MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 355


7 luglio 1944

   Dice Gesù:
   «Sì, ti ho concesso un fiore perché sei “ancora” una donna. E quello che soffri nella tua sensibilità di donna, che non è capita, mi fa pietà.
   Ma Io voglio che tu sia di Me soltanto. Tu non sei ancora tanto generosa da saper spezzare tutti i legami della Terra, da far sordo il tuo cuore alle voci della Terra per legarti a Me solo, per udire Me solo. E allora Io spezzo. Ti faccio vedere la miseria delle affezioni umane e te la faccio paragonare alla mia [affezione]. Sono stagnola rispetto a foglio d’oro zecchino, anzi a blocco d’oro zecchino. Sono frantumi di vetro rispetto a brillante purissimo. E ti vuoi indugiare a rimirarli e a rimpiangerli? O bambina! Ma procedi, libera e lieta della libertà e letizia dei benedetti!
   Vi è una frase439 che voi, da Me scelti, meditate troppo poco. È dell’apostolo Paolo. Dice: “Quando a Colui che mi segregò fin dal seno di mia madre e mi ha chiamato per sua grazia piacque di rivelare in me il suo Figliuolo… io subito senza dar retta alla carne e al sangue…”. Dopo è tornato Paolo fra le genti. Ma ormai, per ubbidienza a Dio, aveva terminato la “segregazione” iniziata da Dio col porre in disparte carne e sangue per darsi tutto all’Amore vero.
   Siete tutti dei “segregati”, voi, i miei scelti a particolare missione. Te ne ho già parlato440 giorni or sono (27-6). “Esci dal tuo paese e dal tuo parentado”.
   Fra l’anima vocata e il resto del mondo si eleva un impalpabile muro, più tenace di quello d’una fortezza. Voi divenite stranieri agli altri, rimanendo fratelli a loro, perché voi con le lacrime della vostra evangelica solitudine lavorate per il loro bene. Voi no, voi non li ripudiate. Anzi li amate di perfetto amore poiché non la carne, né il sangue, né l’utile, né l’affetto hanno peso nel vostro amore, ma solo quella carità che viene da Dio e che fa fratelli amici e nemici, parenti e sconosciuti, buoni e malvagi, perché non i loro volti e i loro cuori voi guardate, ma il volto santo di Dio, Padre di tutti i creati, e il cuore mio, amante di tutti gli uomini.
   Passa oltre, passa oltre. L’ultimo tratto di via è il più erto. Occorre esser liberi da ogni peso per salirlo. Ma ad ogni passo si dilata l’orizzonte e si fa più prossimo il sole.
   Vieni, vieni. Guarda Me solo. Guarda questa Dimora, questa Patria. Non le piccole e mutevoli dimore e patrie della Terra. Questa eterna tua Casa. Questa eterna tua Patria. Questo eterno tuo Amore. Io, Io, Io: Amore.»

[439] frase, che è in Galati 1, 15-16.
[440] ne ho già parlato, il 27 giugno commentando Atti 7, 2-3, che riprende il comando espresso in Genesi 12, 1.