo peso di carne e fomite di peccato, non abbiamo quindi che a vegliare per essere umili, ubbidienti e caritativi spiritualmente per servire con perfezione l'Altissimo Signore e Creatore nostro. Voi uomini avete invece la penosa e gloriosa possibilità di essere giusti, ossia di lottare contro i fomiti della carne e contro le tentazioni e le concupiscenze di ogni natura. Questa lotta contro ciò che è male forma la vostra giustizia. Perciò "giusto" è detto colui che opera con giustizia trionfando sopra le voci tentatrici e le tendenze della creatura umana. E giusto può essere perciò l'uomo.
   Quindi se Gesù fu giusto, Gesù fu vero uomo, così come, se nacque da donna, fu vero uomo. Perché ciò che è spirituale non ha bisogno di un seno per formarsi, e ciò che è fantasma non ha bisogno di un seno per prendere aspetto.
   Noi angeli ci mostriamo con la concretizzazione che ci dà Dio per renderci sensibili ai vostri sensi pesanti, quando è necessario di farlo, ma tu vedi che in linea di massima non è agli occhi che sono nella testa che noi ci presentiamo, ma alla vista spirituale, e parliamo al vostro udito spirituale, che ne godono entrambi, vista e udito, con la vivezza che ne avrebbero gli occhi e le orecchie materiali, e più ancora, perché mentre lo spirito vede e sente, giubila pure per la pace che seconoi portiamo. Così appaiono i Santi che il Signore Gesù manda quando giusto è farlo. E sempre a chi ne ha bisogno o lo merita. Ma lo fanno senza bisogno di rinascere da seno per formarsi ed apparire.
   Gesù invece, vero Uomo, nacque da seno in tutto uguale ad ogni altro nato d'uomo, e si fece giusto per sua volontà di servire il Signore Altissimo come giustizia è di fare da parte di ogni uomo.
   Le controverse teorie sulle reazioni del Salvatore alle tentazioni e a ciò che circondava la sua Umanità non sta a me di combatterle. Solo dico che sbagliano tanto gli eretici, che negano al Cristo una vera Umanità e che Egli abbia potuto avvertire ciò che è sensazione dell'uomo, come coloro che per una malintesa venerazione del Cristo ne fanno un Uomo nel quale la Santità perfetta del Dio produceva una insensibilità fisica, morale e spirituale ad ogni evento.
   Ma Egli stesso, se vorrà, parlerà su questo. A te basti comprendere che le parole dell'Introito sono affermazione della sua vera Umanità così come in quelle dell'Introito della S. Messa dell'Ottava dell'Epifania è l'affermazione della Divinità dell'Uomo nato da Maria. "Sopra l'eccelso trono vidi assiso un uomo adorato da moltitudini di angeli salmodianti in coro: 'Ecco Colui il cui impero è eterno'". Chi, se non Dio, può stare sul trono dei cieli ed essere adorato da angeli pur essendo uomo? E chi ha un impero eterno ed è Dio ed è Uomo, se non Gesù Cristo, il Salvatore?
   Ecco dunque stabilita la duplice Natura del Messia benedetto, del Cristo Redentore, di Colui che si è incarnato per salvarvi, e che vi ha amato sino alla morte, e morte di croce, dandovi il suo Sangue per lavacro e la sua Carne per cibo, dandovi la Sapienza con la sua Parola, e la salute per la potenza infinita del suo amore.
   A chi ama totalmente va dato totale amore. Chi non è riconoscente non ha amore. Chi non ha amore non appartiene a Dio, e a Dio non tornerà.
   La riconoscenza porta ad amare non solo il benefattore ma anche tutto quanto forma il benefattore. Fra uomini non si tende forse a prendere le abitudini e i pensieri di colui che è, o sembra, il benefattore di un singolo o di un popolo tutto? Sì, così fate. E allora non dovete con maggior cura sforzarvi di assumere ciò che era nel vostro vero benefattore Gesù? Rivestitevi dunque, come dice l'Apostolo, di quanto rivestiva il Verbo Ss. che vi ha eletti a suoi seguaci. Siate santi. Amate come siete stati amati da Dio, amate Dio nel prossimo, avendo misericordia, benignità, umiltà, modestia e pazienza, sopportazione e perdono scambievoli, pensando sempre che nessuno può dirsi tanto perfetto da potersi dire: "Io non dò perdono perché di perdono non ho bisogno".
   Gesù era senza difetto alcuno, e perdonò a tutti. Dio è la Perfezione, eppure perdona a chi invoca perdono. Non vogliate essere da più del Salvatore e di Dio.
   La carità è il vincolo della perfezione, è il sigillo su ogni creatura. Se manca la carità, la creatura non ha il segno che le apre il Cielo. Il Tau è il segno dei redenti. La carità il segno dei santi. Membri del corpo mistico, dovete amare come il Capo di questo corpo ama. Se non amate, non permanete nel corpo e morite come parti di carne che si separano da ciò che le nutre, e cadono in atrofia e cancrena, con turbamento e dolore perché chi si separa dal vero Cristo si separa dalla sua pace.
   Il vero Cristo non è la figura ideale e idealizzata che lentamente si è andata sostituendo alla vera in troppe coscienze le quali, o individualmente, o collettivamente, si sono formato, secondo ciò che a loro piace, un Cristo irreale che altro non è che il riflesso del loro stesso pensiero, più o meno lontano dalla verità. Il vero Cristo è quello che appare vivo nel Vangelo, un gigante di mortificazione, di bontà, di altruismo, di modestia, di eroismo, di disinteresse, un eroe dell'amore e del dolore, che ha fatto prima ancora di dire: "Fate", e che ha nettamente detto: "Fate ciò che Io faccio... Siate perfetti... Non abbiate avidità... Non temete per la vostra vita...".
   Questo è il Cristo. Il Cristo povero, il Cristo mite, il Cristo umile1, il Cristo paziente, il Cristo instancabile, il Cristo volonteroso, il Cristo ubbidiente, il Cristo martire, il Cristo che ama. Non già il Cristo dal quale l'odio, o l'estetismo, e anche il quietismo, potano tutti i rami robusti di ciò che è perfezione spirituale, costrizione della materia, mortificazione dell'io, per non doversi dire: "Egli era realmente grande. Egli è stato rudemente eroe. Egli è stato fortemente Maestro ed Esempio. E noi dobbiamo imitarlo".
   Non è il Cristo sminuito in artistiche bellezze, in poetiche azioni, in placidi episodi dai quali esula ogni lotta. Egli è il Forte che lavora, si affatica, combatte contro Satana e contro le male tendenze degli uomini, si sfigura in fatica e sofferenza, e si trasfigura da Uomo in Martire ditutti i martìri, e da martire in Vincitore Divino.
   Questo è il Cristo che tutto un mondo da 20 secoli vuole atterrare e non ci riesce, che tutte le eresie e i quietismi vogliono alterare, che le adorazioni malsane o imperfette tendono a negare, credendo di confessarlo e di essere le uniche perfette e sane. Questo è il Cristo: Dio per Natura, Santo per volontà, Uomo per Nascita. Questo è il Cristo, l'Essere perfetto in cui è una trinità di perfezioni riunite. La Perfezione di Dio, la perfezione dell'Uomo, la perfezione dell'anima dell'Uomo-Dio. Nel Cristo il Verbo, ossia Dio come il Padre, nel Cristo l'Uomo, nell'Uomo l'anima piena di Grazia, ossia di Sé stesso ancora. Se si potesse dire che Dio, sempre perfetto, ha potuto una volta superare Sé stesso, lo si dovrebbe dire contemplando la trina perfezione della Divinità, dell'Umanità, della Grazia, riunite nel Cristo, in cui è la superperfezione di tutto ciò che è.
   Un Dio che genera da Sé il suo Unico Figlio, e che di questo Figlio fa un giorno un Uomo, senza costringere il Divino a servirsi di un voler carnale per dare una carne all'Infinito. Un Uomo che per l'amore si forma come il diamante dall'igneo calore del profondo. L'amore della Divinità e l'amore della creatura Immacolata che si uniscono e, nella fornace caritativa, generano l'Amore degli amori, il Redentore di tutta l'Umanità. E mentre l'Immacolata cresce nell'inviolato seno il Primogenito, l'Onnipotente crea per Esso, al giusto momento, l'anima perfetta e senza macchia che può scendere a fondersi, al giusto momento, nella Carne, concepita per volere di Spirito Eterno e ubbidienza di creatura. E l'Uomo-Dio è nel Tabernacolo vivo degno di ospitarlo sino al suo dì natale.
   Questo è il Cristo che vi dice: "Siate come Io sono. Siate perfetti", e vi si propone a modello, perché sa che voi potete imitarlo se vi immolate totalmente alla carità come Egli alla Carità si è immolato. Perché questo è il segreto della perfezione e dell'imitazione di Gesù Cristo Signor Nostro: sapersi immolare all'amore con Cristo e come Cristo, e per gli stessi scopi di Cristo, secondo la sua Parola di dottrina che è sapienza e grazia e che Egli vi ha dato e vi dà perché insieme ai Sacramenti vi sia Via, Verità e Vita e Luce come Egli è.
   E - ricordando l'altra epistola dell'altra S. Messa - e così facendo veramente offrirete i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito al Signore, e sarà "il ragionevole vostro culto". Quel culto vivo che non è coreografia o inganno, quale sono tutte le cose del secolo, ma è vera e continua riforma dell'uomo vecchio in uomo nuovo nel Cristiano, che è figlio di Dio e fratello del Cristo; quel culto che è rinnovamento dello spirito che, volonteroso, dopo aver distinto per la ragione il bene e il male, e la volontà del Signore, ripudia il male e la volontà della carne, e sposa la volontà del suo spirito a quella di Dio, e quella segue perché buona, gradita e perfetta.
   Con questo "ragionevole culto", che è imitazione vera del Signore Gesù, voi veramente sarete membra vive nel vivo Corpo mistico di Cristo e abiterete nel tempo e nell'eternità nella casa del Signore e nella sua pace.
   Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo!».


   1 umile,… Nel quaderno autografo, sulla pagina che inizia con la parola umile, la scrittrice ha cucito un foglietto sul quale ha annotato: Pagina giudicata da competenti magnifica perché contiene tutta la Rivelazione e i Dogmi in poche righe. Nella ripiegatura in fondo alla pagina c'è dello scritto. Ero così disturbata quel giorno che mi toccò ricopiare per rendere leggibile e lo spazio non fu sufficiente, per cui dovetti ripiegare una riga di scritto
Infatti le ultime dieci righe della pagina (dalle parole per volontà, Uomo per Nascita fino alle parole che genera da Sé) sono state ricopiate su una striscia di carta che, incollata sul brano corrispondente, è risultata sporgente di un'unghia dalla pagina del quaderno, costringendo la scrittrice a ripiegarla in dentro.