MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 151


19 ottobre 1943

   Dice Gesù:
   «Ed ora, anima mia, ora che siamo alla fine del Cantico, ti insegno le ultime astuzie della scienza d’amore.
   Sii pura, poiché più del giglio e della neve è puro il tuo Diletto, e la sposa deve vestire le stesse vesti del suo Signore ed avere in pregio ciò che Egli pregia. La Luce si avvicina, Maria. Leva anche le sfumature delle ombre della carne per essere tu pure tutta luce per l’ora in cui verrò e la Luce: Gesù, ti stringerà al cuore per portarti nella sua dimora, dove non saranno più le separazioni imposte dall’essere su questa Terra.
   Aumenta sempre più la tua bellezza poiché le nozze sono vicine. Cingiti dei monili degli ultimi sacrifici, cìngitene con gioia perché ti sono stati dati da Chi ti ama di amore eterno.
   Accenditi del fulgore dell’amore per dare vivezza al tuo spirituale aspetto. Una sposa fredda, anche soltanto tiepida, non è una sposa. Io ti voglio ardente di totale amore.
   Sii intrepida contro tutte le forze del Nemico che tenta conturbarti per infernale invidia. Inutilmente lancerà contro a te le sue demoniache quadrighe. Sinché resti fedele, quattro e quattro e dieci volte quattro demoni saranno meno che filo d’erba sotto al tuo piede che varca gli ultimi passi per valicare quanto ancora ti separa dalla dimora del tuo amore.
   Nulla ti turbi. Tu procedi appoggiata a Me. Rèstavi fino alla fine, e il tuo passaggio sarà dolce e luminoso come l’uscita da cammino semioscuro e difficile ed entrata su un prato fiorito e pieno di sole e di canti d’uccelli. E invero, per chi amando ha meritato il possesso del Cielo, la morte non è che entrata nella Bellezza eterna e nella Gioia eterna.
   E poiché in passato non fosti senza colpe, cancella anche il ricordo di quelle ombre con il mezzo che ti ho insegnato.[461] Con un sempre più vivo amore. Vivi unicamente per Me, di Me, con Me. Fa’ che il Padre, guardandoti, ti veda tanto fusa a Me da non poterti scindere dal Figlio suo. La mia Carità ti copra come mantello nuziale sotto il quale celo gli strappi della tua veste.
   Guai se vi presentate soli alla Giustizia. Per quanto possiate esser buoni, qualche rovina è sempre su voi. Ma se vi presentate con Me al Padre, il fulgore del Figlio innimba talmente la vostra anima che la fa bella, ed il mio fulgore non è mai tanto vivo come quando posso presentare al Padre uno spirito che mi ama e che non ha reso, per sé, inutile il mio Sacrificio di Redentore. La Giustizia del Padre non ha cuore di addolorare il Figlio, Salvatore di un nuovo cittadino della Gerusalemme santa, e con una benedizione annulla il debito di quello spirito e gli apre il Cielo.
   Fuggi le distrazioni della Terra, ìsolati con Me. Quando si sta per entrare a dimorare in paese straniero si impara l’idioma di esso per non essere incapaci di vivere in esso, almeno i primi rudimenti di quell’idioma si cerca di apprendere, ed è imprudente colui che va senza saperne neppure una parola. Molto faticherà nei primi tempi.
   Nella dimora eterna la Sapienza vi rende istruiti al primo istante, è vero. Ma vedi, anima mia, gli ultimi tempi della Terra sono preparazione al Cielo. Quando la mia Bontà dà tutti i segnali e tutto il tempo per prepararsi alla Vita, quando non per opera soltanto di Misericordia mia, ma anche di volere umano, vi è dato modo di provvedere agli ultimi apparecchi al vostro venire alla Vita, allora beato colui che vi si prepara con cura che non è mai eccessiva.
   Se metteste questa cura, voi tutti che l’età o la lunga malattia, o la spietata contingenza delle guerre, mettono in quasi certa sorte di morire, non vi sarebbero tante penose soste nel Purgatorio. Compireste la vostra metamorfosi in Me con l’amore per Me, con un vero pentimento d’aver addolorato Me, con vera generosità, con vera rassegnazione, con tutte le virtù praticate con buona volontà, e non avreste a compiere tale lavoro che fa dell’uomo, impasto di carne e sangue in cui poco ha regnato lo spirito, uno spirito che ha conosciuto la vera Verità, ossia che Dio è l’unica Cosa che meriti tutti i moti dell’essere.
   Tu hai tutto il tempo per prepararti alla Dimora. Ricorda[462] che se molto è perdonato a chi molto amò, molto è anche richiesto a chi molto è stato dato. E pochi mortali hanno avuto quanto Dio ti ha dato con un amore di predilezione.
   Nulla ti pesi, nulla ti ripugni, nulla sia lasciato da te inoperoso per compiere le ultime rifiniture del tuo abito nuziale. Se sempre più faticoso è il cammino, pensa al tuo Gesù che pure trovò tanto penoso l’ultimo sentiero che portava al Golgota. Ogni vittima è un piccolo redentore: di se stesso e dei fratelli. E le vie della redenzione non sono placidi sentieri fioriti: sono erte sassose, sparse di rovi, che si percorrono con una croce sulle spalle, la febbre nelle vene, il languore nella carne morente, il sapore del sangue nella bocca riarsa, le spine sul capo e la prospettiva della ultima tortura in cuore.
   La redenzione si compie sulla cima. Ed ha per ultima pompa al rito propiziatorio le gemme dei tre chiodi, lo strappo dalle ultime dolcezze di affetti, la solitudine fra Cielo e Terra, l’oscurità, non solo dell’atmosfera ma del cuore. Dopo viene il sole a baciare l’immolato. Ma prima sono tenebre e dolore.
   Stammi unita, stammi unita. Più viene l’ora e più stammi unita. Non c’è che Gesù che aiuti e non c’è che Gesù che istruisca, poiché quella esperienza l’ha vissuta, che istruisca a soffrire il martirio d’amore.
   Ma come, prima di subirlo, Io dovetti crescere alla vita e per primo cibo nutrirmi del latte di mia Madre e poi dell’alimento preparato dalle sue mani sante, così ogni piccolo redentore deve vivere in Maria per formarsi ad essere un Cristo. Gesù è forza dell’anima vostra. Maria è dolcezza. Prima di bere l’aceto e il fiele occorre bere il vino drogato. E questo ve lo dà il sorriso rincuorante di Maria. Balsamo che m’ha fatto felice in Terra, balsamo che mi fa felice in Paradiso, e con Dio fa felice tutto il Paradiso, il sorriso materno della Madre mia è stella nella vita e stella nella morte. È stella soprattutto nel dolore dell’immolazione.
   Io l’ho guardato quell’eroico sorriso straziato della Madre mia, unico conforto, infinito conforto che saliva verso il mio patibolo. L’ho guardato per non permettere alla disperazione di accostarsi a Me. Guardalo tu pure, sempre. Guardatelo, o voi, uomini che soffrite. Il sorriso di Maria mette in fuga il demonio della disperazione.
   Vivete uniti a Maria di cui siete figli come Io lo sono. Vivi sul cuore di Maria, anima che voglio portare al Cielo. Le mani di questa Madre che non delude i figli suoi sono piene di carezze per te. Le sue braccia ti stringono al seno che m’ha portato e la sua bocca ti dice le parole che hanno confortato Me.
   Perché nelle ultime soste sulla Terra tu non ti abbia a smarrire, ti chiudo nella dimora di Maria. Là il turbamento non entra perché è la Madre della Pace. Là non entra il Nemico perché Ella è la Vittoriosa.
   Ti insegni Maria le supreme fiamme della Carità, Ella che della Carità è la Figlia, la Madre, la Sposa.
   Taglia tutti i ponti fra te e il mondo. Vivi in Gesù e Maria. Ricorda che, anche se l’uomo avesse dato tutti i suoi beni per possedere l’amore, ciò sarebbe un nulla, perché l’Amore è tal cosa che rispetto a Dio - Amore dell’anima vostra, scopo vero della vostra vita - tutto perde valore. Possedere l’Amore è l’unica cosa che conti. E l’Amore si possiede quando per Lui si sa rinunciare a tutto quanto si ha.
   Dopo verrà la pace, Maria. Ora è lotta. Ma per chi ama è lotta con coronamento di vittoria.
   Presto verrò a cambiare la tua corona di spine con altra di gioia. Persevera.
   Metti il mio sigillo[463] ad ogni palpito, ad ogni lavoro. Incidilo con le lacrime nelle fibre del tuo cuore. Io sono Quello che salvo ed amo.»

[461] ti ho insegnato, per esempio il 17 ottobre.
[462] Ricorda quanto è detto in Luca 7, 47 e in Luca 12, 48.
[463] Metti il mio sigillo, come è detto in Cantico dei cantici 8, 6.