MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 390


21 agosto 1944

   [Precedono i brani 2-7 del capitolo 298 dell’opera L’EVANGELO]

   Dice Gesù:
   «Quando Io ti svelo episodi sconosciuti della mia vita pubblica, sento già il coro dei dottori difficili dire: “Ma questo fatto non è nominato nei Vangeli. Come può dire costei: ‘io ho visto questo’?”. A costoro rispondo con parole572 dei Vangeli.
   “E Gesù andava per tutte le città e i villaggi insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il Vangelo del Regno e sanando tutti i languori e le malattie”, dice Matteo.
   E ancora: “Andate a riferire a Giovanni ciò che vedete e udite: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella”.
   E ancora: “Guai a te, Corazaim, guai a te, Betsaida, ché, se in Tiro e Sidone fossero avvenuti i miracoli fatti in mezzo a voi, già da gran tempo in cilicio e cenere avrebbero fatto penitenza… E tu, Cafarnao, sarai forse esaltata fino al cielo? Tu scenderai sino all’inferno, ché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli operati in te, forse sussisterebbe ancora”.
   E Marco: “…e lo seguì molta folla dalla Galilea, dalla Giudea, da Gerusalemme, dall’Idumea e d’oltre Giordano. Anche dalle vicinanze di Tiro e di Sidone molta gente, udite le cose che faceva, venne a Lui…”.
   E Luca: “Gesù andava per città e villaggi predicando e annunciando la Buona Novella e il Regno di Dio, e con Lui erano i dodici e alcune donne che erano state liberate da spiriti maligni e da infermità”.
   E il mio Giovanni: “Dopo questo, Gesù andò al di là del mare di Galilea e lo seguiva gran folla perché vedeva i prodigi da Lui operati sugli infermi”.
   E poiché Giovanni fu presente a tutti i prodigi, quale che ne fosse la loro natura, che Io ho compiuto in tre anni, il prediletto mi dà questa testimonianza illimitata: “Questo è quel discepolo che ha visto tali cose e le ha scritte. Sappiamo che la sua testimonianza è vera. Ci sono poi altre cose fatte da Gesù, le quali, se fossero scritte ad una ad una, credo che il mondo non potrebbe contenere i libri che si dovrebbero scrivere”.
   E allora? Che dicono ora i dottori del cavillo?
   Se la mia Bontà, per sollevare una mia amante che porta la mia croce per voi – me l’ha tolta dalle spalle e se l’è imposta perché mi ama al punto di voler morire ma di non sapermi afflitto – se la mia Bontà, per svegliarvi dal letargo in cui morite, rende noti episodi del suo ministero, vorreste farne ad essa Bontà un rimprovero?
   Veramente che non lo meritate questo dono e questo sforzo del vostro Salvatore per trarvi dal miasma in cui asfissiate. Ma, poi che ve lo dono, accettatelo e sorgete. Sono note nuove nel coro che cantano i miei Vangeli. Almeno servissero a ridestarvi l’attenzione che ormai è e resta inerte davanti ai noti episodi dei Vangeli che, oltre tutto, leggete così male e con l’animo assente.
   Non vorrete già pensare che in tre anni Io abbia fatto i pochi miracoli narrati? Non vorrete pensare che siano state le poche donne nominate quelle guarite, né i pochi prodigi nominati i soli compiuti. Ma se l’ombra di Pietro serviva a sanare573, che avrà fatto la mia ombra? Che il mio alito? Che il mio sguardo? Ricordatevi l’emorroissa574: “Se riesco a sfiorare il lembo della sua veste io sono guarita”. E fu così.
   Potenza di miracolo emanava da Me, continuamente. Ero venuto per portare a Dio e per aprire le dighe dell’Amore, chiuse dal giorno del peccato. Secoli di amore si espandevano come flutti sul piccolo mondo di Palestina. Tutto l’amore di Dio per l’uomo che finalmente poteva espandersi come anelava per redimere gli uomini prima con l’Amore che col Sangue.
   Mi dite forse: “Ma perché a costei che è tanto miserabile cosa?”. Vi risponderò quando costei, che voi sprezzate e che Io amo, sarà meno sfinita. Meritereste il silenzio575 che ho avuto per Erode. Ma è il mio tentativo di redimervi, voi che l’orgoglio rende i più difficili a persuadere.»

[572] parole che, seguendo l’ordine in cui vengono citate, sono in: Matteo 4, 23; 9, 35; Matteo 11, 4-5 (Luca 7, 22); Matteo 11, 21-23 (Luca 10, 13-15); Marco 3, 7-8; Luca 8, 1-2; Giovanni 6, 1-2; Giovanni 21, 24-25.
[573] serviva a sanare, come si narra in Atti 5, 15.
[574] emorroissa, di cui si narra in Matteo 9, 20-22; Marco 5, 25-34; Luca 8, 43-48.
[575] il silenzio che è attestato in Luca 23, 9.