MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 202


12 dicembre 1943

   Dice Gesù:
   «L’anima anche più volonterosa di esser tutta di Dio è soggetta ad essere distratta dalle necessità della esistenza.
   Non occorre essere schiavo di esse per essere distratti da esse. Ma anche ad esser già tanto spirituali da esser più anima che corpo finché la carne riveste la vostra anima come il guscio racchiude il frutto, siete soggetti alle esigenze della carne. Ridotte a quel minimo che Io pure ho accettato, esse sono non una colpa, ma un dovere e una prudenza.
   Io non ho predicato la distruzione della carne per la carne con un infierire morboso su essa, simile a quello di certi ascetismi in uso presso religioni sparse nel mondo. Io, e ve l’ho mostrato con l’esempio, ho insegnato[707] che non occorre avere sollecitudine per la carne che muore, ma per l’anima immortale; ho insegnato a non temere ciò che può uccidere il corpo vostro ma ciò che uccide il vostro spirito; ho insegnato che se vi è dato scegliere fra la preservazione del corpo e quella dell’anima, dovete sempre scegliere quanto preserva l’anima. Ma non vi ho insegnato unicamente a torturare la carne per errata interpretazione religiosa e tanto meno per ipocrita religione.
   In verità vi dico che, se anche digiunate con la bocca e poi non digiunate col cuore negandovi di nuocere, con le azioni, le parole, e anche i pensieri, al prossimo vostro, m’è obbrobrio il vostro digiuno e vi è morte dell’anima, perché le pratiche senza la carità non sono che accatastamento di pietre per la lapidazione del vostro eterno futuro.
   Come vi dico: “Non uccidete con le azioni della carne l’anima vostra”, così vi dico: “Non uccidete con comportamenti non santi, ma semplicemente esaltati, la vostra carne”. Siate santi nello spirito, nel pensiero, nel sentimento, nelle opere, nella carne.
   Come ottenere dunque che la vita non vi distragga e l’anima, come regina vostra, tenga la carne-suddita sotto un impero dove non sia ingiustizia?
   Con l’amore. Esso è quello che vi è maestro e come un direttore d’orchestra regola tutte le vostre azioni le quali, simili agli svariati strumenti di un’orchestra, si fondono in un unico suono pieno di armonia, la quale può essere una lieve frase melodica, un brano più complesso o addirittura una sinfonia grandiosa, a seconda della vostra potenza d’amare.
   I giganti dell’amore ottengono il coro pieno e imponente di una supereccelsa sinfonia, alla quale si uniscono angeli e santi che non vedono diversi da loro i giganti dell’amore, viventi ancora sulla Terra, ma con animo di serafino.
   Gli amorosi sanno già cantare la loro melodia sulla quale si curvano in ascolto, pronti ad unirvisi, angeli e santi, quando comprendono che l’ardore fedele ottiene la crescita dell’amatore e lo fa da amatore gigante d’amore.
   I volonterosi d’amore sapranno solo ripetere una frase melodica come richiamo di passero al sole che tarda ad investirlo dei suoi raggi d’oro, poiché non sa volare alto, come allodola in festa d’aurora, incontro al sole trasportando il corpo, di cui il desiderio annulla il peso, oltre le proprie capacità di volo, ed il proprio canto oltre le proprie possibilità di resistenza, fino a cadere distrutti dal desiderio quando, raggiunto il bene ricercato, muoiono nell’esultanza della fusione col raggio d’oro. Ma anche quel timido, breve richiamo - perché è fedele ed è tutto quanto quella creatura può dare - è benedetto da Dio e preserva da inquinamenti le azioni di quell’essere.
   Chi sono i giganti dell’amore? Sono le anime-vittime.
   Voi distinguete queste in vittime di giustizia, vittime di espiazione, vittime d’amore. Ma non distinguete! La vittima è sempre vittima d’amore.
   Chi espia, perché espia? Per amore dei fratelli per i quali paga la parte di espiazione che toccherebbe ad essi: amore di prossimo, spinto all’eroismo.
   Chi è vittima di giustizia, a chi si offre? A Dio offeso per offrirgli conforto contro l’offesa. Amore di Dio, spinto all’eroismo.
   L’amore è il sacrificatore eterno. Quello che ha immolato Dio fatto Carne e quello che immola la carne e l’anima vostra rendendola simile al Cristo Redentore.
   L’anima vittima è sicura, come fosse già chiusa nel mio eterno Regno, d’esser salva, poiché ogni suo palpito, moto, parola, sentimento, azione, è santificata dall’amore che la preserva tutta da inquinamenti umani.
   L’anima-vittima ôra anche se non prega. È la sua vita orazione.
   L’anima vittima penetra in Me e dal centro del mio Cuore che la chiama “Sorella” prende e distribuisce grazie e benedizioni sui fratelli. Non vi sono limitazioni per le mie vittime. Tutto quanto è mio è loro, che hanno voluto offrire il loro essere al Sacrificatore eterno.
   L’anima vittima è stesa su un aculeo i cui vertici sono dolore e amore. Dolore per non vedere Dio amato come il loro eroismo d’amore ha loro permesso di vedere che Dio debba essere amato.
   Più delle malattie e delle sventure sono a loro tortura le miserie spirituali che, come rovine di un paese distrutto da un nemico, coprono gli animi dei loro simili cancellando in essi l’impronta di Dio e seppellendo il suo santo Nome sotto l’ingombro del peccato.
   Più del dolore in sé, è a loro dolore sentire la loro incapacità di raggiungere la perfezione d’amore, loro sogno, perché vorrebbero dare a Dio dono degno della sua Perfezione. E se Io sono stato infisso al mio altare da tre chiodi, essi pure lo sono, perché il mio amore, il loro amore e il loro dolore sono i tre chiodi che li tengono crocifissi fino alla morte, che altro non è
   che esalare lo spirito sul mio seno dopo avere “tutto compiuto”[708].
   Il mio amore! Oceano di fuoco che dall’alto dei Cieli precipita su un’anima e con un continuo giungere di ondate d’ardore la consuma come fosse molle cera investita da una fiamma. Fame insaziabile che è comune ai due che si amano, e il Cristo vuole divorare la sua creatura per farne parte sua e la creatura vuole aspirare in sé Dio per farsene sua vita.
   Tutto si ferma davanti a questo dominatore che passa facendo valere i suoi diritti. Esistenza, intelligenza, affetti si aprono e fanno ala, ed esso procede ed entra poiché l’amore è il re di tutte le cose. L’anima prende allora le passioni del suo sposo d’amore e le fa sue. Tesoro dei tesori è per lei l’essere giorno per giorno martirizzata a questo scopo e vedere con gli occhi dello spirito tornare la luce nei cuori ed essi volgersi a Dio, poiché l’amore anche senza parole converte e senza funi trascina.
   L’amore è la forza che regge l’universo e l’amore è quello che salva il mondo. E non i condottieri, non gli scienziati, non i dotti, ma gli amorosi sono quelli che sanno trovare le vie delle vittorie che conducono al Bene, strappando col loro impeto ardente le catene sataniche che vi rendono schiavi del Male che vi odia.
   E se l’amore dei credenti otterrebbe il miracolo di tempi migliori, che con il vostro modo di vivere vi siete preclusi, l’amore delle vittime, che è l’amore più simile alla perfezione del mio, è quello che fa argine all’impeto che da Satana monta per distruggervi in una maledizione disperata e che apre le porte del Perdono fondendole col fuoco del loro olocausto.»

[707] ho insegnato, per esempio in Matteo 6, 25-34; Luca 12, 4-5.22-31.
[708] “tutto compiuto”, ultime parole di Gesù-Vittima, riportate in Giovanni 19, 30.