MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 164


2 novembre 1943

   Riprendo oggi 2 novembre perché ieri, tra la gente venuta e… la poco piacevole visita inglese,[518] non ho più potuto scrivere.
   Riguardo alle impressioni subite durante a quel penoso quarto d’ora, le dirò che sono diverse e svariate.
   La prima si è che solo pregando mi sentivo sufficientemente calma. Mi pareva impossibile che mentre lo invocavo su me, e su tutti i raccolti presso il mio letto e, con una carità più grande, su tutti gli altri fuggenti per le vie o tremanti nelle case, Egli, il cui Nome è potente, non m’avesse ad ascoltare. Avevo, e l’ho notata tre o quattro volte durante la preghiera, la sensazione che Egli mi abbracciasse e mi facesse capire di esser calma perché ero protetta da Lui.
   Nelle mie condizioni così gravi, sarebbe una bugia dire che il mio cuore non ne ha sofferto. Se mi fa impressione un forte rumore, un grido, l’urto di due auto, il vedere cascare una persona, un alterco, una notizia ecc. ecc., si può ben pensare che cosa avrà risentito il mio cuore fisico da quello sconquassìo. Ma lei ha potuto constatare che, soccorso il cuore con una energica puntura, come morale non era fuori centro.
   La seconda è che era dalla mattina, dopo quella professione anticattolica,[519] che ero sotto la impressione, meglio detto: la persuasione, che se i nemici fossero venuti in quel giorno vi sarebbe stato del brutto. E infatti!...
   Terza: a cose finite, il sollievo pensando che era passato l’incubo, che da un 20 giorni mi crucciava, di un bombardamento aereo. Gliene ho accennato a quel sogno al quale volevo applicare il fatto della morte di quei 5 in piazza Mazzini or sono 15 giorni circa. Nel sogno avevo visto cadere proiettili dall’alto su Viareggio e capivo che erano venuti da aerei. Ma mi volevo illudere che tutto fosse accaduto con quel proiettile caduto corto.[520]
   Sarà tutto accaduto ora? Dio lo voglia, perché le confesso che l’idea di morire sepolta viva o straziata in un ospedale non mi va. Accetto le mie 5 malattie e ci sto ad accettarne altre 5, altre 10, con tutti gli strazi, ma chiedo solo d’esser lasciata nella mia casa dove tante cose ha operato per me Gesù e che mi è sacra per Lui, perché datami da Lui[521] e perché in essa sono morti i miei.
   Quarta e ultima impressione: di riconoscenza per lei. Ero certa che sarebbe venuto, ma il vederlo venire mi ha commossa e calmata. Non si è mai a sufficienza assolti e benedetti in certi momenti!
   In quei giorni che lei era assente, io stavo sempre col cuore sospeso per la tema di qualche incidente mio particolare o di qualche incidente generale. So bene, per esperienza fatta, che medici e sacerdoti è ben difficile averli nei momenti in cui sono più necessari e desiderati. E perciò mi dolevo che lei fosse lontano, perché non c’è che lei che pensi a me.

[518] visita inglese viene chiamato un bombardamento aereo, il primo su Viareggio, avvenuto la sera del 1° novembre 1943.
[519] professione anticattolica del cugino, di cui ha parlato il giorno prima.
[520] proiettile caduto corto. A causa di una esercitazione militare che si svolgeva sulle Alpi Apuane, un proiettile, che sarebbe dovuto finire in mare, era invece caduto sulla Piazza Mazzini falciando cinque persone.
[521] datami da Lui, perché Gesù le aveva fatto trovare una casa come lei la desiderava. I particolari nell’Autobiografia, nel secondo capitolo della parte quarta.