MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 416


15 ottobre 1944

   Mi ha detto Gesù mentre ricevevo la S. Comunione:
   «Voglio che tutti i dettati e visioni che Io ti concedo appartengano all’Ordine dei Servi di Maria. Voglio che l’Ordine ne usi per suo bene e per la predicazione. Voglio che tu sia difesa e protetta e aiutata dall’Ordine. Da sola rimarresti soverchiata, perché troppi sono i derisori, i calunniatori, gli odiatori. Non per nulla ho predisposto che tu avessi contatti con questo Ordine, che tu schivavi, e che ti fosse quasi imposto l’appartenervi.
   La natura e missione dell’Ordine dei Servi di Maria sono conformi alla natura e alla missione tua e nella quale ti ho voluta. Tu eri, e non lo sapevi, già figlia dell’Addolorata, e perciò prescelta a conoscerne i tormenti, sin da quando, bambina, piangevi su Me trafitto e morto628. Io così ti ho formata perché a questo ti avevo destinata. Non faccio nulla senza scopo.
   L’altro Ordine da te scelto non è aperto ad accogliere il dono di Dio. Dovrebbe esserlo perché ha avuto fra le sue file santi e sante che sono campioni di manifestazioni soprannaturali. Ma il razionalismo spegne in esso troppe luci. Troppa scienza dove Francesco mio voleva solo amore, e amore al Dio Crocifisso.
   Ripeto perciò che voglio tu sia luce che si riversa nell’Ordine dei Servi di mia Madre e che esso Ordine ti sia dato a tua tutela.
   E per togliere ogni dubbio sulle parole che dico, specifico: ciò che è destinato a parenti e a Marta resti ad essi con l’obbligo morale e spirituale di usarne unicamente per sé, senza prestarlo a chicchessia neppure per un’ora. Qualora succeda in loro stanchezza o dubbio, distruggano col fuoco quanto hanno, e così lascino scritto sia fatto alla loro morte, ma non cedano a nessuno le copie.629 Questo per le copie. L’originale è e sarà sempre di appartenenza all’Ordine dei Servi di Maria se essi se ne curano come di dono mio.
   Questo voglio Io, Padrone e Elargitore del dono.»
   [Segue il capitolo 50 dell’opera L’EVANGELO]
   A tarda sera ho questa vista che mi consola e mi addolora insieme.
   Su un praticello erboso e non tutto piano, ma lievemente ondulato fra due poggi che lo serrano, mi appare la Madonna. Ma è vestita molto curiosamente. Mi pare un fraticello servita, giovanissimo e bello ma con capelli lunghi come li portiamo noi donne. Ha la lunga tonaca nera stretta alla vita da una cintura nera, non vedo la corona però. Forse perché coperta dal mantello. Sopra la tonaca, quella stola630 che scende davanti e dietro fino a terra, e poi ha il mantellone nero ampio, stretto al collo e scendente fino a terra. Pare di una stoffa consistente ma leggera. Non so il nome di queste sete opache che anche le donne usano per abiti da lutto.
   Sono donna e parrà strano. Ma mi sono occupata sempre così poco di mode e vanità che appena so distinguere cotone da lana, lana da seta, seta da velluto, senza poter distinguere di più fra le qualità delle diverse categorie.
   La Madonna ha insomma un mantellone come l’ha la statua di S. Filippo Benizi che era nella chiesa loro di Viareggio e come mette anche lei631, d’estate, quando mi porta la S. Comunione. Il mantello sta aperto sul davanti, perciò vedo l’abito. Ma se volesse, la Madonna potrebbe avvolgersi tutta in esso tanto è ampio. Il capo è scoperto: fiore pallidissimo che emerge da tanto nero. Il velo, nero come tutto il resto e della stessa stoffa del mantello, fissato sotto la gola e sul petto, è ricaduto dal capo e pende come un cappuccio sulle spalle, al disopra del mantello, facendo un indumento quasi uguale a quello, non so che nome ha, che hanno loro sopra agli altri.
   Non ho mai visto la Madonna così vestita. In nero sì, quella volta, in gennaio se non erro632, in cui coglieva o respingeva anime sacerdotali. Ma allora era un abito nero. Non questo abito.
   Ma quello che mi addolora è l’espressione del volto. Sta in direzione nord, guarda perciò verso il nord, e ha l’aspetto di uno che ha tanto pianto e ancora piange nel cuore suo. Non fa gesto, non dice parola. Guarda mestissimamente a nord. È ancor più pallida del solito, forse perché è fra tanto nero e perché tanto triste.
   Poi, ecco, gira l’occhio verso ponente e mi vede. Sono presso a Lei, resa immota dal suo aspetto. Ha una larva di sorriso. Alza il mantello dal lato sinistro stendendo il braccio e mi accoglie sotto, tenendomi ben stretta contro il suo fianco e tutta coperta dal manto nero. Non vedo più altro che la stoffa nera del suo abito e la cintura di pelle nera.
   Non fa ancora parola. Solo sospira con pena. Null’altro. Che vorrà dire?633 Per me nulla di brutto, per me come anima. Mi ama e perciò sono sicura. Ma è triste. Perché? Quale pena ha la Mamma nella sua veste di Servita? Vorrà dire lutto nella famiglia dei Servi di Maria o qualche sciagura spirituale, ancor più grave di una morte?
   Quante cose vorrei sapere! Cose attinenti a visioni o a suoni uditi. Da quando so che i campanili di S. Andrea e S. Paolino sono stati abbattuti, penso a quel loro così distinto suonare a
   morto che ho udito negli ultimi giorni di agosto634. La data è nei quaderni che sta copiando lei. Vorrei proprio sapere se caddero in quelle sere…
   Oggi è tornata Marta… e mi ha detto che la casa alla mia sinistra e anche altre a destra, di fronte e di dietro alla mia, sono state colpite dalle ultime cannonate. E dice come è colpita quella d’angolo. Ricordo di aver sognato e sofferto, in febbraio, per questo, e di averlo detto a lei. Poi mi ero messa calma perché una scheggia aveva colpito la casa d’angolo, una piccola scheggia di contraerea, e credevo che il sogno avesse avuto compimento. Invece, a otto mesi di distanza, si è avverato con i minimi particolari.
   Perché, Signore, a me, che ho tanta paura di ciò che non è comune, dài queste cose non comuni?…

[628] piangevi su Me trafitto…, come si narra nell’Autobiografia, nel capitolo “Il primo incontro” della parte prima.
[629] a nessuno le copie potrebbe leggersi anche e nessuno le copi
[630] stola, cioè il cosiddetto scapolare. Riguardo alla corona, si ricorda che l’abito dei Servi di Maria comprendeva, allora, una grossa corona da rosario che pendeva dalla cintura.
[631] lei è rivolto, come sempre, a Padre Migliorini, dell’Ordine dei Servi di Maria.
[632] se non erro, infatti si tratta di una “visione” del 17 dicembre 1943.
[633] Che vorrà dire? La risposta è in un “dettato” del 26 maggio 1946.
[634] negli ultimi giorni di agosto, precisamente il 25 e il 29.