MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 395


3 settembre 1944

   Che notte d’inferno! Pareva proprio che i demoni fossero a spasso sulla Terra. Cannonate, tuoni, lampi, pericolo, paura, sofferenza per esser su un letto non mio, e in mezzo, come un fiore tutto bianco e soave fra vampe e triboli, la presenza di Maria, un poco più adulta che non nella visione di ieri, ma sempre giovinetta, con le sue trecce bionde sulle spalle, il suo abito bianco e il suo mite, raccolto sorriso: un sorriso interno, volto al mistero glorioso che Ella ha raccolto in cuore.
   Passo la notte confrontando il suo aspetto soave con la ferocia che è nel mondo e ripensando le sue parole di ieri mattina, canto di carità viva, con l’odio che si sbrana…
   Stamane ecco che, tornata nel silenzio della mia stanza, assisto a questa scena.

   [Segue il capitolo 11 dell’opera L’EVANGELO, che comprende il brano riportato qui sopra. Seguono ancora, con date del 4, 5 e 6 settembre, i capitoli da 12 a15 della stessa opera]