MARIA
VALTORTA

Voglio che le anime possano bere alla Fonte vitale della mia parola

"Quando la Chiesa - e per tale alludo ora alla riunione degli alti dignitari di Essa - agì secondo i dettami della mia Legge e del mio Vangelo, la Chiesa conobbe tempi fulgidi di fulgore. Ma guai quando, anteponendo gli interessi della Terra a quelli del Cielo, inquinò Se stessa con passioni umane! Tre volte guai quando adorò la Bestia di cui parla Giovanni, ossia la Potenza politica, e se ne fece asservire..." (Qd 12 dicembre 1943)

OPERA MINORE

A A A

QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 473


15 aprile 1945

   Dice Gesù: "Io ti domando come domandò il Signore ad Ezechie­le: 'Pensi tu che queste ossa rivivranno?'".
  Io, come Ezechiele, rispondo: "Tu lo sai, Signore Iddio", perché capisco quale è il senso della parola "ossa"1 usata per dire "uomini". Comprendo cioè che Gesù non mi chiede se risorgeranno i morti all'ultimo Giorno. Questo è fede, e non v'è dubbio su questo. Ma Egli dà nome di "ossa" a questa povera umanità attuale, così tutta materia e niente spirito. Lo comprendo perché, come le ho spiegato già tante volte, quando Dio mi prende perché io sia il suo portavoce, la mia intelligenza si amplifica e si eleva a una potenza che è molto superiore a quella consentita agli umani. E io "vedo", "odo", "comprendo" secondo lo spirito.
   Gesù sorride perché vede che ho compreso la sua domanda, e spiega:
   «Così è. Ora l'Umanità non è che ossa, che ruderi calcinati, pesanti, morti, sprofondati nei solchi fetidi dei vizi e delle eresie. Lo spirito non è più. Lo spirito che è vita nella carne e vita nell'eternità. Lo spirito che è quello che differenzia l'uomo dall'animale. L'uomo ha ucciso se stesso nella parte migliore. È una macchina? È un bruto? È un cadavere? Sì. È tutto questo.
   Macchina, perché compie la sua giornata con la meccanicità di un congegno che opera perché deve operare per forza delle sue parti messe in moto. Ma che lo fa senza comprendere il bello di ciò che fa. Anche l'uomo si alza, si corica, dopo avere mangiato, lavorato, passeggiato, parlato, senza mai comprendere quello che fa nel suo bello o nel suo brutto. Semplicemente perché, privo come è di spirito, non distingue più il bello dal brutto, il bene dal male.
   È bruto perché si appaga di dormire, di mangiare, di accumulare grasso sul corpo e riserve nella tana, né più né meno di come fa il bruto che di queste operazioni fa lo scopo della sua vita e la gioia della sua esistenza, e tutto giustifica, egoismi e ferocie, per questa legge bassa e brutale della necessità di predare per essere satollo.
   È cadavere perché ciò che fa dire di un uomo che è vivo è la presenza nella carne dello spirito. Quando l'anima si esala, l'uomo diviene il cadavere. In verità l'uomo attuale è un cadavere tenuto ritto e in moto per un sortilegio della meccanica o del demonio. Ma è un cadavere.
   Orbene Io dico: "Ecco che Io infonderò in voi, aride ossa, lo spirito, e rivivrete. Farò risalire su voi i nervi e ricrescere le carni e distendere su voi la pelle e vi darò lo spirito e rivivrete e conoscerete che Io sono il Signore". Sì, che questo Io farò. Verrà il tempo in cui Io riavrò un popolo di "vivi" e non di cadaveri.
   Intanto ecco che Io, ai migliori, non morti, ma scheletriti per mancanza del cibo spirituale, do il nutrimento della mia parola. Non voglio la vostra morte per consunzione. Questa è la sostanziosa manna che con dolcezza vi dà vigore. Oh! nutritevene, figli del mio amore e del mio sacrificio! E perché devo vedere che tanti hanno fame, e tanto cibo è per essi preparato dal Salvatore, e ad esso non è attinto per coloro che hanno fame? Nutritevi, rizzatevi in piedi, uscite dai sepolcri. Uscite dall'inerzia, uscite dai vizi del secolo, venite alla conoscenza, venite a "riconoscere" il Signore Iddio vostro.
   Ve l'ho detto2 all'inizio di questa opera e a metà di questa tragica guerra e ve lo ripeto: "Questa è una delle guerre preparatorie dei tempi dell'Anticristo". Poi verrà l'èra dello spirito vivo. Beati quelli che si prepareranno a riceverla.
   Non dite: "Noi non vi saremo". Non voi, non tutti voi. Ma è stoltezza e anticarità pensare a sé soli. Da padri atei nascono figli atei. Da padri inerti figli inerti. Ed essi, i figli vostri ed i figli dei figli, avranno tanto bisogno di forza spirituale per quell'ora! In fondo è legge di amore umano questa di provvedere al bene dei figli e dei nipoti. Non siate da meno, per ciò che è spirituale, di quanto non lo siate per ciò che è di questo mondo, e come date ai figli una ricchezza o vi studiate di darla perché abbiano giorni più lieti dei vostri, adoperatevi a dar loro eredità di forza spirituale, che essi possano lavorare e moltiplicare per averne dovizia quando la grandine delle ultime battaglie del mondo e di Lucifero flagellerà con una ferocia tale l'Umanità di modo che essa si chiederà se l'Inferno non sarebbe migliore.
   L'Inferno! Essa lo vivrà. Dopo, per i fedeli allo spirito, verrà il Paradiso, verrà la Terra non terra: il Regno dei Cieli.»


   [Seguono il capitolo 137 e, con date dal 16 al 19 aprile 1945, i capitoli da 138 a 141 dell'opera L'EVANGELO]
           


   parola "ossa" in Ezechiele 37, 1-14, che è il rinvio messo dalla scrittrice accanto alla data.
           
   2 detto più volte, come si ricava dalla voce "Guerra" nell'indice tematico dei due volumi precedenti (1943 e 1944).