MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 126


20 settembre 1943

   Dice Gesù:
   «Sai perché ho scelto te? Perché sei una miseria, e ne sei convinta di esserlo, e perché sei animata dall’amore.
   Io vado cercando umiltà e amore per depositare le mie parole e le mie grazie e per fare risplendere le mie misericordie, poiché il mondo ha sempre bisogno di prove della misericordia per conservare un minimo di amore e di fede in Me.
   Se l’avvenuta formazione della mia Chiesa e l’affermarsi del Cristianesimo nel mondo avessero dato i frutti che la prima fioritura faceva sperare, non ci sarebbe stato bisogno d’altro.
   Io avevo dato ai credenti in Me tutto quanto era loro necessario per sempre più crescere nella Fede e nella mia Dottrina. E l’avevo dato in forma perfetta come Io solo, il Perfettissimo, potevo darla. Ora è successo che non quanto vi ho dato ha perduto col tempo la sua efficacia, ma si è attutita in voi la facoltà di comprendere. Si è attutita perché avete offuscato la vostra vista spirituale col fumo delle umane superbie, il vostro udito spirituale col rumore di troppe umane parole, il vostro gusto spirituale col sapore di tanta corruzione, il vostro tatto spirituale con l’abuso di troppi contatti carnali, il vostro olfatto spirituale con il vostro pervertimento che vi spinge a preferire ciò che è putrido a ciò che è puro. Si è attutita perché avete schiacciato il vostro spirito sotto le pietre del senso, della carne, della superbia, del male dalle mille forme.
   Come un rivolo d’acqua destinato ad abbeverare i fiori delle vostre anime, avevo fatto scaturire dai Cieli - meglio: dal mio Cuore che vi ama - la mia Dottrina. Ma voi in esso avete lanciato sassi e macerie, suddividendolo in mille e mille fili di acqua che hanno finito a sperdersi senza giovamento per voi, cristiani che più o meno avete rinnegato il Cristo.
   Le eresie palesi hanno obliterato addirittura molte vene che, partendo dal mio Cuore, scendevano a nutrire l’organismo della Chiesa Una, Cattolica, Romana, Universale, e molta parte dell’organismo è divenuta un membro paralizzato, morto alla vita, destinato a portare cellule cancrenose.
   Ma le piccole eresie individuali sono - e quante! - sparse nel nucleo dei cattolici. E sono le più perniciose, le più condannate. Perché - rifletti bene - perché, se a distanza di anni e secoli è condannabile sino ad un certo punto il protestante, di qualsiasi chiesa sia, l’ortodosso, l’orientale, il quale segue con fede ciò che i suoi antenati hanno ad esso lasciato come Fede vera, non è perdonabile il vivente sotto il segno della Chiesa di Roma, il quale si crea la particolare eresia della sua sensualità del senso, della mente e del cuore.
   Quanti compromessi col Male! Quanti! E che Io vedo e condanno.
   Di tutto si preoccupano il novanta per cento dei cattolici, di tutto meno che della vita nella e per la mia Fede. E allora Io intervengo. Intervengo con l’insegnamento diretto che si sostituisce, con le sue luci e le sue fiamme, a tanti pulpiti troppo gelidi e troppo bui. Intervengo per essere il Maestro al posto dei maestri che preferiscono coltivare i loro interessi materiali agli spirituali interessi vostri e soprattutto miei. Poiché Io ho loro affidato i talenti[357] vivi che siete voi, anime che ho comprate col mio Sangue, vigne e granai del Cristo Redentore, non perché li lasciassero inoperosi e incolti, ma perché consumassero se stessi nel farli fruttare e fruttificare.
   Ebbene, Maria. Lo sai quali sono i più retrivi ad accettare questo aiuto che Io do per riparare ai danni dell’inedia spirituale per cui voi cattolici morite? Sono proprio i miei sacerdoti. Le povere anime sparse nel laicato cattolico accolgono con devozione questo pane che Io spezzo alle turbe sperse nel deserto poiché ho compassione[358] di esse che vengono meno. Ma i dottori della dottrina, no.
   È logico, del resto. Come 20 secoli or sono, la mia Parola che accarezza voi, povere anime, è rimprovero a loro che vi hanno lasciato impoverire. E il rimprovero pesa sempre, anche se è giusto. Ma, ora come 20 secoli or sono, non posso che ripetere[359] loro: “Guai a voi, dottori della Legge, che avete usurpato la chiave della scienza e non siete entrati voi e avete messo impedimento a quelli che entravano”.
   Coloro che non sono entrati, perché voi avete sbarrato la via con le vostre piccinerie e scandalizzato i cuori, che guardavano a voi come maestri, perché vi hanno visti più indifferenti di essi stessi alle eterne Verità, saranno giudicati con pietà.
   Ma voi, voi che avete preferito il denaro, gli onori, i comodi, l’utile dei famigliari vostri alla missione di essere i “maestri” in nome e per continuare il Cristo docente; ma voi che siete tanto severi verso i vostri fratelli, pretendendo che diano ciò che voi non date e fruttifichino ciò che voi non avete in essi seminato, mentre siete tanto indulgenti con voi stessi; ma voi che non credete alle mie manifestazioni provocate, in fondo, da voi, poiché è per riparare alle rovine provocate da voi che vengo ad ammaestrare i cuori spersi per il mondo, e osservate che tanto più vengo quanto più i tempi si caricano di eresie, anche nell’interno della mia Chiesa; ma voi che deridete e perseguitate i miei portavoce e li insultate dando loro del “pazzo” e del­l’“ossesso”, come i vostri lontani antenati dettero a Me;[360] ma voi sarete trattati con severità.
   Purificatevi col fuoco dell’amore e della penitenza i sensi dell’anima, e udrete, vedrete, gusterete, odorerete, sentirete Me nelle parole che dico agli umili[361], e che taccio a voi superbi, perché solo chi ha cuore di pargolo entrerà nel mio Regno, e solo ai piccoli Io rivelo i segreti del Re, perché il più grande fra voi cattolici è non colui che riveste una veste d’autorità, ma colui che viene a Me con puro cuore, fidente come un bambino, amoroso come un pargolo verso la mamma che lo nutre.
   Beati i piccoli. Io li farò grandi in Cielo!»

[357] talenti… vigne e granai…, secondo le immagini di Matteo 3, 12; 13, 30; 20, 1-16; 21, 28-44; 25, 14-30.
[358] ho compassione, come in Matteo 15, 32; Marco 6, 34; 8, 2.
[359] ripetere quanto detto in Matteo 23, 13; Luca 11, 52.
[360] dettero a Me, come si narra in Matteo 9, 34; 12, 24; Marco 3, 21-22.30; Luca 11, 15; Giovanni 7, 20; 8, 48.52; 10, 20.
[361] umili… superbi…, come in Matteo 11, 25; Luca 10, 21; i segreti del Re, come in Tobia 12, 7.