MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 129


24 settembre 1943

   Dice Gesù:
   «Coraggio, Maria. Pensa che soffri i dolori della mia agonia. Anche Io avevo tanto male ai polmoni e al diaframma, ed ogni respiro, ogni movimento, ogni pulsazione era un dolore aggiunto al dolore. E non ero come te su un letto, ma gravato da un peso e su strade in salita. E poi sospeso, sotto al sole, con tanta febbre che mi picchiava nelle vene come fossero infiniti martelli.
   Ma non erano questi i dolori più gravi. Era l’agonia del cuore e dello spirito quella che più era tormentosa. E tormentosissima, poi, la certezza che per milioni e milioni di uomini il mio soffrire era inutile. Eppure questa certezza non ha diminuito di un atomo la mia volontà di patire per voi.
   Oh! dolce patire, Maria, perché dato per riparazione al Padre e per vostra salvezza! Sapere che quel segno che era rimasto su voi, offesa, che sarebbe stata eterna, della razza umana a Dio, veniva lavato dal mio Sangue, e che il mio morire vi ridava la Vita. Sapere che, passata l’ora della Giustizia, l’Amore vi avrebbe guardato attraverso di Me, Immolato, con amore. Tutto ciò innestava una vena di balsamo nell’oceano di un’amarezza tale che la più grande delle amarezze subite sulla Terra, da quando l’uomo è, è poco più che nulla, perché su Me pesavano le colpe di tutta una umanità e l’ira divina.
   Ho detto[370]: “Siate simili a Me, che sono mite ed umile di cuore”. L’ho detto a tutti perché sapevo che in questa mia imitazione era la chiave della vostra felicità su questa Terra e nel Cielo.
   Avete tutte le rovine che avete perché non siete miti e non siete umili. Non nelle famiglie, non nelle vostre occupazioni e professioni, non nel più vasto ambito delle Nazioni. Superbia e ira vi dominano e generano tanti vostri delitti.
   Il terzo agente di delitti è la lussuria vostra; questo vi sembra individuale, ma esso e i due primi coinvolgono molti, molti e molti individui, continenti interi, talora sconvolgono la Terra, unicamente col loro aver raggiunto la perfezione del male nell’anima di pochi figli di Satana, i quali lo ubbidiscono per empire di messi maledette i granai del padre loro.
   E in verità vi dico che ora è un momento in cui, per ordine del padre della menzogna, i suoi figli mietono fra le anime che erano create per Me e che inutilmente ho fertilizzate col mio Sangue. Messe abbondante più che ogni diabolica speranza concepisse, e i Cieli fremono per il pianto del Redentore che vede la rovina dei due terzi del mondo dei cristiani. E dire due terzi è ancora poco.
   Ho detto a tutti: “Siate miti ed umili di cuore per essere simili a Me”. Ma ai miei benedetti, amatissimi figli, ai prediletti del mio Cuore, ai miei piccoli redentori, il cui stillicidio di sacrificio continua il fluire della sorgente redentrice scaturita dal mio Corpo svenato, Io dico, e lo dico stringendoli al Cuore e baciandoli in fronte: “Siate simili a Me che fui generoso nella sofferenza per il grande amore che mi infondeva tutto”.
   Più si ama e più si è generosi, Maria. Sali. Tocca il vertice. Io ti attendo sulla cima per portarti meco nel Regno dell’Amore.»

[370] Ho detto in Matteo 11, 29.