MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 127


22 settembre 1943

   Dice Gesù:
   «Dal mio Vangelo esce un insegnamento per voi, umani così divisi dall’odio.
   Ieri ti ho lasciata tranquilla per darti tempo di cambiare il pensiero e lo sguardo - anche questo, sì, perché vi sono sguardi colpevoli per l’odio che li ricolma come e più di ogni parola - filtrando i movimenti del tuo cuore attraverso l’insegnamento dolcissimo di Maria.
   Le tempeste che sconvolgono un lago non si calmano di colpo e soprattutto, calmandosi, non restituiscono alle acque l’aspetto di prima immediatamente. Il torbido resta per qualche tempo a corrompere colore e limpidità delle acque, e solo quando le onde sono totalmente calmate, anche nel profondo, l’acqua si chiarifica e torna azzurra e serena come il cielo. Lo stesso è quando l’odio si precipita col suo vento di inferno in un cuore. Ci vuole del tempo perché l’anima si depuri dal suo tossico anticristiano.
   Bada, Maria, che Io comprendo che sotto certi agenti dolorosi è umano che sorga l’odio. Ma voi non siete umani soltanto. Anzi l’umanità è fase transitoria della vostra vita, mentre il sopraumano è ciò che non conosce brevità, perché dal momento in cui siete creati dal Padre voi siete e sarete sempre, in luce o in tenebre, a seconda del vostro agire sulla Terra, non fino alla fine del mondo, ma nell’eternità che non ha fine.
   La Terra! La lunga[362], dieci e dieci e dieci millenaria vita della terra cristiana, e la sette volte millenaria vita della Terra, pianeta creato dal Padre, che è nel mio tempo? Un attimo di eternità.
   Ieri ti stavi purificando e ti ho lasciata immersa in questo lavoro necessario a tutti e specie ai miei diletti, perché Io non posso sostare dove è odio. Ricordalo sempre. Fosse anche il più umanamente giusto e comprensibile degli odi. E ora parlo per te e per tutti.
   L’insegnamento di cui ti parlo e che vi dà il mio Vangelo, e che voi poco o nulla meditate, è insegnamento di alta carità. Tre sono gli episodi che ve lo dànno. Vi sono spiegati con altre forme, ma Io, in quest’ora d’odio fra le razze del mondo, ve lo spiego a modo mio: il modo che tanto vi sarebbe bisogno di meditare per uscire da questo pelago d’inferno nel quale voi avete tramutato la Terra.
   Il centurione[363] che implora per il suo servo paralizzato, la donna cananea dalla risposta che è grido di smisurata fiducia, la moglie di Ponzio Pilato. Tre gentili, tre fuori della Legge del Padre. Ma fra i figli di Abramo, ma fra i viventi nella Legge data dal Signore al suo Profeta fra le folgori del Sinai, chi aveva un cuore pari a quei tre cuori? Hanno avuto fede in Me più dei miei connazionali, hanno riconosciuto chi Io sono al lume di questa fede, e il loro credere non è rimasto senza premio.
   Ora Io voglio che questo vi faccia persuasi che in tutte le razze, in tutte le nazioni vi sono dei buoni, degli sconosciuti figli di Dio, poiché è mio figlio chi crede in Me e cerca Me con purezza di cuore. Neppure in Israele Io avevo trovato tanta fede quanta ne trovai in questi tre cuori venuti a Me senza che Io li avessi materialmente chiamati. E, come questi lontani, quanti ce ne sono fra i viventi!
   Non giudicate, figli, e non disprezzate. Amate soltanto, amate tutti; avete un unico Padre Creatore, ricordatevelo, siete perciò fratelli fra voi. Un’unica polvere[364] vi ha composto e un unico soffio vi ha animati.
   Perché allora tanto odio l’un verso l’altro? Non siate duri verso i fratelli. Guardate Gesù, il Maestro che non falla e che non ha respinto il centurione pagano e la cananea, giudicata, in Israele, una lebbrosa d’anima.
   Badate che non sia Dio che giudica voi tali, infetti come siete di ferocia, di frode, di lussuria e di superbia. Mondatevi al fuoco dell’amore. Esso è acqua lustrale che vi rende l’anima nuovamente bianca ed è tocco che apre i vostri occhi accecati, i vostri orecchi tappati, che dà vita al vostro animo paralizzato e vi rende capaci di capire ciò che il Divino Spirito dice al vostro spirito, bisognoso di tanta luce e di tanto perdono.»

[362] La lunga… Abbiamo, come sempre, riportato fedelmente il testo autografo, pur ritenendo che la scrittrice, che non era portata per i numeri, avrebbe forse do­vuto scrivere così: La lunga, due volte millenaria vita della terra cristiana, e la sette volte sette [cioè: innumerevoli volte] millenaria vita della Terra, pianeta…
[363] Il centurione, in Matteo 8, 5-13; Luca 7, 1-10; la donna cananea, in Matteo 15, 21-28; Marco 7, 24-30; la moglie di Ponzio Pilato, in Matteo 27, 19.
[364] unica polvere… unico soffio…, quelli di Genesi 2, 7.