MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 352


4 luglio 1944

   Oggi nessun dettato, non per assenza della Voce ma per incapacità mia di riceverla. Troppo turbata, quasi delirante, con crisi uguali a quelle degli infausti giorni di Viareggio, non sono in grado di intendere. Troppa tempesta! Non ce ne sta più nel mio povero cuore e nel mio povero capo. Più ce ne sta! Signore, pietà! Tu hai avuto un’agonia nel Getsemani… a me quante ne dài? Quante sono le anime disperate che devono ritrovare la pace attraverso al mio tormento?
   A colmo di tortura, oggi dalle 16 alle 17 ho dovuto sostenere un’aspra tentazione. Il Tentatore mi voleva persuadere a simulare per uno scopo umano. Mi diceva: “Scrivi con le parole tue, ormai puoi, con un poco di studio, imitare lo stile del Maestro; scrivi ciò che può esserti utile per mettere in imbarazzo e peggio chi ti ha dato dolore. Egli è un credulone e ci casca subito”.
   “No” ho risposto. “Mai userò la menzogna né per altre cose né per questa. Anche contro mio utile, io scrivo soltanto ciò che ricevo dalle varie ‘voci’ e non altro. Nulla di mio. Va’ indietro!”.
   È stata una lotta lunga… Sudavo come fossi stata in un forno. Ho vinto. Ma il demonio si è vendicato acutizzandomi tutte le nostalgie, le paure, gli sconforti…
   Chi le conosce queste lotte? Se la ragione e la vita dureranno e ci rivedremo, le dirò meglio. Ora non dico di più, perché sono spezzata dalla crisi di stamane e dalla lotta di oggi.