MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 398


12 settembre 1944

   Dice Gesù:
   «La finale della visione587 potrebbe essere il dettato dato per tutti. Perché ora, come 20 secoli or sono, Io dico a tutti quelle parole. Ma troppi sono i farisei che non vogliono accoglierle.
   Il mondo va verso la sua pace. Che non è la mia pace. Perché la mia è pace di santità e giustizia. Quella del mondo di sopruso e corruzione. Orrendo, vero?, quello che è accaduto e accade.
   Vi richiamo ai miei primi dettati. Ho sempre detto588 che questa non era guerra di popoli. Ma di Satana contro Dio. Una delle guerre preparatrici all’avvento dell’Anticristo, di cui ora sono i precursori. Ho sempre detto che Satana muoveva guerra agli spiriti attraverso gli orrori inflitti ai corpi e che molti avrebbero ceduto perché gli spiriti degli uomini, non più nutriti di grazia e fede, sono debolissimi contro il male. Ho detto che i miei angeli, per il sacrificio dei buoni, avrebbero lottato per impedire una falciata generale, da parte dei demoni, nella razza umana.
   Ho detto, nel caso particolare degli italiani, che se non avessero saputo usare con rettezza della prima grazia e, dopo aver adorato come dio uno men che idolo e averlo servito con un servilismo da bruti, fossero passati ad usare i suoi stessi metodi crudeli, sarebbe scesa la punizione. Perché una grazia merita da parte dell’uomo uno sforzo verso la bontà e non verso la nequizia. E voi avete goduto, maledetto, odiato, siete divenuti dei Giuda del vostro piccolo maestro e dei suoi più intimi. Ieri, solo ieri proni come schiavi, oggi già a pugni tesi e maledicenti e ad unghie rapaci per carpire quello che ieri vi doleva vedere in possesso d’altri. Ho detto che questa punizione sarebbe stata conoscere l’orrore in tutto il paese. Un orrore che a pensarlo fra voi l’avreste creduto incubo di febbre. Lo vedete se era vero? Ma vi correggerete?
   I farisei, gli scribi, i sadducei del mio tempo toccavano con mano il frutto dei loro ripetuti peccati. Israele avvilito, perseguitato, dominato, disperso, parlava con voce di pianto dicendo: “Ecco la punizione per non esser più veri figli di Dio”. Eppure nessuno dei dirigenti, rarissimo almeno alcuno fra i dirigenti, che si convertisse a Me. Inviti e rampogne, dolcezza e severità, condiscendenza e intransigenza, sorrisi e mestizia, prontezza nel fare miracolo o insensibilità davanti ad un loro desiderio di miracolo, tutto ho usato per scuoterli e persuaderli. Non ho ottenuto che un loro più profondo, un loro completo mercimonio con Satana sino a giungere a calpestare i profeti, negandomi d’essere il Cristo come i fatti dicevano confermando le profezie, ed a uccidere il Cristo, il Verbo di Dio.
   Ora succede la stessa cosa. Nel grande, nel piccolo, socialmente o individualmente, il 90% vive come i farisei di allora e agisce con gli stessi sistemi. Interesse, superbia, durezza di cuore, lussuria, avarizia, gola, tutti gli egoismi, sono le basi della vostra vita e il codice delle vostre azioni. Non inorridite sulla durezza d’Ismaele589. Fate lo stesso voi pure con chi non vi serve più. La Carità e la carità sono morte in voi. Non amate che voi stessi.
   Ma ora Io dico: la Carità, che non volete, si riversa proprio su quelli che voi sprezzate, abbandonate, deridete dopo averli, magari, sfruttati. Sono quelli che non vivono che per la Carità e, amando Dio più di loro stessi, amano voi più di se stessi. Vi amano come ama Dio, sovvenendovi nell’anima e nella materia. Voi non sapete nulla, non capite nulla, non vi chiedete nulla. Ma Dio sa, vede, comprende senza chiedere. Sa perché ancora su voi è della superna pietà. Per essi, questi caritatevoli che mi amano e vi amano, e dell’amore fanno lo scopo della loro vita. Non per voi come voi. Ma per fare cosa a Me gradita.
   Lo sapete voi quante lacrime, quanti dolori, quante penitenze, quanti sacrifici sono il prezzo del vostro esistere? Credete d’aver la vita per la madre che vi ha generato e per il padre che vi ha dato il pane. Sì. Se vi calcolate alla misura dei bruti, per essi avete vita. Ma la Vita, la vera Vita, vi dura, per darvi tempo di convertirvi, per opera di questi. E molti di voi non muoiono in eterno perché questi eroi a voi sconosciuti, mettendosi fra voi e Dio, a braccia alzate, stornano i castighi divini e vi trasfondono un poco di quel sangue spirituale, in voi svenati dalle malattie morali, che circola nel gran Corpo mistico e che è sangue di grazia. Ma è attraverso il crivello del loro io sacrificato che filtra questo bene a voi malvagi.
   Un dettato severo. Me ne duole per il mio piccolo Giovanni. Ma lo conforto con una carezza. Questa: quand’anche tutti ti abbandonassero Io ti resterò. Quand’anche tutti ti dimenticassero Io ti ricorderò. Quand’anche tutti ti odiassero Io ti amerò. Lo vedi come ti sovvengo anche materialmente con forze fisiche quando ne è il momento? Tu sei nelle mie mani, strumento amato e prezioso. Non aver paura.
   Vivi nella e per la tua missione. Fa’ come quei bambini ai quali è dato un giocattolo che mostra vedute meravigliose se si tengono gli occhi fissi alle lenti, ma che non è più che una scatola nera se si stacca lo sguardo. Tu sta’ con l’occhio fisso in Me e nella tua missione. Il mondo ti è intorno. Intorno deve stare. Ma dentro a te no. Dentro c’è il mio mondo. Da’ al mondo, al povero mondo ignorante e cieco, le lezioni e le luci che ti vengono dal mio mondo. Se tu potessi vedere quanto Cielo è intorno al tuo lavoro!…
   Ah! come sarai felice quando ti accorgerai di esser nel mio mondo per sempre, e d’esservi venuta, dal povero mondo, senza neppure essertene accorta, passando da una visione alla realtà, come un piccolo che sogna la mamma e che si sveglia con la mamma che lo stringe al cuore. Così Io farò con te.590
   Sii buona, paziente, caritatevole, e non temere. Ti do la mia pace, te la do a fiumi, oggi591, Nome di Maria, e sia il dono di grazia al piccolo Giovanni.»

[587] visione, quella del giorno precedente, che è il capitolo 335 dell’opera maggiore.
[588] Ho sempre detto, come già ricordato il 16 maggio.
[589] Ismaele, il fariseo protagonista della “visione” cui si accenna all’inizio.
[590] Così Io farò con te. A questa promessa si suole far collegare il misterioso isolamento psichico che caratterizzò gli ultimi anni di vita della scrittrice.
[591] oggi, 12 settembre, festa liturgica del Nome di Maria.