MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 152


20 ottobre 1943

   Dice Gesù:
   «L’episodio[464] della donna curvata, guarita in giorno di sabato, è proprio il tuo.
   L’umanità tua e degli altri ti avevano curvata.
   Eri tanto diritta prima, piccola anima che camminavi nella mia Via, sospinta da una forza d’amore per il tuo Gesù di cui avevi capito la maestà di Martire più di ogni altra cosa, e che volevi essere simile a Lui nel martirio perché l’Amore ti aveva rivelato che il martirio è amore professato, confessato, compiuto alla perfezione.
   Dopo ti eri curvata. Avevi inclinato verso la terra la tua anima che prima guardava soltanto il Cielo. Le sollecitudini e gli affetti umani si erano sostituiti alle sollecitudini spirituali nelle quali solo ti preoccupavi degli interessi di Dio e, per conseguenza, anche senza volerlo fare deliberatamente, degli interessi della tua anima. Gli affetti umani presero il posto dell’a­mo­re per Me.
   Queste sollecitudini e questi affetti, ben più schiaccianti della mia Croce - perché, se la croce è peso, è anche appoggio e innalzamento - ti avevano “curvata”. E sul tuo lasciarti curvare da motivi umani aveva lavorato l’Insidiatore delle anime, il quale approfitta delle debolezze vostre per fare di esse mezzi di peccato.
   E hai peccato, sai? Sì, hai peccato dandomi tanto dolore. La mia Conoscenza sapeva che era fase transitoria, ma non avrei voluto che quella fase tu la vivessi. Ti allontanava tanto dalla mia Via e tanto dal Cielo.
   Amami molto, Maria, perché la mia Misericordia per te ha operato prodigi. Ti ho contesa al Male con amore di Padre, opera di Medico e con pazienza di Dio. Mi hai sentito, infine, e ti sei volta a Me. Eri già sulla mia Via e volevi seguirmi e amarmi. Ma eri curvata.
   Il tuo spirito non riusciva a liberarsi da tutti i postumi delle tue malattie spirituali e dalle tendenze della carne. Eri sta­ta per troppo tempo oppressa e irritata da troppe cose e, veramente, l’altra umanità che ti circondava non era certo coefficiente di una resurrezione totale. Ma anzi annullava i tuoi progressi dello spirito e paralizzava i tuoi sforzi per risorgere totalmente col suo modo di agire. Questa è la tua unica scusante.
   Ma anche di questa situazione voglio che tu te ne faccia un motivo di amore per Me e di amore per il tuo prossimo che ti ha così ostacolata. Qualunque prossimo, ricordalo. Se chi ti ha fatto piangere e ti ha strappato le nuove penne che l’amore, ormai conosciuto e praticato, ti dava per volare a Me, avesse avuto, durante tutta la vita, quanto Io ti ho dato di amore di predilezione, pensa che sarebbe stato migliore di te. Questo è il pensiero che ho avuto presente nel giudicare quegli spiriti ottusi, e questo deve essere il pensiero che tu devi avere per perdonarli totalmente e amarli totalmente.
   Quando ti ho giudicata sufficientemente punita della tua diserzione, quando ho pensato che l’avresti espiata, ti ho raddrizzata, anima mia. Sapevo che il dolore stava per abbattersi su te, e col dolore la solitudine. Non sono chiamato “Misericordia” per nulla. Sono Misericordia. E sono venuto per esserti Parentela, Amicizia, Gioia, Tutto. Ma prima ti ho “liberata” dagli ultimi legami che ti intralciavano ancora.
   I “capi delle sinagoghe” - ce ne sono anche ora e sono dati da coloro che vedono[465] come travi i fuscelli altrui e non vedono la loro trave; da coloro che si credono lecito analizzare, sindacare, criticare l’opera di Dio - se conoscessero il momento e la causa che ho scelto per operare il miracolo, ne rimarrebbero scandalizzati.
   Ma che? Non sono forse Io padrone di operare come e quando mi piace? E se del tuo nulla oscurato ho voluto fare una forza luminosa e operante, se di te, miseria, ho voluto fare una ricchezza, non mi è lecito forse? E se ho giudicato che bastava la tua prova, ed ora la tua costanza, la tua fiducia, il tuo pentimento, il tuo amore meritavano il premio del mio aiuto e del mio amore, vi può essere qualcuno che critica l’opera mia?
   Amo servirmi delle nullità, che l’amore e l’umiltà rendono care al mio Cuore, per far risplendere la mia Potenza. Se prendessi unicamente i “perfetti”, come potrebbero i poveri uomini avere speranza di entrare nel Cielo?
   Prendo i deboli, i peccatori che sanno solo aver fiducia, speranza, affetto per Me - non dico “amore”, perché se amassero non sarebbero deboli e peccatori - prendo questi figli, che nelle loro imperfezioni mescolano vene di perfezione, e ne faccio le luci e i maestri dei loro poveri fratelli più deboli e peccatori di loro. Li accendo d’amore, li rendo affamati di sacrificio, ne accetto l’offerta. Giunti allo stato di “vittime”, li consacro alla loro missione.
   Tutti i giorni sono “sabato” per Me. Perché in tutti i giorni voi siete sempre insufficienti, se osservati dalla Perfezione, ma anche in tutti i giorni Io reputo opportuno dire: “Basta” a ciò che vi curva ed immettere l’anima che ho scelto al mio servizio.
   Abbi sempre presente il tuo passato e il mio operare. Il primo ti servirà per tenerti umile e a lavarti sempre più col pentimento. Il secondo ad accenderti sempre più d’amore.
   Vivi di speranza nel tuo Gesù. Se tanto ti ho amata non sarò per te severo.
   Vivi di costanza. Solo la tua volontà potrebbe staccarti da Me e ripiombarti nel buio.
   Vivi di umiltà. Mi comunico alle anime umili.
   Vivi di amore. Più mi amerai e più mi comprenderai esattamente.
   Vivi con la pace nel cuore. Io te la do per tuo conforto.»

[464] L’episodio, riferito in Luca 13, 10-17.
[465] vedono…, come è detto in Matteo 7, 3-5; Luca 6, 41-42.