MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 66


21 luglio 1943

   Dice Gesù:
   «Ti ho già detto[158] che quanto è detto negli antichi libri ha un riferimento nel presente. È come se una serie di specchi ripetesse, portandolo sempre più avanti, uno spettacolo visto più addietro.
   Il mondo ripete se stesso negli errori e nei ravvedimenti, con questa differenza però: che gli errori si sono sempre più perfezionati con l’evoluzione della razza verso la cosiddetta civiltà, mentre i ravvedimenti sono divenuti sempre più embrionali. Perché? Perché, col passare del mondo dall’età fanciulla ad età più completa, sono cresciute la malizia e la superbia del mondo.
   Ora siete nel culmine dell’età del mondo e avete raggiunto anche il culmine della malizia e della superbia.
   Non pensare però che avete ancora tanto da vivere quanto siete vissuti. Siete al culmine, e ciò dovrebbe dire: avete altrettanto da vivere. Ma non sarà. La parabola discendente del mondo verso la fine non sarà lunga come quella ascendente. Sarà un precipitare nella fine. Vi fanno precipitare appunto malizia e superbia. Due pesi che vi trascinano nel baratro della fine, al tremendo giudizio. Superbia e malizia, oltreché trascinarvi nella parabola discendente, vi ottundono talmente lo spirito da rendervi sempre più incapaci di fermare, col ravvedimento sincero, la discesa.
   Ma se voi avete proceduto così: a ritroso nel Bene, a capofitto verso il Male; Io, l’Eterno, sono rimasto fermo nella mia esatta misura del Bene e del Male. Dal dì che fu la luce[159], e con essa ebbe inizio il mondo, è stabilito, dalla Mente che non erra, ciò che è Bene e ciò che è Male. E forza umana, la piccola forza umana, non può smuovere e sgretolare quel codice eterno scritto dal dito di Dio su pagine intoccabili e che non sono di questa Terra.
   Unica mutazione, dall’istante in cui il mio Volere creò il mondo e l’uomo, sta in questo: che prima dovevate reggervi e guidarvi sulle tavole della Legge e sulla parola dei Profeti; dopo aveste Me, Verbo e Redentore, a spiegarvi la Legge, a darvi il mio ammaestramento, il mio Sangue, a portarvi con la mia venuta lo Spirito che non lascia ombre, a sorreggervi poi, nei secoli, coi Sacramenti e i sacramentali.
   Ma che ne avete fatto della mia venuta? Un nuovo peso di colpe di cui dovrete rispondere.
   Vogliamo guardare insieme le pagine antiche in cui sono le spiegazioni dell’ora attuale? Le hai sentite come un pungolo; ma Io te le mostrerò meglio.
   Cosa è promesso[160] a chi osserva la Legge? Prosperità, abbondanza, pace, potenza, discendenza sana e abbondante, trionfo sui nemici, poiché il Signore sarebbe sul filo delle spade dei suoi servi contro coloro che vorrebbero alzare la mano sui figli del­l’Altissimo. Cosa è minacciato a chi la trasgredisce? Fame, carestia, guerre, sconfitte, pestilenze, abbandono da parte di Dio, oppressione di nemici per cui i già figli dell’Altissimo diverranno simili a mandre perseguitate e spaurite, destinate al massacro.
   Vi lamentate dell’ora che vivete. Ma la trovate ingiusta? Il suo rigore vi pare troppo duro? No. È giusta e meno dura di quanto meritate.
   Io vi ho salvato e risalvato in mille modi, Io vi ho perdonato e riperdonato da settemila e settemila delitti. Io sono venuto apposta per darvi Vita e Luce. Io, Luce del mondo, sono venuto fra le vostre tenebre per portarvi la Parola e la Luce. Non ho più parlato fra i turbini e il fuoco attraverso la bocca dei Profeti. No. Sono venuto Io, Io personalmente. Ho rotto con voi il mio pane, ho diviso con voi il mio giaciglio, ho sudato con voi nella fatica, ho consumato Me stesso nell’evangelizzarvi, sono morto per voi, ho dissipato con la mia Parola ogni dubbio sulla Legge, ho dissipato con la mia Risurrezione ogni dubbio sulla mia Natura, vi ho lasciato Me stesso perché fossi il vostro Cibo spirituale, atto a darvi la Vita, e voi mi avete dato la morte.
   Vi ho dato la Parola e l’Amore e il Sangue di Dio, e voi avete chiuso le vostre orecchie alla Parola, la vostra anima all’Amore, e avete bestemmiato il mio Sangue.
   All’antico Tabernacolo, dove erano[161] due tavole di pietra scritte dal dito di un Profeta e un poco di manna, Io ho sostituito il nuovo Tabernacolo in cui è il Pane vero disceso dal Cielo e il mio Cuore dove è scritto il Patto dell’amore che voi, non Io, infrangete.
   Non potete più dire: “Non sappiamo come sia Dio”. Ho preso Carne perché aveste una Carne da amare, non bastando alla vostra pesantezza di amare uno spirito.
   Ebbene? Che avete fatto? Che avete sempre più fatto? Avete voltato le spalle a Dio, al suo altare, alla sua Persona. Non avete voluto Dio, il Dio Uno e Trino, il Dio vero.
   Avete voluto degli dèi. E i vostri dèi attuali sono più obbrobriosi degli dèi antichi o dei feticci degli idolatri. Sì. Dei feticci degli idolatri. In quelli si annida ancora il rispetto per l’immagine di Dio, così come la loro mentalità e ignoranza la sanno concepire. E in verità, in verità vi dico che saranno molto meno severamente giudicati gli idolatri naturali di voi, idolatri di malizia, venduti alla peggiore idolatria: la autoidolatria.
   Sì, vi siete creati degli dèi di carne, e carne corrotta, e davanti ad essi avete saputo osannare e piegare il capo e la schiena che non avete saputo curvare davanti a Dio. Avete disprezzato, rinnegato, deriso, spezzato la mia Legge; ma avete accettato e ubbidito, come schiavi e come animali addomesticati dal domatore, la bugiarda legge che vi hanno dato dei poveri uomini traviati più ancora di voi e il cui destino è tale da far tremare d’orrore tutto il Cielo.
   Idolatri, idolatri, pagani, venduti alla carne, al denaro, al potere, a Satana che è padrone di questi tre regni nefasti della carne, del denaro e del potere!
   Ma perché, perché, o popolo mio, sei uscito dal Regno che t’avevo dato, perché hai fuggito il tuo Re di Perfezione e d’Amo­re e hai preferito le catene e la barbarie del Regno di Satana e il Principe del Male e della Morte? È così che ricompensi l’Altissimo che ti è Padre e Salvatore? E ti stupisci se fuoco scaturisce dalla terra e fuoco piove dal cielo per incenerire la razza proterva e traditrice che ha rinnegato Dio e accolto Satana e i suoi ministri?
   No, che Satana non ha bisogno di lavorare, di faticare per inghiottirvi! Io devo faticare per vedere di attirarvi ancora, poiché se voi avete rinnegato la vostra origine, Io mi ricordo di esservi Padre e Salvatore. Fino all’ora estrema, in cui sarete adunati per la selezione inesorabile, non rinnego i miei disgraziati figli e tento salvarli ancora.
   Questo, o Maria, questo castigo non è immeritato. È giusto. È grave perché le vostre colpe sono gravissime. Ma non è, non è dato per cattiveria da un Dio che è tutto bontà. Il vostro Dio darebbe Se stesso per risparmiarvelo, se sapesse che ciò vi gioverebbe. Ma deve, deve lasciare che voi stessi vi puniate delle vostre pazzie, dei vostri mercati colla Bestia.
   Mille e diecimila si perderanno in ogni angolo della Terra. Ma qualcuno sentirà, nell’agonia che vi strozza, risuonare la Voce di Dio e alzerà dalle tenebre la faccia verso la Luce. Quel­l’uno che torna giustificherà il flagello, poiché - sappilo e pensa quale obbligo avete di custodirla - il prezzo e il valore di un’anima è tale che i tesori della Terra non bastano a comperarla. Occorre il Sangue di un Dio. Il mio.»

[158] ho già detto il 31 maggio.
[159] la luce, nel racconto della creazione, in Genesi 1, 3.
[160] promesso… minacciato…, per esempio in Levitico 26; Deuteronomio 7, 11-16; 11, 26-28; 28.
[161] dove erano, come si legge in Ebrei 9, 1-5.