MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DEL 1944 CAPITOLO 227


6 gennaio 1944

   Dice Gesù:
   «Più e più volte vi ho detto, e ve lo dico una volta ancora oggi, giorno della manifestazione del Cristo,[12] che quando Dio è con voi tutte le forze della Terra insieme unite sono come fumo che un vento gagliardo disperde.
   La potenza non è nelle armi e nel numero degli armati. La potenza è in quella parte che ha Dio con sé. Dio è dove vi è onestà di vita, amore al Signore, giustizia di diritto.
   Vano è sperare che Dio sia dove le colpe sorpassano quel limite che la mia Misericordia ammette perché si ricorda d’esser stata Uomo e di avere subìto gli assalti del Nemico vincendoli perché era Uno con la Volontà del Padre, la quale non vuole che l’uomo si perda ma vinca per salvarsi. Dio non è dove in nome di una prepotenza ci si permette l’abuso e il sopruso. Dio non è dove non vi è amore per Lui, e amore non è dove è colpa di vita e anticarità di prossimo.
   Non mentite dicendo: “Io amo Dio, ma non posso amare il prossimo perché m’ha fatto questo e quello”. No. Non amate.
   Se vi foste nutriti di carità fino a farne carne e sangue vostri, non potreste distinguere e separare, e dall’amore eccelso donato a Dio passereste senza fratture all’amore santo donato al vostro prossimo. Se la carità fosse viva in voi, coprirebbe come un manto divino le miserie dei fratelli e ve li farebbe apparire copie minori di Dio di cui sono figli come voi. Se faceste della carità la vostra vita, sareste beati di amare chi vi disama, sapendo che in tal modo raggiungereste l’amore perfetto, il quale non agisce sperando ricompensa da chi lo riceve ma credendo con fede assoluta che il Buono tiene segnati i vostri affetti e ve ne fa ricchezze eterne che troverete al vostro entrare nel Regno.
   E che ho fatto e che faccio Io verso di voi? Amo chi mi ama? No, amo con amore doloroso anche chi mi offende. Vi ho amati prima che foste, pur conoscendo le offese che mi avreste fatte, e se verso chi mi ama ho predilezioni celesti perché essi, i miei amatori, sono il conforto del cuor mio, per voi che mi colpite ho sovrabbondare di misericordia, e come da fonte inesauribile spargo su voi l’onda dell’amore per chiamarvi a Me, per salvarvi a Me, per darvi quella gioia che non potete che trovare in Me, sperando di penetrarvi ed ammollire la vostra durezza e farvi buoni, o figli che mi siete costati tanto e che non volete credere in Me.
   Non ricusate la mia mano che si tende verso di voi, che ha conosciuto lo spasimo d’esser trafitta ma che soffre molto di più per essere respinta che non trafitta. Dolce la trafittura mi sarebbe stata quando avessi saputo che da essa sarebbe venuta salvezza per voi. Carezze le infinite ferite, baci le spine, abbraccio la croce, se il mio onniveggente pensiero avesse conosciuto che dal mio Sacrificio fosse venuta redenzione a tutto l’umano genere. Ora cade stanca per il suo peso di misericordia che non posso effondere.
   L’oro me lo dànno le preghiere dei santi e l’incenso l’olocausto delle vittime, ma la mirra, l’amarissima mirra me la date voi che non m’amate e che mi fate rigustare il calice del Getsemani e la spugna del Calvario col vostro disamore. Preziosissimo l’oro e l’incenso deposto ai miei piedi che sono corsi volonterosi alla morte per voi. Ma poco, poco, troppo poco rispetto ai mucchi di mirra di cui è ricoperta la Terra e dall’alto dei quali ride Satana schernendo Me che crede vinto dall’inutilità del sacrificio.
   Ma vinto non sono. I vinti saranno sempre e solo i servi di Satana. Io e i miei salvati saremo i vittoriosi in eterno e dalla nostra pacifica, fulgida, eterna gloria vedremo gli abbattuti dal Nome santo e terribile, che è il mio, scomparire nella Morte eterna.
   Figli che ancora mi amate, non abbiate paura. Io sono il Salvatore. E voi che senza odiarmi non sapete amare, scuotetevi, venite a Me. Vi chiamo intorno al mio segno. Venite. Credete. Purificatevi, accendetevi, sperate. Atterrate i vostri nemici spirituali e i vostri nemici materiali con la spada dell’amore.»

[12] giorno della manifestazione del Cristo, o Epifania, che si celebra il 6 gennaio e che ricorda il fatto riferito in Matteo 2, 1-12. Accanto alla data, la scrittrice mette il rinvio a 1 Maccabei 3, 18.19.21.