MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 323


24 maggio 1944

   Dice Gesù:
   «Scrivi. Io, dice il Signore Uno e Trino, conoscendo gli uomini tanto facili a dimenticare leggi e benefizi, ho sostituito ad una Legge e ad un Patto, scritti e conservati in cose morte: la pietra e il legno – sempre legno anche se coperto d’oro – una Legge e un Patto scritti su una Carne con un Sangue che son divini e conservati, sempre vivi, come quando servirono per l’Alleanza col Cielo, in un tabernacolo che nella sua piccolezza è immenso quanto il Cielo, poiché lo contiene tutto, e nella sua innumerabilità, che fiorisce in ogni angolo della Terra, dà testimonianza della onnipresenza di Dio.
   Ma tanta previdente bontà non ha valso a fare dei “miei tutt’altro che figli” dei figli fedeli. Sempre più siete divenuti la razza prava e perversa di cui canta Mosé317.
   Nessuno che non sia obbligato a questo, per studio o per missione sacerdotale, legge e medita adesso quel cantico. Male fate. Dovreste leggerlo e meditarlo e, battendovi il petto, dire: “Questo popolo insensato, questo popolo senza riconoscenza, che dopo aver ricevuto i benefizi di Dio ha recalcitrato come mulo protervo e ha abbandonato il suo Signore, questo popolo che si è permesso, e continua a farlo, di provocare il suo Dio, al culto del quale sostituì culti idolatri e sacrileghi, adorando Satana nelle sue diverse manifestazioni, siamo noi. Perciò l’Eterno ci ha puniti. E sempre ci punirà sinché il numero dei buoni non sarà almeno a pari con quello dei malvagi”.
   Né, creature ribelli, dovete terminare il vostro pensiero dicendo: “Orbene, attenderò che gli altri divengano buoni e predicherò che lo divengano”. No. Ognuno, senza curarsi del vicino, cerchi di suo di divenire buono come Dio vuole. Poi, quando lo sarà divenuto, parli, nel nome di Dio, per esortare altri ad essere buoni. Ma prima purifichi se stesso nel dolore e nell’amore.
   Ognuno si faccia ostia a Dio. La Terra, contaminato altare, ha bisogno di esser risantificata prima di poter tornare altare caro al Signore.
   Il dolore sia l’olocausto per il peccato, l’amore l’olocausto per il sacrifizio pacifico. Ma l’amore nasca primo in voi. Senza di esso non potreste avere Me, che son l’Amore eterno, il Suscitatore di ogni soprannaturale azione o pensiero. L’amore vi spingerà verso la contrizione, la contrizione vi renderà Dio, e riuniti a Lui potrete offrire voi stessi con tutta l’anima, la mente, il cuore, le forze, secondo la Legge318, a Colui che va amato al disopra di ogni cosa e senza limite di misura.
   Sono l’Amore che parla. Sono l’Amore che benedice. Sono Io che benedico te.»
   Ed io ti benedico, o Amore, perché versi su me la tua luce che è la Luce della Luce, la più esilarante, beatifica Luce, e mi pacifichi ogni mio gran dolore in una gioia che non vi è parola umana atta a descriverla.

[317] di cui canta Mosè in Deuteronomio 32, 1-43 (in particolare 32, 20).
[318] secondo la Legge espressa in Deuteronomio 6, 4-5.