MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 131


26 settembre 1943

   Dice Gesù:
   «Avete letto nel mio Vangelo l’avvilimento del figlio prodigo[376] che ha dilapidato nei vizi le ricchezze avute dal padre e si riduce a guardiano di porci. Ma pensate che ciò sia il massimo dell’abiezione?
   In verità vi dico che, se vi fosse concesso salire al mio cospetto col vostro corpo e le vostre vesti e uno di voi salisse, per la morte che ve lo porta, con la sua veste più lurida di porcaro che fosse caduto morente in mezzo allo stabio coperto di lordura, non farebbe tanto ribrezzo ai celesti abitatori del mio Regno e non susciterebbe il mio sdegno quanto crea tutto ciò l’apparire dell’anima di un appestato dai vizi carnali.
   Il primo avrebbe un sudiciume che perisce e che non è giudicato con rigore: frutto del suo penoso lavoro, attira anzi sul­l’onesto mandriano la benedizione divina. Il secondo è un sudiciume che non perisce: lebbra dell’anima, ha coperto questa di cancrene fetide che l’hanno corrosa senza limite nel tempo. Nei secoli dei secoli il vizioso impenitente ha la sua anima degna di Satana.
   E quando dico “vizioso” non alludo soltanto a certe forme di vizio che voi stessi giudicate tali. Le giudicate tali e le praticate lo stesso perché siete degli stolti che non sapete reagire agli stimoli del male. Non avete in voi la mia Fede. Se l’aveste, vincereste la carne. Ma non l’avete e il senso predomina sul­l’anima. Quando dico “vizioso” alludo anche ai vostri occulti peccati di senso, per cui fate del matrimonio una prostituzione e distruggete la ragione per cui esso fu creato.
   Dio non fece maschio e femmina perché raggiungessero stanchezza e nausea nei loro vizi. Li ha fatti per una altissima ragione. Quando ha detto[377]: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza e diamogli un aiuto perché non sia solo”, col suo divino Pensiero ha sottinteso che, oltre alla parte spirituale e intellettiva che vi fa somiglianti a Dio, voi foste a Lui simili nel creare altre vite. Ma lo pensate che somiglianza sublime vi ha dato Iddio? Quella di creare altre creature: creatori voi pure, o uomini e donne che vi sposate, creatori di uomini come Iddio eterno.
   Ebbene, voi che avete fatto di tale missione? Inveite contro la colpa di Eva, voi, donne, quando soffrite; maledite la colpa di Adamo, voi, uomini, quando faticate. Ma il Serpente[378] non è ancora fra voi, nell’interno delle vostre case, e non vi insegna col suo strisciante e bavoso abbraccio e sussurro l’immoralità che vi fa ripudiatori della vostra missione creativa? E non è vizio questo di aderire al senso sino alla nausea e di negarsi alla paternità e alla maternità?
   Siate continenti se temete di non avere vesti e cibi per i nascituri. La castità non è privativa dei vergini. La verginità è la superessenza della castità, ed è depositata nel cuore degli eletti[379] a seguire l’Agnello e a parlare un linguaggio concesso a loro soli. Ma se il candore dei vergini si tinge del fulgore che emanano il Verbo di Dio e la purissima Madre del Verbo, la stola dei coniugi santi che seppero esser casti s’indora della luce che emana dal più casto e buono e santo dei coniugi: il mio padre putativo, che è l’esempio di tutte le virtù coniugali.
   Siate casti nell’interno delle vostre case come fuori di esse. Pensate che nulla è nascosto a Dio. Lasciate ai figli di Satana certi delitti occulti. Non siate inferiori ai bruti che comprendono la bellezza del procreare e che sanno imporsi un freno quando la stagione avversa negherebbe nutrimento ai piccoli loro.
   Amatevi e amatemi pensando non al piccolo giorno di quaggiù, ma al giorno eterno, e fate che sia per voi di Luce piena.
   Benedetti da ora, o coniugi che sapete esser santi e vivere nella mia Legge. Al vostro focolare s’assidono gli angeli e non ricusano di vegliare sui vostri riposi, poiché nulla di voi offende questi luminosi spiriti che vedono il volto mio e, beati della sua Luce, non possono guardare ciò che è in assoluta antitesi con la Luce.
   E voi, coniugi che tali non siete, tornate nella via retta. Non è negando ad una vita di sorgere che aumenteranno le vostre ricchezze. Esse, come da crivello sfondato, fuggiranno in mille rivoli, perché altri vizi e peccati daranno l’assalto ai vostri averi e sarete poveri nel mondo e in Cielo per colpa vostra.
   Ricordate i miei comandamenti e le mie parole. A chi vive in Dio, Dio provvede.»

[376] figlio prodigo, la cui parabola è stata ricordata il 7 e 17 settembre.
[377] ha detto in Genesi 1, 26-27; 2, 18.
[378] il Serpente, figura del tentatore in Genesi 3, dove sono narrate la colpa di Eva e di Adamo e la conseguente condanna, per loro, del soffrire e del faticare.
[379] eletti di cui si parla in Apocalisse 14, 4.