MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 15


2 giugno 1943

   Dice Gesù:
   «In questo mese dedicato al mio Cuore e che quest’anno raduna le solennità che sono altrettanti attestati d’amore di Noi, Trinità divina, che fate voi? È un mese d’amore e voi ne fate un mese di inferno che odia. E così per il mese di Maria, mia Madre, e così per l’aprile in cui Io morii, or sono 20 secoli, e che vi riporta la mia Pasqua. Per voi è sempre così.
   L’amore, la bontà, la volete solo da Dio e in Dio. Ma voi non volete amarci, amarvi, esser buoni. Sì. Non volete amarci. Le vostre preghiere sono inutili perché sono spinte sulle vostre labbra non dall’amore ma dall’egoismo. Volete essere preservati dal male. Ma non dite: “Però lo stesso sia fatto ai nostri nemici”. No. Per loro impetrate stragi e rovine. Quello che non volete per voi. Non c’è palpito in voi che non abbia per segreta molla odio e egoismo. E così le vostre preghiere sembrano palloncini che salgono per poca via e poi scoppiano ricadendo al suolo.
   Provate a pregarci con amore, amore per tutti, ed Io vi aiuterò. “Ché, se voi fate del bene a chi vi vuole bene, che merito ne avete?”. Siate simili a Noi che facciamo piovere sole e acqua sui giusti e sugli ingiusti, lasciando solo a Noi il diritto di giudicare, quando sarà l’ora.
   La Legge e la Parola sono sempre uguali[24], sono sempre quelle, figli che non ci amate. Venti secoli sono nulla davanti alle verità eterne. Io, il Verbo, non sono venuto a mutare la Legge. Neppure Io che sono il Verbo. E voi l’avete mutata perché sulla mia Legge e sulla mia Parola avete messo una sovrapposizione delle vostre stolte parole, delle vostre cieche e crudeli leggi. Avete creduto così di mutare la Legge e la Parola e di progredire.
   Sì. Avete progredito. Ma, come uno che non veda più la luce, avete progredito non verso la mèta: Dio, ma verso il punto opposto. Siete regrediti verso la bestialità. State uccidendo la vostra anima. Come? Sapete gridare per gli spazi: “Salvate le nostre anime” e poi le uccidete da voi? Ma quando un naufragio inabissa una nave, soltanto i vostri corpi muoiono e i miei angeli sono pronti a portare nei cieli le anime di coloro che sono spirati col nome mio e di Maria, mia Madre, sul labbro. Mentre voi, nel naufragio della vostra figliolanza di figli di Dio, uccidete le vostre anime. Oh! povero Cuore mio!
   Parlo con te, Maria, che sai cosa voglia dire essere disamata, offesa, non riconosciuta, tradita, e che ne hai sofferto fino ad ammalartene. Tu puoi capire il mio tormento paragonandolo al tuo.
   L’amore misconosciuto è un tormento. E il mio è un infinito amore infinitamente misconosciuto. Non sono due o tre persone che hanno mancato come per te. Per me sono milioni di persone che in venti secoli mi hanno disamato, offeso, sprezzato. E il mio Cuore, che ama con la perfezione di un cuore divino, si è dilatato nella sofferenza del dolore. La lanciata non è stata dolorosa rispetto alle ferite che mi ha inflitto, in venti secoli, nel Cuore, la razza umana. Io sono Dio e non passibile di infermità umana; ma però passibile, nella mia Umanità, al dolore. E voi mi date un infinito e continuo dolore.
   Devo rifugiarmi sul cuore di mia Madre per superare certe ore di spasimo per le vostre brutture, devo guardare i miei confessori per attutire l’amarezza di quello che siete voi, uomini, per Me che vi ho amati fino a morire. Non vogliamo corone preziose sulle teste dei simulacri che mi rappresentano e rappresentano la Madre mia e vostra, mentre voi ci configgete continuamente delle spine rispetto alle quali quelle della mia corona erano rose.
   Un’unica corona vogliamo da voi: il vostro amore. Un amore che sia vero, di ogni ora, in ogni evenienza. Basterebbe che questo ci fosse in pochi cuori, in ogni nazione, perché il male venisse debellato dal Bene. Non sono forse bastati dodici veri apostoli, appoggiati al Cuore di Maria, per portare la Carità nel mondo? Ma voi ora siete peggio dei Gentili e dei Giudei.»
   Dice ancora Gesù:
   «Questo è per te. Considera il valore delle cose, anche piccole, se mi sono offerte con amore.
   Io non ti ho abbracciata quando, in un grande dolore e in una grande prova, ti sei rassegnata, perché non potevi fare diversamente, o quando in un’ora di grande fervore mi hai offerto te stessa. Ti ho stretta al Cuore per una cosa che a vista umana può parere un’inezia. Ma Io la giudico da Dio e non da uomo. Il tuo spontaneo dedicare a Me quella pena e senza che Io parlassi e che nessun agente esterno premesse su te, mi ha commosso spingendomi a premiarti subito. Tu sai come.
   Ricorda sempre e sii sempre pieghevole alla mia Volontà che devi vedere in tutte le cose, anche nelle più minuscole, e che devi sempre pensare come mossa da un desiderio di bene per te. Devi essere come un’erba fiorita che si curva e si aderge ad ogni soffio d’Amore, perché la mia Volontà è Amore. E in te tutto deve rispondere a questo mio Amore con l’amore. Anche lo sguardo con cui guardi il tuo prossimo deve essere sguardo d’amore, sempre. In tal modo anche un semplice sguardo ti meriterà una mia carezza.
   Non giudicare nulla spregevole, rispetto al soprannaturale. La vita è fatta di cose comuni ma che, rivestite di amore, divengono eccelse. Mia Madre è stata ugualmente grande e degna dell’ammirazione degli angeli nell’attimo[25] del suo “fiat” come quando, lasciando le contemplazioni dei più alti misteri e la meditazione del dolore che avrebbe ferito Lei attraverso la sua Creatura, si dedicava alle umili incombenze della donna lavando, con amore, i miei pannilini, cucinando, con amore, il cibo allo sposo, rassettando, con amore, la casa, ascoltando, con amore, i bisogni dei vicini.
   L’amore è sempre pronto, pieghevole, dolce, ilare, generoso, paziente. Ed è l’amore che apre i cieli e ne fa scendere la nostra Trinità, la quale viene nei cuori non soltanto con tutti i suoi fulgori, ma anche con tutte le sue tenerezze.
   Io ti voglio condurre ad essere più pieghevole, morbida e forte di una matassa di seta. Se Io voglio scherzare con te, se Io voglio mostrare che sono il Re, il Padrone, tu non devi reagire, lamentarti, mettere il broncio. Se dopo averti tenuta per degli anni in un letto Io volessi trartene fuori, che ci sarebbe da stupire? Sarei padrone di farlo e tu dovresti essere generosa pronunciando il “fiat” della guarigione come lo fosti per pronunciare il “fiat” della infermità.
   Ho guarito la tua anima, potrei guarire il tuo corpo che è sempre meno paralizzato di quanto non fosse la tua povera anima un tempo. E tu me ne dovresti ringraziare, anche se la guarigione vuol dire dilazione dall’incontro fra Me e te nel Paradiso, se vuol dire pericolo di vivere nel mondo, se vuol dire restituzione del tuo dono. Se Io lo facessi avrei i miei fini e tu, per piacermi, dovresti essere lieta sempre, come ora.
   Di cosa è composto il miele? Del succo di mille fiori. Di cosa è composta la perfezione? Del frutto di mille sacrifici. Un’ape che volesse nutrirsi solo di un fiore non farebbe che poco miele e stucchevole. Un’altra che mescola il succo di fiori dolcissimi a quello di altri amarognoli, di fiori delicati nel loro sapore a quello di altri dall’aroma piccante, produce un miele abbondante e salutare. Così avviene per l’anima. Bisogna che ti abitui a vedere in tutte le cose il tuo Gesù che le preordina per tuo bene e di tutte te ne devi servire per progredire.
   Guarda, per non sbagliare devi fare così: guardi il tuo prossimo? Pensa di guardare Me. Parli al tuo prossimo? Pensa di parlare con Me. Fai qualche piacere, qualche lavoro per il tuo prossimo? Pensa che sono Io che te l’ho richiesto. Allora progredirai. Guai se uno si ferma a riflettere a chi volge lo sguardo, la parola, l’opera! Ben poche volte parlerebbe, guarderebbe, farebbe con quella carità che mi fa accetto il vostro agire. Io, sulla Terra, facevo tutto pensando al Padre mio e alla vostra redenzione. Tu fa’ tutto pensando a Me e alla redenzione dei peccatori.
   Non basta essere rassegnata quando Io te lo impongo levandoti quello che giudico giusto levarti per tuo bene. Occorre che tu ti abbeveri e nutri giubilante a tutti i calici che ti offro, correndo incontro ad essi, benedicendo l’Amore tanto quando te li porge come quando te li leva, chiedendomi anzi di darteli per impedire a Me di berli, quando sono amari.
   Così mi sarai cara, tanto cara che Io ti amerò al punto da sospirare ardentemente di averti per sempre nel mio Regno. Solo l’amore mi spinge a lasciarti qui ancora per renderti più buona. Solo l’amore deve spingerti ad esser più buona per volare presto a Me.»

[24] sono sempre uguali, avendo citato quanto è detto in Matteo 5, 43-48; Luca 6, 27-35.
[25] attimo che si coglie in Luca 1, 38.