MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

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QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 470


10 aprile 1945

   Apro, essendo in riposo da tre giorni, la Bibbia. La apro a caso, tanto per leggere qualche cosa che ancora sia parola veniente da Dio. Mi si apre a pag. 769 e l'occhio mi cade sui versetti 25-26-27-28-29-30-31 del salmo 171 libro 1°.
   E il Signore parla:
   «Non è forse quello che tu puoi dire di te?
   Un tempo — Io ti amavo con la mia perfezione, ma tu non mi amavi con la tua perfezione perché, se c'era anche il pensiero di Me nel tuo cuore, c'erano affezioni più forti anche di quella data a Me — non meritavi la mia ricompensa. Te lo ricordi quel tempo. E anche Io me lo ricordo. Eri uscita dal tuo educandato tutta profumata di Dio come una vergine del Tempio [lo è] dei profumi dell'incenso rituale. Ed Io ti avevo scelta già.
   Quando ti ho scelta? Lo vuoi sapere? Veramente quando ti fu creata un'anima, perché nessun destino d'uomo è ignoto al Pensiero eterno. Ma la piccola Maria, tenuta in vita dal mio volere nonostante le infelici circostanze2 in cui nascesti e che ti furono compagne nei mesi che eri un angelo poppante, fu miaquando sparse le prime lacrime davanti al divino Deposto di croce. Mi ti ha chiesta. E Io ti ho data con un sorriso di compiacimento. Egli ha ripetuto per te in Cielo, e al Padre e al Paraclito lo ha detto3, il suo: "Lasciate che i pargoli vengano a Me".
   Non ci sono che le labbra dei pargoli che levino il dolore delle sue ferite. Dei pargoli di età e di quelli di volere. Di quelli che per suo amore e per ubbidienza al Maestro "divengono simili a pargoli per avere il Regno dei Cieli". La Delizia di Dio, Maria Madre Vergine, è la perfetta pargola che giubila nel Regno dei Cieli. Le anime di adulti che siano "pargole" sono rare come perle di perfetta rotondità e mirifica grossezza. Ma i pargoli di età sono tutti possessori di quell'anima, come fosse non ancora profanata, che fa la delizia di Dio e il sollievo del Cristo. Ed il Figlio ti volle d'allora. Ogni lacrima innocente ti valse un suo bacio, ogni bacio una grazia, ogni grazia uno sponsale con il Divino Amore.
   Non è errore guardare indietro per poter intonare il Magnificat4 e il Miserere. E il Magnificat tuo lo potesti intonare finoall'uscita dal tuo educandato. Eri tutta di Dio. Un solo altare in te. E un solo amore. Il giglio dalla coppa appena socchiusa non era colmo che di rugiada celeste e di raggi divini. Poi è ve-nuto il mondo. E con esso molti altri altari e molti altri amori. Gli usurpatori del "mio" posto. E durarono finché Io volli. Avrei potuto anche non volere. E ci sarà chi dice: "È stato un pericoloso esperimento". No. Era necessario. Gli apostoli furono umiliati con la loro defezione dal Cristo durante la quale ogni ramo dell'umanità corrotta prese il sopravvento in loro e furono di nuovo afferrati e scossi e aizzati da tutto quanto turba l'uomo. E compresero che quanto erano divenuti di diverso non era per loro unico merito, ma perché erano con Gesù. E la superbia, la corruttrice dell'uomo, fu stritolata in loro. Questo è necessario fare con tutti gli eletti a speciale sorte perché non perdano la elezione demeritando il mio amore. Uno per uno sono caduti gli usurpatori del mio posto in te. E il tuo Dio solo è tornato il tuo Re al quale cantasti il Miserere del tuo sapiente pentimento.
   Ora, figlia, guarda il passato e il presente. Guarda quel tempo dei molti amori all'uomo, alla scienza, a te stessa, e guarda il tempo attuale, da quando non c'è di nuovo che un solo amore. Per Me. E dimmi. Dimmi con l'anima tua, ascoltando questa sola, l'unica che abbia voce vera e preziosa. Non hai tutto, ora? Da quando sei mia non hai tutto? Molti, che stolti sono, diranno: "Non ha nulla! Non salute, non gioia, non benessere". Ma la tua anima, che vede coi suoi occhi d'anima, dice: "Ho tutto ora, anche quello che è un santo superfluo". Se superfluo si può chiamare quanto esula dallo strettamente necessario per salire a Dio.
   Tu hai la tua particolare missione di portavoce. Ma oltre questa, che è dono e non è necessario averla per essere prediletti, tu hai il consenso di Dio sui tuoi desideri. Perché? Perché, come dice5 il salmo: "Il Signore mi ha ricompensato secondo la mia giustizia, secondo la purezza che hanno le mie mani dinanzi agli occhi tuoi".
   Io sono infinitamente, divinamente munifico con i giusti e i puri di cuore. Buono coi deboli, sono perfettamente buono con coloro che sanno essere forti per mio amore. E poiché Amore sono, devo fare forza a Me stesso per non essere debole anche verso coloro che mancano. A questi concedo la misericordia del mio Figlio. Ai miei figli concedo la moltitudine dei miei doni. E li salvo e li illumino, e li libero, e li fortifico sempre più, e li conduco tenendoli per mano sulla mia via immacolata, istruendoli con la mia Parola temprata nel Fuoco del Divino Amore.
   Così con te, anima mia, che in Me hai messo il tuo amore ed ogni tua fiducia. Non avere paura, fiore di Dio. Non ve ne è uno, dai microscopici fiori dei paesi del ghiaccio ai fiori giganti delle zone torride, che Io lasci senza rugiada, luce e calore necessario alle loro vite gentili. E sono steli! Ma i fiori delle anime mie che cure avranno dal loro Creatore? Non avere paura, fiore di Dio, imperlato del Sangue e del Pianto del Figlio e della Vergine. Con queste gemme e con la tua fedeltà mi sei cara tanto. Canta, e per sempre, il Magnificat.
   Il Padre, il Figlio, il Paraclito sono con te.»
 

   Oh! Signore, Signore! Tu lo dici e certo è verità. Sarà stato tutto necessario. Ma cosa è mai stato per me il tuo abbandono6 dello scorso anno! Tu lo vedi. Tu non ignori le sensazioni dei cuori. Vi sono ferite che dolgono anche dopo la cicatrizzazione al più leggero sfioramento. Delle volte dolgono per simpatia nervosa anche quando si fa l'atto di toccarle o si tocca l'arto opposto. I nervi recisi dolgono anche dopo che la ferita è chiusa. E il tuo abbandono, anche ora che mi hai ripresa sul cuore, è una ferita che dà sempre dolore perché ha reciso il nervo che mi univa a Te. Non ti chiedo: "Perché lo hai fatto?". Ma ti dico solo: "Tu sai cosa è stato per me il tuo abbandono!".
   Oggi ho tremato a scrivere: 10 aprile. Perché è un anno oggi che Tu lasciavi il tuo misero fiore senza rugiada, senza luce e calore. E per poco ne sono morta. Perché tutto ti ho dato, e se ancora avessi ti darei. Ma non darmi mai più una simile prova. Tu vedi che la mia miseria non la può sopportare.
   Canto, sì. Canto il mio Magnificat! Ti dico anche: "Non ho proprio meritato che Tu facessi in me 'grandi cose'". Ma il mio canto è mescolato per sempre col pianto perché, come un bambino che ha avuto un periodo d'infanzia derelitta non ha più il sereno viso dei bambini felici, così pure io ho sempre presente il tuo abbandono dello scorso anno. Ha ragione Gesù! Ha ragione Maria! Ciò che non si sopporta nelle "nostre passioni" è il tuo abbandono, Padre…
   Si riaccende, mentre scrivo questo, il piccolo lume che in perpetuo arde davanti a Gesù. La stellina che splende insieme al mio cuore davanti al mio Gesù crocifisso. Era un anno che era spenta… La mia cella, il mio tabernacolo, il mio paradiso non aveva più luce. E mi dava una tale pena questa cosa…
 Tutto ho avuto dal tuo amore. Ma anche tanto dal tuo rigore. Tenebre, solitudine, e quello che tuo Figlio ha definito "inferno"… Sono rimasta come un uccello che per pura fortuna è sfuggito ai suoi torturatori. Ho paura… Da ogni lato vedo reti e gabbie e torture… Signore, pietà…
           


   salmo 17, che nella neo-volgata è diventato 18, perciò: Salmo 18, 25-31. Il Signore che qui parla non è Gesù ma è l'Eterno Padre.
           
   2 infelici circostanze… prime lacrime… sono fatti che si trovano narrati nell'Autobiografia, nei primi due capitoli della parte prima.
           
   3 lo ha detto, come in Matteo 18, 3-4; 19, 14Marco 10, 14-15Luca 9, 48, ivi compresa la citazione di qualche riga più sotto.
           
   4 Magnificat, che è in Luca 1, 46-55; Miserere, che è il Salmo 51.
           
   5 dice in Salmo 18, 25.
           
   6 abbandono, già spiegato in nota al 19 marzo 1945.