MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 3


24 aprile 1943

   Sabato santo   

   Mentre il “Gloria” canta nelle chiese…
   Una delle cose che più mi porta a riflettere sulla dottrina di misericordia del mio Gesù è l’episodio che si legge[5] nel vangelo di S. Giovanni: “Maria piangente se ne stava fuori presso il sepolcro… si voltò indietro e vide ritto in piedi Gesù… E Gesù le disse: ‘Maria!’… ”. Non contento ancora di avere amato tanto i peccatori fino al punto di dare la sua vita per loro, Gesù riserba la sua prima manifestazione, dopo la Passione, ad una peccatrice convertita.
   Non è sicuro che Gesù si fosse già presentato a sua Madre. Il cuore ci induce a crederlo[6], ma nessuno dei 4 evangelisti lo dice. Di sicuro invece è questo apparire a Maria di Magdala. A lei, che impersonifica la sterminata coorte dei redenti dall’amore di Cristo, Egli appare per la prima volta e si manifesta nella sua seconda veste di Dio-Uomo in eterno. Prima era l’Uomo in cui si celava un Dio. Avanti ancora, nei tempi dell’attesa, il Verbo era solo Dio. Ora è il Dio-Uomo che porta nei cieli la nostra carne mortale. E questo capolavoro di divinità, per cui la carne nata da donna diviene immortale e eterna, si svela ad una creatura che fu peccatrice… Non solo: ma a lei, proprio a lei, affida il messaggio per i suoi stessi apostoli: “Va’ dai miei fratelli e di’ loro che salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Prima ancora che al Padre, a Maria la peccatrice!
   Che fiume di fiducia si riversa in me considerando questo! Come, come dovrebbe esser detto, ridetto, continuamente detto alle povere anime titubanti e vergognose, perché sanno d’aver peccato, che Gesù le ama tanto da anteporle al Padre e alla Madre sua. Perché penso che se non era ancora salito al Padre, in quella prima ora di risurrezione non si era mostrato neanche alla Madre. In fondo è una necessità di amorosa giustizia. Gesù è venuto per i peccatori. Dunque la primizia della sua resurrezione vada a colei che è la capostipite dei peccatori redenti.
   “Ai miei fratelli - al Padre mio e vostro - Dio mio e vostro”. Suonano come altrettante gioconde campane, queste parole al mio cuore. Fratelli i discepoli, fratelli noi che da loro discendiamo. Se ancora un dubbio ci rimane, ecco che cade come la pietra del sepolcro, scrollata da questo turbine d’amore, e la fiducia sorge nei cuori i più imprigionati e oppressi dal ricordo dei loro errori e dalla riflessione dell’immensa distanza che separa noi: polvere, da Dio. Gesù lo dice: siamo fratelli, abbiamo un unico Padre e un unico Dio con Cristo.
   Oh! Egli ci afferra con le sue mani trafitte - è il primo gesto che fa dopo la sua morte - e ci lancia sul cuore di Dio, nei cieli non più chiusi ma aperti dall’amore, perché là si pianga le dolci lacrime della ripacificazione col Padre nostro.
   Alleluia! Gloria a Te, Maestro e Dio, che ci salvi col tuo dolore e ci dai per via di salute l’Amore!

[5] si legge in Giovanni 20, 11-18.
[6] ci induce a crederlo, e infatti l’apparizione del Risorto alla Madre sarà attestata nel primo dei “dettati” dell’8 dicembre e verso la fine dell’ultimo, e sarà descritta nel capitolo 618 dell’opera L’Evangelo come mi è stato rivelato. Inoltre, nel “dettato” del 14 dicembre si accennerà al commiato (anch’esso descritto nella stessa opera, al capitolo 637) di Gesù alla Madre prima di ascendere al Cielo.