MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 439


2 dicembre 1944

    È venuto P. Pennoni ed è andato via or ora.
   Gesù, a mie particolari riflessioni in merito, mi dice con un bel sorriso:
   «Lo vedi che ho ragione Io? Maria mia, le anime sono più arruffate e piene di elementi in antitesi di una matassa caduta nelle zampe di un cucciolo che la spettina e strappa. Bisogna levare, con pazienza e carità, tutti i detriti raccolti dal suolo, poi tutti gli inutili e laceri pezzi di filato, per poterla dipanare e usare. Qualcosa se ne perde. Ma sempre poco. Mentre, se si dicesse: "Oh! è troppo complicato lavoro!" e la si buttasse via, si perderebbe tutto.
   Lo so che a certi caratteri altri caratteri portano urto e sfregamento. Ma, e la carità? E quell'elemento di cui ti ho fatto il nome, non lo ricordi? Pensa, pensa, pensa che è desso quello che, come per improvvisi deliri o momentanee ipnotizzazioni, porta gli uomini ad atti che sono dolori per altri uomini.
   Tu lo vedi. È un ragazzo. Io ti chiedo di tuffarlo, fino a sprofondarvelo, nel tuo mondo, che è il mio, perché se ne imbeva e ne emergauomo e nuovo, nuovo e sacerdote, così come Io li voglio i miei sacerdoti.
   Va' in pace. Ti benedico.»