MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 122


16 settembre 1943

   Dice Gesù:
   «Non è nel senso con cui tu lo intendi. Verrà l’ora della pace e del perdono anche per voi Italiani, verrà l’ora in cui tornerete a stringere alleanza col Signore dopo essere stati nelle mani di Satana che vi ha strapazzati come foste una matassa di filo nelle mani di un pazzo furente. Ma le parole[344] di Gioele (cap. II, v. 18-32) non sono dette particolarmente per questo o per quel popolo.
   Esse sono per il mio popolo, per il popolo dell’Unico, Vero, Grande Re: del Signore Iddio vostro, Uno e Trino, Creatore e Redentore del Genere umano. Quel periodo di benessere di cui parla Gioele è l’anticipato annunzio di quanto, molto tempo dopo, parla Giovanni[345] nel suo Apocalisse.
   Dopo le guerre tremende che Satana avrà portato alla Terra attraverso al suo Messo di tenebre: l’Anticristo, verrà il periodo della tregua in cui, dopo avervi mostrato con la cruenta prova di che doni può esser autore Satana, cercherò di attirarvi a Me colmandovi di doni miei.
   Oh! i miei doni! Saranno la vostra dolcezza! Non conoscerete fame, stragi, calamità. I vostri corpi e più le vostre anime saranno pasciute dalla mano mia, la Terra sembrerà sorgere per una seconda creazione, tutta nuova nei sentimenti che saranno di pace e concordia fra i popoli e di pace fra Cielo e Terra, perché farò dilagare su voi lo Spirito mio che vi penetrerà e vi darà la vista soprannaturale dei decreti di Dio.
   Sarà il Regno dello Spirito. Il regno di Dio, quello che voi chiedete - e non sapete ciò che chiedete perché non riflettete mai - col “Pater noster”. Dove volete che avvenga il Regno di Dio se non nei vostri cuori? È da lì che deve iniziarsi il Regno mio sulla Terra. Regno grande, ma sempre limitato.
   Dopo verrà il Regno senza confini né di terra né di tempo. Il Regno eterno che farà di voi degli eterni abitatori dei Cieli, poiché, è naturale, Io parlo a coloro che sono miei sudditi e non ai reprobi che hanno già il loro re orrendo: Satana.
   Il vostro Dio opererà tutti i prodigi per attirare a Sé il maggior numero di viventi, perché Io sono Dio di Misericordia, di Perdono e di un Amore così infinito che per quanto possiate studiarvi a comprenderne la misura non lo potete fare. Quello che voi credete sia l’infinità del mio amore per voi è come sassolino minuto del greto di un rio rispetto ad una intera catena montana, le cui basi dividono i continenti e le cui cime si fasciano nelle nubi.
   Ma credi tu che tanti prodigi di Amore e tante luci di Spirito convertiranno gli uomini al loro Dio Eterno? Disilluditi. Se verso poveri animali privi di ragione Io usassi le cure che userò con voi per i bisogni dei vostri corpi - solo queste - essi animali coi loro linguaggi informi loderebbero Me dall’alba al tramonto e, se sapessero dove trovarmi, si partirebbero da tutte le parti del globo per venire a ringraziare il loro benefico Tutore. Ma gli uomini no.
   Nella quasi totalità assolutamente sordi alle voci e ai doni spirituali, e quasi del tutto sordi ai doni corporali, in luogo di riconoscere la mia Bontà e di amarmi per riconoscenza, approfitteranno del benessere che darò loro per discendere sempre più nell’abisso che a loro piace, dove, come immonde bestie in un pantano, si avvoltolano e li attendono ciò che seduce i nove decimi dell’umanità: libidine, lussuria, frode, violenza, ladrocinio, eresia, superstizione e altre corruzioni del senso e della mente, tanto orrende che pare impossibile agli onesti possano essere vere, ma vere sono e fanno arrossire i Cieli e sollevare con moto di sdegno la nostra Divinità.
   Non la paterna elargizione di doni e non i terrorizzanti segni del cielo saranno capaci di fare dei viventi in quel tempo dei figli di Dio. E allora verrà il mio giorno grande e terribile.
   Non giorno di ventiquattro ore. Il mio tempo ha diversa misurazione. È detto “giorno” perché nel giorno si opera, e Io in quel tempo opererò. Opererò l’estrema selezione dei viventi sulla Terra. Ed essa avverrà nell’ultimo scatenamento di Satana.
   Allora si vedranno coloro che hanno in essi il Regno di Dio e coloro che hanno il regno di Satana. Poiché questi ultimi con bocca, atti, e soprattutto con cuore blasfemo commetteranno gli ultimi spregi alla mia Legge e gli estremi sacrilegi verso Dio, mentre i primi, i figli e sudditi del Signore - mentre l’ultima battaglia percuoterà la Terra con un orrore indicibile - si aggrapperanno alla mia Croce, invocheranno il mio Nome che salva; e la mia venuta di Giudice non li atterrirà, ma anzi sarà il loro giubilo poiché i fedeli sono i salvati, quelli che Gioele chiama gli “avanzi”[346] del Signore, ossia coloro che restano al Signore dopo le rapine di Satana.
   Benedetti, benedetti, benedetti in eterno questi miei figli. Di loro è l’eterno Paradiso. Uniti ai fedeli al Signore di tutti i tempi, possederanno Iddio il cui possesso è beatitudine eterna.»
   Dato che stamane pareva che Gesù mi lasciasse in riposo, dopo aver detto il “Veni, Sancte Spiritus” come è mia abitudine, ho aperto a caso la Bibbia. Mi è capitato il II° capitolo del libro di Gioele, e precisamente i versetti che vanno dal numero 18 al numero 32.
   Io davo a quelle parole una interpretazione quale il mio cuore di italiana la sogna con tutte le sue forze. Ma Gesù me ne spiega un ben più alto significato… e Maria asinella lo scrive dicendo a se stessa che solo il Signore è sapiente.

[344] parole che nella neo-volgata corrispondono a Gioele 2, 18-27; 3, 1-5.
[345] parla Giovanni presumibilmente in Apocalisse 20, 1-6.
[346] “avanzi” secondo l’antica volgata, “superstiti” nelle nuove versioni (Gioele 3, 5).