MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 16


3 giugno 1943

   Dice Gesù:
   «Molti mi chiedono[26] un segno. Quale segno? Segno dell’ora o segno della mia potenza?
   Il segno dell’ora lo avete già. Ripeto[27]: “Io non sono venuto a mutare la Legge”. Siete voi che l’avete mutata. E Io non muto la mia Parola. Quello che ho detto ho detto. Tutto quanto doveva avvenire, dal momento che Io parlavo, Uomo fra gli uomini, sino al momento in cui Io verrò, Dio figlio di Dio, a giudicare gli uomini, è contenuto nel mio Vangelo.
   Siete voi, stolti che avete la testa piena di mille rumori inutili e di pensieri perversi, che non capite più quanto Io ho detto. Non siete forse salati col fuoco, con quel fuoco che salerà in eterno i miei nemici? Questo che vi arde ora, e che scende su voi per distruggervi e condurvi sempre più alla bestemmia e al­l’eresia, non è che un anticipo di quello che sarà il fuoco di cui Io parlo[28], destinato agli scandalosi che non si convertono. E voi siete di questi. Solo del corpo e delle ricchezze inique vi preoccupate, e calpestate coscienze e altari, e profanate tutto quanto toccate, e uccidete in voi Me stesso una seconda volta.
   Ecco i doni che vi sa dare Lucifero sotto il cui segno vi siete messi. La Bestia soffia dalla sua bocca il fuoco dopo avervi sommersi nel male della corruzione. Sono i suoi doni. Non può darvi altro. Mentre Io vi avevo dato, insieme a Me stesso, tutti i tesori della grazia.
   Volete un segno della mia potenza? Ma sono venti secoli che vi do questo segno! A che è giovato? Ho aperto su di voi i torrenti delle mie grazie e dal Cielo li ho fatti scendere sulla Terra in mille e diecimila miracoli. Ho sanato i vostri malati, ho sedato le vostre guerre, ho prosperato i vostri affari, ho risposto ai vostri dubbi, anche su cose di fede, perché so la vostra debolezza che non crede se non vede, sono venuto a ripetere la mia dottrina, ho mandato mia Madre perché con la sua dolcezza vi piegasse a penitenza e ad amore. A che ha giovato?
   Mi avete trattato come uno scemo, sfruttando la mia potenza e la mia pazienza, convinti che Io, dopo avere fatto il miracolo, non me ne ricordassi più. No, figli del mio dolore. Tutto è segnato nel gran libro della mia Intelligenza e non è usato inchiostro per scrivere in essa, ma il carbone acceso dell’Amore. E tutto viene ricordato.
   Avete sfruttato la venuta di mia Madre per scopi umani, ne avete fatto oggetto di risa e di commercio. Non sapete che Maria è il mio Tempio, e il mio Tempio è casa[29] di orazione e non spelonca di ladri? Le sue parole, così affettuose, così supplici, così piene di pianto, per voi che le avete ucciso il Figlio e neppure sapete fare frutto di tanto sacrificio, vi sono suonate come canzone inutile. Avete continuato la vostra strada di perdizione.
   I miei messi, le anime che vivendo come dovreste vivere tutti sono divenute le mie banditrici per ripetere una volta ancora la parola del mio Cuore, li avete trattati da “pazzi” e da “ossessi” e qualche volta li avete uccisi, tormentati sempre. Anche Io, dalla generazione adultera e omicida del mio tempo mortale fui detto[30]: “pazzo ed ossesso”.
   Il segno! Il segno lo avete e non serve a ridarvi la mia Paternità. Altro segno che questo non vi sarà dato. Cercatelo nella mia parola e nella vostra coscienza, se pure riuscite ancora a ritrovarla viva sotto l’ammasso di libidini, adulteri, fornicazioni, furti, omicidi, invidie, bestemmie e superbie sotto le quali l’avete lapidata.
   È l’Ascensione. Prima di ascendere Io benedissi[31] mia Madre e i miei discepoli. Non avevo altri da benedire poiché gli altri mi avevano respinto e maledetto. Anche ora benedico i miei discepoli poiché gli altri non mi vogliono e bestemmiano sulla mia benedizione.»

[26] chiedono… Su una copia dattiloscritta, Maria Valtorta annota a matita: In risposta ad una domanda di Marta. Si tratta di Marta Diciotti, la donna vissuta con Maria Valtorta dal 1935 e che assistette la scrittrice inferma fino alla morte. Il suo nome ricorre spesso negli scritti valtortiani. Nata a Lucca il 2 dicembre 1910, è morta a Viareggio il 5 febbraio 2001.
[27] Ripeto, perché già detto nel primo “dettato” del 2 giugno.
[28] di cui Io parlo, in Matteo 18, 6-9; Marco 9, 42-50.
[29] casa… come in Matteo 21, 12-13; Marco 11, 15-17; Luca 19, 45-46; Giovanni 2, 14-17.
[30] fui detto, come in Matteo 12, 24; Marco 3, 22.30; Luca 11, 15.
[31] benedissi, come è detto in Luca 24, 50-51.